lunedì 7 maggio 2018
Dai dati Istat relativi al mese di aprile si evidenzia una flessione del clima di fiducia degli imprenditori
La ripresa rallenta e la Bce rilancia l'allarme sui dazi
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Nell'economia italiana "si rafforzano i segnali di rallentamento delineando uno scenario di minore intensità della crescita". L'allarme arriva dall'Istat ed è contenuto nell'ultima nota mensile sull'andamento dell'economia italiana relativa al mese di aprile. Mese in cui la fiducia di imprese e famiglie è caratterizzata da una generale tendenza al peggioramento.

Il clima di fiducia dei consumatori è lievemente diminuito mantenendosi sui livelli comunque elevati. L'indice composito del clima di fiducia delle imprese ha evidenziato un peggioramento influenzato dai giudizi negativi delle imprese del commercio mentre quelle delle costruzioni sono le uniche a fornire un quadro positivo. Nel settore manifatturiero il peggioramento della fiducia è attribuibile quasi interamente alla componente degli ordini. A conferma del parziale rallentamento della produzione, nel primo trimestre il grado di utilizzo degli impianti ha segnato un lieve arretramento. L'indicatore anticipatore, sintetizza l'Istituto, si mantiene su livelli elevati anche se si confermano i segnali di decelerazione delineando uno scenario di minore intensità. Per quanto riguarda il primo trimestre dell'anno, l'economia italiana è cresciuta allo stesso ritmo dei trimestri precedenti. La produzione del settore manifatturiero e le esportazioni hanno registrato invece alcuni segnali di flessione. L'occupazione è tornata ad aumentare anche se il processo di crescita dell'occupazione femminile ha segnatouna pausa. L'inflazione si è confermata moderata e inripiegamento.

Intanto la Bce torna ad esprimere preoccupazione per gli effetti del protezionismo sull'economia mondiale. Il commercio internazionale e l'economia dell'area euro mostrano infatti segnali di rallentamento. Un'escalation "significativa delle tensioni commerciali rischia di far deragliare la ripresa in corso nel commercio e nelle attività globali" riferisce la Banca centrale europea nel rapporto 'Implicazioni delle crescenti tensioni commerciali per l'economia globale'. Secondo le rilevazioni della Bce, l'impatto sul commercio e sulla produzione globale "potrebbe essere rilevante" e uno scenario in cui gli Stati Uniti aumentano notevolmente le tariffe sui beni importati da tutti i partner commerciali, che a loro volta reagiscono simmetricamente contro il Paese, genererebbe "un risultato chiaramente negativo" per l'economia globale. In tale scenario l'impatto potrebbe essere "particolarmente grave" per gli Stati Uniti.

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