giovedì 3 maggio 2018
Annunciata una stretta sul rispetto dello Stato di diritto
Per l'Europa che verrà priorità ai migranti
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Tagli a politica agricola e coesione, ma netto incremento per la gestione dei flussi migratori, i giovani, l’innovazione tecnologica, fondi anti-crisi per l’Eurozona. Presentando la bozza di bilancio Ue per il periodo 2021-2027, il primo post Brexit, che crea un buco di circa 15 miliardi di euro l’anno, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e il suo commissario al Bilancio, il tedesco Günther Oettinger, parlano di «bilancio moderno». «Abbiamo fatto la scelta per un’Europa stabile – ha dichiarato Juncker al Parlamento Europeo – più prospera e più forte».

La Commissione osa superare la magica soglia dell’1% del Pil Ue imposto soprattutto dai britannici per il bilancio in corso (2014-2020), per arrivare alla cifra di 1.279,4 miliardi di euro (in prezzi correnti, considerando cioè anche l’inflazione), ovvero 1.135 in prezzi 2018, il che corrisponde all’1,114% del Pil dell’Ue. Una proposta all’insegna del «realismo» e della moderazione, «dovevamo rispondere a due sfide – ha detto Oettinger – far fronte alla Brexit, e alle nuove priorità, dai migranti all’innovazione». La soluzione «pragmatica» sta anzitutto nel tagliare le due maggiori voci di bilancio: la Politica agricola (-5%, 378,9 miliardi di euro); e la Coesione (-7%, 442,4 miliardi di euro), «non sarà un massacro», ha però giurato Juncker. Per la coesione spicca un nuovo strumento per valutare il rispetto dello Stato di diritto, chi non si atterrà (e l’occhio è rivolto soprattutto a Ungheria e Polonia), vedrà sospesi i versamenti Ue.

L’aspetto più interessante è però quello dei maggiori fondi. La Commissione quasi triplica (da 13 a 34,9 miliardi) quelli per la migrazione, con anche un drastico potenziamento di Frontex, l’agenzia delle guardie di frontiera e costiera, che passerebbe dagli attuali 1.200 dipendenti a 10.000. Forte incremento (+26%) anche per i fondi per le politiche di vicinato, per affrontare alla radice le cause della migrazione. La Commissione propone inoltre un aumento del 40% delle spese per la sicurezza (4,8 miliardi di euro) e la creazione di un fondo per la difesa di 13 miliardi di euro. Sul fronte sociale, raddoppio per i programmi per i giovani (anzitutto ErasmusPlus, con 30 miliardi di euro e il Corpo di solidarietà europea, con 1,3 miliardi di euro). La Commissione inoltre moltiplica per 1,6 rispetto all’attuale bilancio i fondi per ricerca, innovazione, spazio, investimenti strategici (187,4 miliardi), con un aumento di nove volte per investimenti nelle trasformazioni digitali (12 miliardi), e la creazione un fondo InvestEU.

Un capitolo ad hoc è dedicato all’Eurozona, con due strumenti: 25 miliardi di euro per «accompagnare» le riforme strutturali, e 30 miliardi per un fondo di stabilizzazione per sostenere Stati membri colpiti da gravi crisi. Infine, Bruxelles propone un aumento delle risorse proprie (al momento proventi dell’Iva e dogane), aggiungendo il 20% del mercato delle emissioni o un contributo fondato sulla plastica non riciclata. La proposta dovrà ora essere oggetto di un difficilissimo negoziato tra gli Stati membri, che dovranno decidere all’unanimità. Austria, Olanda e Danimarca hanno già protestato contro l’aumento del bilancio, protesta l’Est per i tagli alla coesione (anzitutto Polonia e Lettonia), Parigi definisce «inaccettabile» quelli alla Pac. Più prudente la Germania, che però chiede che, se aumentano i contributi, questo riguardi tutti i pagatori netti. Juncker vorrebbe arrivare a un accordo prima delle europee del 2019, ma sarà arduo.

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