lunedì 17 agosto 2009
Il pontefice all'angelus domenicale prosegue la riflessione sull'Assunta: dicendo sì a Dio come Maria, l'uomo già sulla terra può sperimentare la gioia del Cielo. IL TESTO INTEGRALE
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Dicendo "sì" a Dio e a quella "sorta di scambio" tra anima e corpo che si esprime nella "comunione fraterna e nel servizio al prossimo", la vita eterna "incomincia quaggiù ", e sarà possibile "sperimentare già sulla terra la gioia del Cielo": con queste parole Benedetto XVI ha introdotto questa mattina a Castel Gandolfo la preghiera dell'Angelus domenicale, il giorno dopo quello dell'Assunta con il quale ha celebrato ieri la figura della Madonna e la sua Assunzione al cielo in anima e corpo.Proprio da questa "corporeità" di Maria, donna della quale Dio "ha assunto il corpo umano per entrare nella nostra condizione mortale", papa Ratzinger ha tratto oggi spunto per spiegare che tra Dio e gli uomini non vi è un rapporto univoco, ma "una sorta di scambio". Uno scambio - ha detto - "in cui Dio ha sempre la piena iniziativa ma, in un certo senso, ha anche bisogno di Maria, per preparare la materia del suo sacrificio: il corpo e il sangue, da offrire sulla Croce quale strumento di vita eterna e, nel sacramento dell'Eucaristia, quale cibo e bevanda spirituali". Una richiesta - ha aggiunto - che "vale anche per ogni uomo e ogni donna". "E se noi diciamo 'si", come Maria" - ha affermato il pontefice - "veniamo assunti nella divinità di Colui che ha assunto la nostra umanità". Un legame di anima e corpo che fa dire a papa Ratzinger che "questo mistero di vita eterna incomincia quaggiù", "si celebra nella liturgia" e "si esprime nella comunione fraterna e nel servizio al prossimo"
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