venerdì 20 marzo 2020
Intesa Viminale-Difesa. Guerini: pronti i 7mila militari di 'Strade sicure', ma potrebbero essere di più L’esecutivo risponde così alle pressanti richieste dei governatori
Ecco la nuova stretta. In campo anche l’Esercito

Ansa

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È sera quando, dopo una giornata di riunioni e valutazioni, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini conferma come il governo intenda rispondere alle richieste pressanti giunte dalle Regioni. «D’intesa col ministro dell’Interno Lamorgese, ho dato piena disponibilità all’utilizzo dei militari impegnati in “Strade sicure” per la gestione dell’emergenza Coronavirus », fa sapere Guerini. E poiché le richieste dai territori sono tante, non è escluso l’impiego di un numero di soldati superiori ai 7mila impiegati nell’operazione in corso. Le Forze armate, aggiunge, sono pronte a fare la loro parte «sia sul fronte sanitario che nel controllo del territorio». Dunque, attraverso un nuovo provvedimento, l’ulteriore stretta del governo potrebbe arrivare già oggi, insieme a una proroga delle misure in atto oltre il 3 aprile e ad altri interventi per rispondere alle pressanti richieste di governatori e sindaci. Ieri, durante la riunione giornaliera in teleconferenza a Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte ha analizzato coi suoi ministri le possibili misure da introdurre per tentare di arginare i comportamenti scorretti di chi ancora continua a spostarsi senza motivo, vanificando il sacrifico imposto a milioni di italiani e gli sforzi del sistema sanitario per contenere l’epidemia.

Il pressing delle Regioni.
Già da mercoledì Sicilia e Campania avevano sollecitato l’ausilio dell’Esercito per controllare le strade. E ieri i governatori leghisti di Veneto e Lombardia hanno invocato norme più rigide e immediate: «C’è troppa gente in giro. Chiedo al governo che vengano emessi provvedimenti ancora più rigorosi», avverte il presidente lombardo Attilio Fontana, che in serata ha telefonato al premier chiedendo «un massiccio utilizzo dell’Esercito come presidio, insieme alle forze dell’ordine, per garantire il ferreo rispetto delle regole vigenti, partendo dalle 'corsette' e dalle passeggiate». Gli fa eco l’omologo veneto Luca Zaia: «Negli ospedali c’è un bollettino di guerra, eppure la gente passeggia, abbiamo foto con situazioni non in linea con il tema del restare a casa, dell’avere prudenza». Al governo, Zaia chiede misure più restrittive «rispetto ai passeggi, alle corse. Mi spiace, so cosa significhi non poter uscire, ma l’alternativa è la terapia intensiva, i ricoveri e i contagi. Spero inoltre che il governo si decida a chiudere quei pochi negozi rimasti aperti la domenica ».


Fontana (Lombardia): «Troppa gente in giro, serve più rigore. Anche con blocco dei trasporti e della produzione». Zaia (Veneto): «È un bollettino di guerra eppure c’è gente che passeggia» Un militare impegnato nell’operazione 'Strade sicure'

Il presidente della Valle d’Aosta Renzo Testolin si è mosso in proprio, vietando ieri con un’ordinanza l’attività motoria e sportiva (sia a piedi che in bicicletta), chiudendo i cantieri e consentendo spostamenti a a piedi solo per lavoro, necessità o salute. E anche il Friuli Venezia Giulia è intenzionato a imitarlo. I dati del Viminale riferiscono di 53mila denunce in 8 giorni per violazione del divieto di circolare senza validi motivi, 8mila solo ieri. «Gli italiani hanno bisogno di misure drastiche. Qui nei giorni scorsi sembrava di stare in vacanza, tutti al mare, in bicicletta o a correre. Ora ho emesso una ordinanza severissima che vieta ogni tipo di attività sportiva e motoria all’aria aperta, basta passeggiate», dice Alessandro Giulivi, sindaco di Tarquinia ( Viterbo).

Le ipotesi in campo.
La ministra dei trasporti Paola De Micheli ha già firmato il decreto con nuove limitazioni nei trasporti ferroviari e marittimi (merci escluse). Inoltre, l’esecutivo lavora a un nuovo Dpcm: accanto alla stretta sulle «attività all’aperto» finora consentite, potrebbero entrare nel provvedimento misure più restrittive per supermercati, bar nelle stazioni di servizio cittadine e uffici. E la prospettiva di un ritorno alla “normalità” pare lontana: «Quando si raggiungerà il picco e il contagio comincerà a decrescere, non si potrà tornare subito alla vita di prima», ha detto il premier Conte al Corriere della Sera. «Siamo dinanzi al momento più difficile che la storia ci abbia mai messo davanti – considera il ministro della Salute Roberto Speranza –. Ci sono ancora giorni difficili, ma insieme, uniti, ce la faremo». Dal centrodestra, dopo l’invito del Colle all’unità, si fa sentire il leader della Lega Matteo Salvini: «Resto a Roma, attendo che Conte mi chiami per avanzare proposte».

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