mercoledì 26 gennaio 2022
Mentre si attendono le conclusioni del rapporto sui festini della funzionaria Sue Gray, il premier si difende in Parlamento dall'opposizione laburista che chiede a gran voce le sue dimissioni
Boris Johnson fa jogging con il suo cane Dilyn qualche ora prima di difendere, a Westminster, la sua carriera politica

Boris Johnson fa jogging con il suo cane Dilyn qualche ora prima di difendere, a Westminster, la sua carriera politica - Reuters

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"Qualsiasi cosa Boris Johnson dirà tra oggi e domani, quando verranno pubblicati i risultati di un'inchiesta pubblica sui festini che ha organizzato a casa sua a Downing street, abbiamo davanti a noi lo spettacolo di un premier sotto inchiesta da parte della polizia e il gabinetto di governo, che si rifiuta di pronunciarsi sulla questione, è suo complice. Il premier non ha dimostrato rispetto per questo Paese".

Sono, ancora una volta, durissime le parole usate dal leader dell'opposizione laburista Keir Starmer per attaccare il primo ministro britannico e chiedere le sue dimissioni. "Johnson", ha detto Starmer, "ha cambiato la sua versione dei fatti su quello che è successo davvero alle feste di Downing street e ha imbrogliato il parlamento. Un comportamento che dovrebbe portare alle sue dimissioni".

A fargli eco è stato il leader del partito nazionalista scozzese (Scottish National Party), Ian Blackford, che ha detto che: "il premier si divertiva con le sue feste mentre i cittadini provavano l'agonia dell'isolamento provocato dal lockdown".

Johnson, tuttavia, non ha battuto ciglio e ha risposto con convinzione alle critiche, dicendo che non ha alcuna intenzione di dimettersi, sostenuto dalle urla dei ministri e dei compagni di partito Tory che stanno dalla sua parte. "Non nego che molte persone vogliano liberarsi di me, ma la ragione per cui Starmer mi vuole fuori dai piedi è perché sa che questo governo è in grado di produrre risultati. Abbiamo preso le decisioni più difficili, abbiamo fatto le scelte giuste e io continuo con il mio lavoro", ha detto Johnson.

Secondo quanto riporta la stampa britannica il rapporto della funzionaria Sue Gray non sarebbe ancora ufficialmente nelle mani del premier. Uno snodo chiave della vicenda "partygate" sarà la trasparenza del primo ministro nel rendere pubbliche le conclusioni dell'indagine e, per questo motivo, l'opposizione continua a chiedere garanzie che Johnson pubblicherà le conclusioni dell'inchiesta nella loro integrità senza nascondere nulla.

A promettere, nel corso di un'intervista mattutina a Sky News, che le conclusioni del rapporto saranno tutte pubblicate, salvo le parti che potrebbero sollevare "questioni di sicurezza", è stata la ministra britannica degli Esteri Liz Truss

Se, dalle conclusioni del rapporto pubblico dovesse emergere un comportamento non corretto del premier, i deputati conservatori, che si sono finora astenuti dal chiedere un voto di sfiducia nei confronti di Johnson, non si sentirebbero più vincolati ed entro la fine della settimana il premier potrebbe essere sottoposto alla conta interna al Partito conservatore che potrebbe costargli la leadership e la poltrona di premier.

E' stata la stessa Sue Gray a chiedere a Scotland Yard, la polizia di Londra, di indagare sulle feste organizzate a Downing Street e nelle altre sedi istituzionali tra il 2020 e il 2021, in presunta violazione delle restrizioni anti-Covid.
Fra gli atti previsti dalla Met Police c'è anche un'audizione del primo ministro in persona, altro elemento destabilizzante per la sua immagine già compromessa come ha sottolineato proprio oggi, durante il dibattito al parlamento di Westminster, il leader dell'opposizione Keir Starmer.

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