mercoledì 22 febbraio 2023
Un convegno a Roma a un anno dalle modifiche agli articoli 9 e 41 che hanno introdotto nella Carta la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Amato: cambiamenti significativi
ASviS: la riforma costituzionale bussola per la transizione ecologica

Ansa

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La riforma costituzionale dello scorso anno, che ha introdotto negli articoli 9 e 41 l’obbligo della Repubblica di tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, in un’ottica di giustizia anche verso le future generazioni, “è una bussola molto importante nel percorso verso la transizione ecologica”. Viene a determinarsi “una maggiore integrazione tra dimensione ecologica e dimensione economica, anche se questo non è un punto di arrivo ma di partenza”. Così Pierluigi Stefanini, presidente dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) ha introdotto questa mattina a Roma l’evento “Costituzione, ambiente e future generazioni”, in occasione del primo anniversario dell’inserimento in Costituzione del principio di “giustizia intergenerazionale”. Una modifica, ha ricordato Stefanini, “proposta nel 2016 da Enrico Giovannini”, direttore scientifico dell’ASviS, presente all'evento. “Noi sottolineiamo che bisogna cambiare modello di sviluppo perché quello attuale non è sostenibile – ha evidenziato Stefanini -. C’è un dialogo fecondo tra istituzioni e società civile, ma c’è spesso un divario tra l’analisi critica sulla situazione difficile che vive il Paese e le soluzioni. Credo però che questo risultato delle modifiche costituzionali introdotte sia qualcosa che ci dà fiducia per essere ancora più incisivi e determinati”.

"Il Parlamento ha ritenuto di approvare una modifica agli articoli 9 e 41 della Costituzione per esplicitare l'impegno nei confronti della tutela dell'ambiente e dell'eredità da trasmettere alle giovani generazioni", ha sottolineato in un messaggio diffuso nel corso dell’evento il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Sono sfide che si rinnovano nella storia dell'umanità – ha aggiunto il Capo dello Stato - e che hanno visto le Nazioni Unite, con l'Agenda 2030, indicare con puntualità quali sono gli obiettivi possibili e necessari in questo arco di tempo. L'Unione Europea e la Repubblica non possono evadere un impegno in questa direzione".

La riforma costituzionale, che accelera il passo verso l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, non può non determinare importanti cambiamenti delle politiche e dei comportamenti degli operatori economici, sociali e istituzionali. Secondo il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato, i “due nuovi articoli 9 e 41 danno finalmente all’Italia una posizione di rilievo nella salvaguardia dell’ambiente come bene comune dell’umanità. Sono le uniche parole appropriate, queste, rispetto alle dimensioni del problema che abbiamo davanti, perché siamo arrivati al punto di poter prevedere tra qualche decennio condizioni non più compatibili con la sopravvivenza del genere umano. Ecco allora il significato nuovo che viene ad assumere la formula “nell’interesse delle future generazioni”. Siamo quindi davanti a un cambiamento di grande rilievo”.

Secondo la ministra per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, l'introduzione della tutela dell'ambiente in Costituzione è "una delle più importanti riforme costituzionali approvate dal Parlamento e riflette non soltanto la crescente consapevolezza e sensibilità della pubblica opinione e delle forze politiche sui temi ambientali, ma anche l'evolversi dell'orientamento stesso della giurisprudenza costituzionale in materia". Casellati ha evidenziato che "ora si tratta di tradurre in buona pratica politica il nuovo dettato costituzionale, che naturalmente va correlato e bilanciato con gli altri principi costituzionalmente garantiti, da quello al lavoro a quello alla libertà d'impresa, per citarne alcuni".

Per Simone Morandini, vicepreside dell’istituto di studi economici di Venezia, “viviamo un tempo caratterizzato da un impatto umano sempre più evidente sia sull’ambiente che sulle comunità umane e sono forse solo avvisaglie dell’impatto futuro”. Ora diventa finalmente “centrale il riferimento all’interesse delle future generazioni”. E “anche se il termine non appare, la sostenibilità entra in Costituzione”. “Una Costituzione, peraltro, non è un elenco di proposizioni indipendenti, ma una rete di relazioni in cui tutto è connesso”, ha evidenziato Morandini, sottolineando che anche gli altri articoli costituzionali saranno influenzati da un nuovo sentire normativo e il rischio che la guerra in Ucraina metta tra parentesi la sfida per la decarbonizzazione.

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