mercoledì 10 novembre 2021
Delude la bozza del documento finale di Glasgow: zero emissioni nel 2050, taglio del 45% nel 2030. Gli attivisti chiedono che il surriscaldamento del pianeta sia dichiarato "emergenza globale"
Usa e Cina "collaboreranno" sul clima. Dai giovani una petizione all'Onu

Reuters

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Dovrebbe svolgersi lunedì 15 novembre il faccia a faccia virtuale tra il presidente americano Joe Biden e l'omologo cinese Xi Jinping, dopo l'annuncio a sorpresa alla Cop26 di Glasgow che Stati Uniti e Cina collaboreranno per combattere la crisi climatica. L'inviato cinese per il clima, Xie Zhenhua, e quello americano, John Kerry, giovedì 11 saranno insieme in conferenza stampa per presentare l'accordo.

La bozza del documento finale: meno 45% di emissioni nel 2030

È stata pubblicata nella notte dall'Unfccc la bozza del documento finale della Cop26. Il documento sarà esaminato dai singoli governi per le loro osservazioni. La bozza "riconosce che limitare il riscaldamento globale a 1,5 C al 2100 richiede rapide, profonde e sostenute riduzioni delle emissioni globali di gas serra, compreso ridurre le emissioni globali di anidride carbonica del 45% al 2030, rispetto al livello del 2010, e a zero nette intorno alla metà del secolo".

Nella bozza si "riafferma l'obiettivo globale di lungo termine di tenere l'aumento della temperatura globale media ben sotto 2 gradi dai livelli pre-industriali, e di perseguire gli sforzi per limitare l'aumento di temperatura a 1,5 C dai livelli pre-industriali". Il documento "riconosce che l'impatto del cambiamento climatico sarà molto più basso con un aumento della temperatura a 1,5 C, riconoscendo che questo richiede azioni significative ed efficaci da tutte le parti in questo decennio critico, sulla base della miglior conoscenza scientifica disponibile".

La bozza "invita le parti a considerare ulteriori opportunità di ridurre le emissioni di gas serra che non sono anidride carbonica", "chiede alle parti di accelerare l'eliminazione del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili" e "sottolinea l'importanza critica delle soluzioni basate sulla natura e degli approcci basati sugli ecosistemi, compreso proteggere e ripristinare le foreste, nel ridurre le emissioni e proteggere la biodiversità".

La bozza "accoglie favorevolmente gli impegni accresciuti presi dai paesi sviluppati" per il fondo di aiuti ai paesi meno sviluppati previsto dall'Accordo di Parigi, impegni che hanno l'obiettivo "di arrivare al più tardi nel 2023 al target dei 100 miliardi di dollari all'anno". Il documento infatti "nota con rammarico" che il target dei 100 miliardi all'anno dal 2020 "è stato ancora raggiunto".

La bozza "riconosce l'importante ruolo dei soggetti non statali, compresa la società civile, i popoli indigeni, i giovani e altri soggetti, nel contribuire ai progressi verso l'obiettivo della Convenzione (dell'Onu per i cambiamenti climatici, l'Unfccc, ndr) e gli obiettivi dell'Accordo di Parigi".

L'appello finale di Johnson: «Unirsi per il pianeta»

Stamani è tornato a parlare Boris Johnson, alla Cop26 a presidenza britannica. E ha lanciato un appello a fare il massimo per "agguantare" il target sul surriscaldamento terrestre non oltre il tetto di 1,5 gradi più dell'era pre-industriale.

I negoziatori "sono agli ultimi metri, i più duri", per cercare di "trasformare le promesse in azione sul cambiamento climatico... ma vi è ancora molto da fare", ha ammesso il premier: in gioco c'è più del destino "di qualunque singolo Paese", per questo occorre "unirsi per il pianeta". "Abbiamo bisogno di eliminare tutti gli ostacoli se vogliamo mantenere l'obiettivo di agguantare gli 1,5 gradi", il suo ultimo sprone.

La Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (Cop26) si svolge a Glasgow sotto la presidenza britannica (nella foto il premier Boris Johnson) in partenariato con l'Italia

La Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (Cop26) si svolge a Glasgow sotto la presidenza britannica (nella foto il premier Boris Johnson) in partenariato con l'Italia - Reuters

La petizione dei giovani: sul clima l'Onu dichiari emergenza globale

Greta Thunberg e altri giovani attivisti hanno predisposto una petizione legale destinata all'Onu per chiedere al segretario generale, Antonio Guterres, di dichiarare formalmente il problema del surriscaldamento globale come "emergenza climatica sistemica". Lo riferisce il quotidiano britannico Guardian dopo aver preso visione del documento. Tra i 14 promotori figurano militanti della battaglia contro il cambiamento climatico di tutti i continenti, come Ranton Anjain e Litokne Kabua, delle Isole Marshall (che rischiano di finire sommerse), Ridhima Pandey (India), Alexandria Villaseñor (Usa), e Ayakha Melithafa (Sudafrica).

Nella versione del testo vista dal Guardian, gli attivisti chiedono a Guterres e ad altre agenzie Onu di "mettere in moto una risposta generalizzata della Nazioni Unite all'emergenza". E di farlo in termini di "azione globale sul clima" a tutti livelli. Citando come esempio quanto fatto per la pandemia da Covid e aggiungono: "L'emergenza climatica, che minaccia ogni persona sul pianeta in un futuro prevedibile, è grave almeno quanto la pandemia globale. Per questo richiede un'urgente azione internazionale analoga".

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