lunedì 11 settembre 2023
In flessione anche i prestiti alle imprese (-2,3%). Il ministro Urso: dati allarmanti ma attesi, pesa il contesto internazionale
Produzione industriale: a luglio calo del 2,1%
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La produzione industriale a luglio fa segnare un brusco calo. Dopo due mesi di ripresa, l'indice torna in negativo. L'Istat stima per luglio un calo dell' 0,7% dell'indice destagionalizzato rispetto a giugno.

In termini tendenziali l'indice complessivo, al netto degli effetti di calendario, diminuisce del 2,1%.

Grazie agli aumenti della produzione industriale a maggio e giugno, la media del periodo maggio-luglio segna un livello della produzione in aumento dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti.

L'indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l'energia (+3,7%); mentre cala per i beni intermedi (-0,5%), per i beni strumentali (-1,5%) e per i beni di consumo (-1,6%). I soli settori di attività economica che presentano variazioni tendenziali positive sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+10,1%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+5,8%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+0,4%)A livello tendenziale, invece, tra i principali settori cresce solo quello dei beni strumentali (+3,0%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-3,7%), l'energia (-4,0%) e i beni intermedi (-4,5%).

In netta frenata, a luglio anche i prestiti alle imprese. I dati della Banca d'Italia dicono che i prestiti al settore privato, sono diminuiti del 2,3 per cento sui dodici mesi (-1,7 nel mese precedente). I prestiti alle famiglie sono diminuiti dello 0,3 per cento sui dodici mesi (erano cresciuti dello 0,2 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 4 per cento (-3,2 nel mese precedente).

I dati Istat sul calo della produzione industriale italiana a luglio "sono dati che sono segnali d'allarme, in qualche misura aspettati", secondo il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Il ministro ha spiegato che "ci sono fattori internazionale che incidono" a partire dall'aumento del prezzo del petrolio, inoltre "il nostro principale partner economico e produttivo, la Germania è in recessione da tanti mesi ed aggrava il suo stato recessivo" e "l'aumento dei tassi di interesse ha reso più difficili gli investimenti delle imprese".

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