giovedì 19 marzo 2020
Il convoglio dell'esercito ha attraversato la città di notte: salme verso l'Emilia per essere cremate. L'assedio del virus continua: ore di angoscia in case e ospedali ormai allo stremo
I camion allineati a Bergamo

I camion allineati a Bergamo - Foto sui social

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Il cupo lamento dei motori strappa la coltre di silenzio che avvolge la via Borgo Palazzo deserta. Sono da poco passate le dieci della sera, la gente si affaccia alle finestre. Qualcuno punta lo smartphone e scatta un'immagine che resterà tristemente nella storia. Trenta camion dell'esercito in ordinata fila percorrono lentamente il percorso che va dal cimitero al casello dell'autostrada.

Trasportano 65 bare che Bergamo non può più seppellire, che non riesce più nemmeno a cremare. I militari le scorteranno a Modena e Bologna, poi le ceneri torneranno dai loro cari. E' l'unica processione funebre che la città può permettersi. Dalla finestra la gente guarda, piange. Le lacrime scendono silenziose, i padri nascondo il volto tra le mani per non farsi vedere dai figli. Bergamo soffre in silenzio, prova a tenersi tutto dentro come sempre ha fatto. Ma è un dolore troppo forte stavolta. In pochi minuti tracima sui social, tra reazioni di sgomento e incredulità.

“Non posso credere che stia succedendo” scrive qualcuno. Arrivano messaggi da tutta Italia. Iniziano a chiamare amici, colleghi che non sentivi da una vita. “Vi siamo vicini, vi vogliamo bene. Resistete”. Poi partono le condivisioni, l'istantanea del corteo militare rimbalza fino in Grecia. Da Atene scrivono: “Non vi conosciamo, ma ci dispiace tanto per quello che state vivendo”.

Ci si aggrappa anche a questo, in questi giorni e notti terribili, per non impazzire. Schiacciati tra il bollettino di guerra (ieri la provincia ha superato i 550 morti, 93 in un giorno) e la paura di vedere il virus insinuarsi anche nella tua vita. Non c'è famiglia che non abbia un malato per cui stare in ansia, a casa con la febbre o in ospedale con il respiratore. Manca l'aria, e non è un modo di dire. La Siad, l'azienda cittadina che produce bombole d'ossigeno, ha visto aumentare la domanda del mille per cento negli ultimi giorni. Chiamano tutti: ospedali, cliniche, croci verdi, bianche e blu. E anche i malati che non sono stati ricoverati, che stanno lottando nel loro letto. Servono bombole portatili e nelle farmacie scarseggiano. I carabinieri fanno la spola per consegnarle, insieme ai farmaci e se serve addirittura la spesa.

La palestra dell'ospedale di Ponte San Pietro di Bergamo è stata adibita a Camera Mortuaria in assenza di posti, 18 marzo 2020

La palestra dell'ospedale di Ponte San Pietro di Bergamo è stata adibita a Camera Mortuaria in assenza di posti, 18 marzo 2020 - Ansa/Fotogramma

E' una battaglia che mobilita tutti a Bergamo, ma che necessita di rinforzi. Il Papa Giovanni XXIII da giorni è al limite del collasso, come gli altri presidi e le cliniche private, ormai tutte schierate sulla linea di contenimento del Covid-19. L'idea di fare un ospedale da campo, spuntata martedì, sembrava essersi incagliata. Mancano i medici che dovrebbero gestirlo, ha denunciato Gori mercoledì sera. Ma poi il governatore Fontana ha garantito: "Li abbiamo trovati, i lavori ripartono". Sperando che facciano in fretta. Altrimenti non riusciremo a spezzare l'assedio di questo maledetto virus.

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