lunedì 10 agosto 2009
Il presidente della Cei nella solennità di San Lorenzo: «Oggi sembra che il bene e il male dipendano dall’opinione pubblica, vale a dire da ciò che gli altri – rappresentati come maggioranza – pensano sui valori. Come se ciò che è morale o immorale dipendesse, in fondo, dai numeri». Un parametro arbitrario a cui il cristiano deve dire «no», affermando la priorità della coscienza.
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Seguire le orme di san Lorenzo, che si presenta ai cristiani come un campione di libertà, perché per affermare la libertà della Chiesa rispetto a un imperatore ingiusto (Valeriano, che gli intimava di consegnargli tutti i beni della Chiesa di Roma), ha pagato con la vita. È l'invito lanciato oggi alla Chiesa dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, nell'omelia dedicata alla solennità di San Lorenzo nella cattedrale di Genova, dedicata al santo. «Oggi i poteri ingiusti che vorrebbero imprigionare la libertà del credente - ha spiegato Bagansco -, sono molti. Siamo noi disposti a pagare il prezzo della libertà che Gesù ci ha donato? A volte, purtroppo, il prezzo è ancora la persecuzione fisica, la tortura e la morte, come in alcune parti del mondo. Tranne quella del Santo Padre, non sento voci corali alte, forti e costanti a condannare tanta intolleranza e violenza. E’ necessario – e lo vediamo in molti campi, dalla libertà religiosa alla vita, dalla giustizia alla pace – insistere con tenacia perché le orecchie dei responsabili prestino attenzione e giungano a decisioni coerenti».Uno di questi poteri ingiusti, ha continuato Bagnasco, «e forse il più subdolo e strisciante, è il dominio della cosiddetta opinione pubblica. Sembra che il bene e il male dipendano dall’opinione pubblica, vale a dire da ciò che gli altri – rappresentati come maggioranza – pensano sui valori. Come se ciò che è morale o immorale dipendesse, in fondo, dai numeri. A dire il vero, c’è anche chi ritiene e proclama che non ha più senso parlare di moralità e di immoralità poiché, essendo impossibile - essi pensano - conoscere la verità delle cose, ognuno decide individualmente e assolutamente ciò che è bene o meno, basta non disturbare troppo gli altri. Salvo poi constatare che, col passare del tempo, questo “disturbare non troppo” restringe sempre di più il suo campo, e la libertà individuale – coincidente con le voglie e i desideri soggettivi – si allarga sempre di più nell’affermazione e nell’imposizione di sé». Al termine dell'omelia Bagnasco si è anche interrogato sulle conseguenze sociali di questa errata concezione della libertà individuale: «Quale tipo di società potrà uscire, se non una società incerta e fragile, esposta al più forte, seppur illusa di essere libera perché liberata dalle categorie morali valide per tutti? - ha detto Bagnasco -. Il bene e il male non può essere deciso con i numeri, ma in virtù di quella voce universale che è nel cuore di ogni uomo e che è la coscienza. [...] . All’imperatore, che in quel momento storico aveva la pretesa di essere l’opinione pubblica e di definire i valori in modo arbitrario, Lorenzo dice “no!”, e afferma un “prima” che niente e nessuno può scavalcare. È il “prima” dell’etica che affonda le radici nel cuore creato da Dio. Oggi diremmo che san Lorenzo non solo ha difeso la libertà della Chiesa, ma anche ha difeso a caro prezzo la libertà dell’uomo, la sua umanità, la fonte di ogni vera democrazia».
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