venerdì 16 aprile 2021
La promessa del premier Draghi. Intanto si lavora per un rientro in sicurezza
In classe al tempo del Covid

In classe al tempo del Covid - Fotogramma

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È in piena attività il cantiere che sta lavorando al rientro in presenza, di tutti gli studenti, «almeno per un mese», come auspicato la scorsa settimana dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. Che poco fa ha annunciato: dal 26 aprile tutte le scuole, di ogni ordine e grado, riprenderanno in presenza al 100% nelle zone gialle e arancioni. Un bel passo in avanti, soprattutto per le superiori, che finora, in zona arancione, potevano frequentare, in presenza, dal 50 al 75% al massimo.

«L’obiettivo era e resta il ritorno in presenza e in sicurezza, quando l’andamento dei contagi lo consentirà», fanno sapere dal ministero dell’Istruzione. Da viale Trastevere ricordano che, proprio in queste settimane, sono tornati a riunirsi i tavoli prefettizi sul trasporto pubblico locale e che i 150 milioni che il decreto Sostegni ha previsto per la messa in sicurezza delle scuole (circa 18mila euro a istituto), sono già stati messi a disposizione dei presidi. Al momento, si tratta di risorse riservate alle scuole statali, anche se in Parlamento sono stati presentati emendamenti per destinare almeno 30 milioni anche alle scuole paritarie, che con 12mila istituti e 900mila alunni, raccolgono il 10% della popolazione scolastica.

Tra gli ostacoli da superare per il rientro in presenza, c’è anche il disagio di tanti studenti dopo un intero anno di didattica a distanza. «Non trovano più il coraggio e la forza di rientrare a scuola», lancia l’allarme la vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, Cristina Costarelli, preside del liceo scientifico “Newton”, uno dei più grandi di Roma. La dirigente è preoccupata dall’aumento della dispersione scolastica, provocato dalla pandemia con il conseguente ricorso massiccio alla Dad, che nel Lazio ha raggiunto quasi il 25% e nel Mezzogiorno supera il 40%. Sulla strada del rientro, però, c’è l’aumento dei contagi tra studenti e insegnanti, con 100 classi in quarantena soltanto a Roma. «I numerosi docenti in isolamento accanto alle assenze per le vaccinazioni in atto – aggiunge la preside Costarelli – in diversi casi obbliga alla riduzione dell’orario e a fare stare in didattica a distanza, in via eccezionale, classi che dovevano stare in presenza».

Al momento, secondo dati ministeriali, il 72% del personale scolastico ha ricevuto la prima dose, quota che, in Lombardia, sale all’84% degli insegnanti. I problemi del vaccino Astrazeneca stanno, però, portando un alto numero di docenti a rinunciare a vaccinarsi. Secondo un sondaggio online della Tecnica della scuola, il 7,7% dei prof non intende vaccinarsi, mentre il 48,6% di chi ha ricevuto la prima dose ha detto che farà anche la seconda, ma il 21,6% si fermerà alla prima e il 20% è ancora indeciso. Sette insegnanti sui dieci, in ogni caso, sono favorevoli al rientro in presenza di tutti gli studenti anche nelle zone rosse. Più cauti gli studenti.

«Sul rientro in classe sono spaccati a metà per la paura dei contagi», sottolinea il direttore di Skuola. net, Daniele Grassucci. Che ricorda come «il vero problema » resti quello dei trasporti: soltanto uno studente su quattro dichiara che la situazione su treni e bus è «nettamente migliorata» rispetto ai mesi scorsi. Sulla sicurezza dei mezzi interviene direttamente il presidente di Asstra, Andrea Gibelli. «Le nuove tecnologie, oggi adottate da molte imprese – sottolinea – quale la nebulizzazione di ioni di argento, consentono di uccidere il virus sulle superfici trattate per una settimana». Lo stesso Presidente del Consiglio ha ricordato gli stanziamenti effettuati per la sicurezza dei mezzi: «Sono stati stanziati 390mln per un programma di trasporti pubblici locali da attuarsi con le Regioni, ci sono dei limiti al 50% (della capienza ndr.) ma è stato fatto molto».

Intanto, fervono i lavori anche per l’organizzazione dei centri estivi che saranno dedicati agli adolescenti oltre che ai bambini e nei quali si farà anche sport, con una importante novità: la sottosegretaria con delega allo sport, Valentina Vezzali, ha proposto che si prevedano corsi sportivi gratuiti per le famiglie con un Isee inferiore ai 25mila euro, coinvolgendo le federazioni e le associazioni del settore. Ieri si sono riuniti i Comuni, le Province e il governo, per continuare a mettere a punto l’organizzazione dei centri che partiranno alla fine delle lezioni, l’8 giugno. Tra le attività che verranno programmate - lingue, informatica, teatro, musica, arte, scienze, tecnologia, teatro - ci saranno sicuramente quelle sportive, visto che il 48% dei bambini e il 30% dei ragazzi in questo lungo periodo di pandemia ha smesso di fare sport.

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