mercoledì 13 dicembre 2023
Ripagare il debito, interessi inclusi, è costato ai Paesi in via di sviluppo circa 443,5 miliardi di dollari, una cifra aumentata del 5% in un anno. Allerta sul dossier Etiopia
Villaggi alluvionati in Kenya

Villaggi alluvionati in Kenya - Ansa

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I Paesi in via di sviluppo hanno speso circa mezzo trilione di dollari per il loro debito estero nel 2022, drenando risorse che potevano essere dirette a servizi di base come la sanità, l’educazione e l’adattamento al cambiamento climatico. Una situazione che mette i Paesi poveri a rischio di precipitare in una crisi del debito, ha sottolineato oggi Banca Mondiale.

Nel suo ultimo International Debt Report, la banca spiega che ripagare il debito – interessi inclusi – è costato ai Paesi poveri circa 443,5 miliardi di dollari, una cifra aumentata del 5% rispetto all’anno precedente, anche a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Secondo Banca Mondiale, nel biennio 2023-2024 questa cifra potrebbe peraltro ulteriormente crescere di circa il 10%. Per quanto riguarda in particolare i 75 Paesi più poveri del mondo, ripagare il debito estero è costato loro la cifra record di 88,9 miliardi di dollari nel 2022, dato che crescerà del 40% nel 2023-2024. I soli interessi sono quadruplicati dal 2012 fino a 23,6 miliardi di dollari.

Particolare attenzione viene posta in questo periodo verso Paesi come l’Etiopia, una delle cinque principali economie africane che rischia di non riuscire a ripagare nei prossimi giorni obbligazioni in scadenza e di precipitare verso il default. Negli ultimi tre anni sono stati 18 i default in 10 diversi Paesi, un numero totale maggiore rispetto a quanto si fosse verificato negli ultimi due decenni. La Banca mondiale e altri creditori multilaterali hanno distribuito 115 miliardi di dollari in nuovi finanziamenti per i Paesi in via di sviluppo nel 2022.

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