lunedì 17 aprile 2023
Nelle stime definitive, l'Istituto di statistica ha limato al ribasso le sue stime. Secondo Confcommercio, ad aprile è previsto un ulteriore rallentamento
Inflazione, a marzo -0,4%, +7,6% il dato annuo

Reuters

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Nelle stime definitive l'Istat ha rivisto al ribasso il dato sull'inflazione di marzo al +7,6%. Nella stima preliminare era +7,7%. A marzo si stima che l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività al lordo dei tabacchi registri una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento del 7,6% su base annua, da +9,1% nel mese precedente.

Rallenta anche la crescita del cosiddetto “carrello della spesa”: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una seppur lieve decelerazione in termini tendenziali (da +12,7% a +12,6%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto mostrano una più decisa frenata (da +9,0% a +7,6%).

Nei giorni scorsi l’Ufficio studi di Confcommercio ha stimato che ad aprile è atteso un ulteriore rallentamento dell'inflazione con una riduzione dello 0,3% congiunturale e di una crescita del 7,5% nel confronto annuo. "Il rallentamento è determinato esclusivamente dalla riduzione dei prezzi dell'energia e del gas. Il percorso di rientro, seppure ben avviato, non appare privo di incognite - si legge nel bollettino di Confcommercio - L'inflazione di fondo continua, infatti, ad aumentare, e vi sono ancora elementi di tensione nel settore alimentare. Solo nei prossimi mesi si assisterebbe a una compressione più marcata della variazione dei prezzi al consumo, tale da portare a fine 2023 l'inflazione congiunturale su valori prossimi a quelli medi osservati nell'ultimo decennio prima della pandemia".

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