lunedì 10 aprile 2023
Dodicesimo calo mensile consecutivo dell'indice globale della Fao. «Ma continuano ad aumentare nei mercati interni, soprattutto nei Paesi poveri»
Un uomo porta sacchi di grano distribuiti gratuitamente dal governo in Pakistan

Un uomo porta sacchi di grano distribuiti gratuitamente dal governo in Pakistan - Epa-Ansa

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Le quotazioni internazionali delle materie prime alimentari sono diminuite a marzo per il dodicesimo mese consecutivo. L’indice dei prezzi del cibo elaborato dalla Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha segnato un calo del 2,1% il mese scorso, scendendo a 126,9 punti, 32,8 punti in meno rispetto al picco di marzo del 2022. Il calo, spiega la Fao, è stato reso possibile dall’estensione dell’accordo sul grano del Mar Nero, dall'ampia disponibilità di forniture a livello globale e dalla debole domanda di importazioni. Particolarmente forti il calo mensile del prezzo dei cereali (-5,6%), dell’olio vegetale (-3%) e dei prodotti lattiero-caseari (-1,1%), che hanno contribuito a fare scendere l'indice generale.

La contrazione dei prezzi delle materie prime, però, tarda a farsi sentire sui consumatori finali, soprattutto nei Paesi poveri. «Mentre i prezzi sono diminuiti a livello globale, sono ancora molto alti e continuano ad aumentare nei mercati interni, ponendo ulteriori sfide alla sicurezza alimentare – ha spiegato Máximo Torero, capo economista della Fao –. Ciò è particolarmente vero nei paesi in via di sviluppo importatori netti di alimenti, con la situazione aggravata dal deprezzamento delle loro valute rispetto al dollaro americano o all'euro e dall'aumento del debito».



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