martedì 29 agosto 2017
Da Macron proposte su lavoro e appalti pubblici
L'Ue studia la riforma economica
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Riformare la governance dell’Eurozona creando un ministro delle Finanze ad hoc e un autentico budget comune utile pure per gli investimenti, ispirato a quello del Fondo monetario internazionale. Al contempo, introdurre nuove regole sul mercato del lavoro e sugli appalti pubblici nell’Unione europea, in modo da valorizzare 'un’Europa che protegge'. Secondo diverse fonti convergenti, il presidente francese Emmanuel Macron ha impiegato il vertice di ieri a Parigi e i contatti preparatori per perorare la strategia sempre più esplicita che la Francia approfondisce da mesi in vista di una riforma della macchina economica continentale. Constatando anche l’attendismo tedesco legato alle elezioni in vista, Parigi ha preso l’iniziativa. L’idea prioritaria di modificare l’architettura dell’Eurozona rappresenta ormai il «vero test su scala europea» per il neopresidente francese, ha dichiarato ad esempio Nicolas Veron, analista presso l’Istituto Bruegel di Bruxelles.

Ad incoraggiare Parigi sono adesso pure i discreti segnali di convergenza giunti la scorsa settimana proprio dall’altra sponda del Reno, dove il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schäuble, attraverso una portavoce, si è detto favorevole ad una riforma del Meccanismo europeo di stabilità, in modo da estenderne le competenze ben al di là dell’attuale funzione d’emergenza. Per il ministro tedesco, occorrerebbe attribuire al fondo una funzione preventiva delle crisi e non solo correttiva. In altri termini, è legittimo pensare di poter autorizzare i Paesi dell’Eurozona ad attingere dal fondo rinnovato per il rilancio degli investimenti in periodo di recessione. «Desideriamo un approfondimento dell’Eurozona», ha dichiarato la portavoce, sottolineando che il ministro Schäuble auspica una trasformazione del Meccanismo in una versione europea dell’Fmi, in modo da svolgere «un ruolo accresciuto nella prevenzione delle crisi dell’Eurozona».

Ma in cambio Berlino pretenderebbe un controllo maggiore del Fondo sui progetti di legge finanziaria degli esecutivi dell’Ue e sui livelli d’indebitamento. Nonostante i violini non siano ancora ben accordati, molti osservatori scorgono nella mossa tedesca proprio un segnale di buona volontà indirizzato innanzitutto a Parigi. Intanto, a più breve termine, Parigi difende pure l’idea che «l’Europa non è un supermercato», soprattutto a proposito del nodo dei lavoratori distaccati e su quello degli appalti pubblici. Da una parte, in vista dei prossimi vertici Ue, Macron è deciso a combattere il dumping salariale fra i Paesi Ue: in particolare, quello delle imprese che distaccano lavoratori anche per 2 anni in un altro Stato senza pagare oneri paragonabili a quelli del Paese d’accoglienza. Dall’altra, la Francia vorrebbe riservare i grandi appalti pubblici all’interno dell’Ue alle imprese che detengono almeno metà della loro produzione sul territorio dell’Unione.

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