mercoledì 7 dicembre 2022
Andrea Lecce, direzione Impact di Intesa Sanpaolo: "Spesso sbagliando si pensa che il Non profit abbia un minor valore, ma ha capacità elevate"
Gli enti non profit, anche coinvolgendo i ragazzi, svolgono servizi essenziali

Gli enti non profit, anche coinvolgendo i ragazzi, svolgono servizi essenziali

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Tra qualche anno, quando si effettuerà un bilancio dell’attività svolta, l’aver lavorato bene dipenderà principalmente da due elementi: l’effettiva riduzione delle disuguaglianze, e la risposta sarà nei numeri, e la custodia dei valori». Andrea Lecce da aprile scorso è il nuovo responsabile della Direzione Impact di Intesa Sanpaolo, che fa parte della Banca dei Territori, struttura diventata sempre più strategica e centrale per la banca negli ultimi anni. Il manager “eredita” «una realtà bellissima» che è cresciuta nel tempo, fondata nel 2007 con Banca Prossima da Marco Morganti e poi incorporata, poco più di tre anni fa, nella “casa madre” Intesa Sanpaolo. Il tour dei mesi scorsi con cui ha visitato tante realtà del Non profit sparse per l’Italia, esperienza che ha segnato l’avvio della sua attività alla guida della Direzione Impact, è servito a Lecce per impostare la linea da seguire nei prossimi anni e i traguardi da raggiungere: «Oggi come ha sottolineato in più occasioni il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, l’ascensore sociale si è guastato e in pochi sembrano interessati ad aggiustarlo, per cui il nostro obiettivo fondamentale era e resta la diminuzione delle diseguaglianze – spiega Lecce –. Come Direzione Impact serve una continuità forte con il passato sui percorsi e sugli strumenti efficaci che sono stati già avviati, accompagnata però da una discontinuità dovuta alle nuove sfide, dalla pandemia alla guerra, che richiedono un approccio sempre più innovativo per valorizzare ulteriormente il Terzo Settore e l’economia dedita al bene condiviso».


Del resto, la sfida è quella di mostrare quanta ricchezza ci sia in un mondo che non è più “di nicchia”, bensì un asset centrale per l’economia e il welfare del Paese. «Troppo spesso, sbagliando, si è abituati a identificare il Non profit come un mondo di minor valore, mentre è un settore con capacità e competenze elevatissime – racconta Lecce –. Si tratta di enti che dobbiamo tenere in grande considerazione perché svolgono un ruolo decisivo per il benessere dei territori. Dai centri per gli anziani alla cura del verde, dalle guide turistiche all’accoglienza dei migranti, il Terzo settore è parte integrante delle nostre vite. Nei mesi scorsi ho avuto modo di visitare delle vere e proprie eccellenze da Nord a Sud anche in ambito formativo: dal progetto “Cime di rapa” in Puglia che prepara ai mestieri della cucina i giovani provenienti da ogni parte del mondo, fino alla Fondazione San Nicolò di Padova, che svolge attività d’istruzione e integrazione dedicando particolare attenzione alle persone in stato di svantaggio personale o sociale».

Valorizzare e, per quanto possibile, “esportare” oltre i propri territori queste iniziative è proprio uno dei compiti che Lecce vuole portare avanti dalla guida della Direzione Impact. Intesa Sanpaolo, del resto, vuole assumere un ruolo ancor più determinante, puntando a un obiettivo di sostenibilità sempre più rilevante e prioritario: l’aumento della coesione sociale. Il Piano d'Impresa 2022-2025 comprende all’interno del suo pilastro Esg l'inclusione finanziaria attraverso il credito sociale, un credito capace di scommettere sui territori in un momento di crisi storica, con un modello di banca interamente dedicata al Terzo Settore e un lavoro di inclusione creditizia che punta a restituire opportunità alla persona per far crescere tutto il Paese. «Non mi piace parlare in astratto, al contrario adoro il verbo “fare”. Ecco perché mi piace fissare obiettivi concreti e tangibili da centrare». Il punto cruciale deve essere l’aumento del sostegno finanziario ai “primi esclusi” e poter contare su un numero sempre più ampio di imprese sociali che abbiano accesso al credito. Come? «Coinvolgendo le associazioni che si occupano di filantropia e i fondi di garanzia più di natura privatistica, ma anche continuando a fare ricorso alle donazioni».

Attraverso la piattaforma For Funding sono stati finanziati più di 300 progetti e raccolti negli ultimi anni 31 milioni di euro a favore di progetti dedicati a giovani, famiglie, anziani, luoghi di aggregazione, progetti di recupero delle periferie e di campi sportivi nell’ambito della rigenerazione urbana e programmi per evitare la dispersione scolastica. Confermato anche il programma Formula, dedicato a sostenibilità ambientale, inclusione sociale e accesso al mercato del lavoro per le persone in difficoltà, con cui Intesa Sanpaolo contribuisce direttamente al crowdfunding.

In una fase segnata dal rialzo dei tassi d’interesse, accedere al credito anche per il Terzo Settore è più oneroso e rischia di diventare più difficile. «Si possono mettere in campo strumenti che attutiscano l’impatto dei tassi – spiega Lecce –, ad esempio attraverso la dotazione patrimoniale delle Fondazioni nella forma di fondi di garanzia che ci consentono di calmierare i costi dei prestiti e allo stesso tempo lavorando a una miglior pianificazione finanziaria da parte degli enti».

Il balzo in avanti del Non profit, secondo Lecce, passa però anche dai progressi da compiere sul piano delle metriche. «Occorre accelerare sulla valutazione d’impatto del sociale – afferma il manager di Intesa Sanpaolo –. Basti pensare che per l’ecosostenibilità ormai quello sulle emissioni di CO2 è riconosciuto universalmente come un parametro potentissimo, mentre una metrica simile non è stata ancora individuata in campo sociale. È chiaro che non basta una metrica, ma servono valutazioni d’impatto diversificate a seconda delle categorie: educazione, integrazione sociale, accoglienza, sanità… Per iniziare a colmare questo vuoto, vogliamo avviare nei prossimi mesi un tavolo di condivisione delle metriche di impatto con diversi attori: dalle Fondazioni alle Università passando per le Organizzazioni statistiche. Dobbiamo poter calcolare l’impatto del progetto per apprezzarne pienamente il valore. Il nostro scopo è proprio quello di mettere in luce quel mondo che silenziosamente si dedica all’economia del bene condiviso».


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