lunedì 14 marzo 2022
Priya Rajan, di origine dalit, ha solo 28 anni. Alla guida della quarta città per popolazione dell’India che conta 10 milioni di abitanti
Priya Rajan è la prima donna dalit eletta sindaco della città indiana di Chennai

Priya Rajan è la prima donna dalit eletta sindaco della città indiana di Chennai - Asia News

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L’elezione di Priya Rajan alla carica di sindaco della città indiana di Chennai (già Madras) il 4 marzo ha più di un elemento di eccezionalità. Anzitutto l’età, soli 28 anni, sicuramente molto più bassa della media per accedere a una carica di tutto rispetto, alla guida della quarta città per popolazione dell’India che conta 10 milioni di abitanti, capoluogo dello Stato meridionale del Tamil Nadu.

In secondo luogo, ma questo ancor più eccezionale, la provenienza dai livelli più bassi della società indiana, ancora oggi fissati da una tradizione induista millenaria che nel Tamil Nadu ha una roccaforte, dato che gli indù sono l’89 per cento della popolazione complessiva.

La giovane Rajan, laureata in Commercio, figlia e nipote di esponenti politici di rilievo ma sposata con un coniuge che si definisce “disinteressato alla politica” è di origine dalit (quelli che un tempo erano indicati come “fuoricasta” o “intoccabili”). Proviene quindi da una comunità che in India raccoglie il 25 per cento dell’intera popolazione e da cui, tra l’altro, proviene la maggioranza dei cristiani, come pure dei musulmani e di altre minoranze religiose.

Una carta, quella identitaria, giocata pesantemente negli ultimi tempi a livello politico ma che fortunatamente non ha coinvolto il Dravida Munnetra Kazhagam (Dmk), partito a forte base regionale, che ha puntato sulla qualità delle proposte della candidata Rajan e sulla sua spontaneità più che sulla sua origine.

Una “freschezza” di proposta e una scarsa connivenza con le pratiche meno lusinghiere della politica che hanno convinto elettori in qualche modo selezionati (i membri del Consiglio che gestisce la Grande Chennai a loro volta eletti con voto popolare) ma che si situano anche in un contesto che nel Tamil Nadu è meno costrittivo verso i gruppi più emarginati. Uno Stato dove la metà dei posti di lavoro pubblici sono riservati alle donne e alle minoranze tradizionalmente emarginate.

Non a caso, nei giorni precedenti la campagna elettorale il governo del Tamil Nadu aveva richiesto ai panchayat (consigli locali) di Chennai, ai municipi e alle grandi corporation pubbliche di riservare la carica di primo cittadino a una donna membro delle Scheduled Castes, le caste registrate ufficialmente, ovvero di quelle al fondo o al di fuori dell’organizzazione castale.

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