martedì 10 dicembre 2024
Intesa al Mimit: il gruppo rinnova per un anno la commessa di Trasnova. Urso: inizia un percorso nuovo Soddisfatti sindacati e opposizioni, ma la guardia resta alta
Il presidio permanente presso lo stabilimento Stellantis di Pomigliano

Il presidio permanente presso lo stabilimento Stellantis di Pomigliano - Ansa

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Il primo segnale del dopo-Tavares è arrivato. Timido, provvisorio, precario, ma abbastanza forte da cambiare il Natale di circa 400 lavoratori dell’indotto Stellantis. Rinnovando le commesse di un anno, il gruppo crea le condizioni per revocare le lettere di licenziamento. Tira un sospiro di sollievo anche il governo, assediato dalla vertenza dell’automotive, anche se ora va affrontato in modo strutturale il nodo delle produzioni italiane a breve e medio termine.

Il fatto-chiave della giornata si è svolto al ministero delle Imprese e del made in Italy. Dopo un breve tira e molla mattutino, arriva la schiarita per Trasnova, con il ritiro di tutte le 97 lettere di licenziamento che erano state indirizzate nei confronti dei lavoratori che gestiscono la movimentazione delle automobili negli impianti ex Fiat. Lavoratori che ieri, provenienti dagli stabilimenti di Mirafiori, Cassino, Pomigliano d’Arco e Melfi, avevano hanno fatto sentire la loro voce a Roma. Ritirate anche le lettere di licenziamento delle società subappaltanti. Tra queste, Logitech aveva infatti avviato procedure per 101 unità, Teknoservice aveva mandato nel panico 51 dipendenti. Salvi a tempo anche gli addetti di Csa.

Stellantis che si è impegnata alla proroga del contratto di fornitura per dodici mesi. Mesi durante i quali si dovrà trovare comunque una soluzione per i lavoratori, diversificando le attività e utilizzando gli strumenti di legge previsti dalle situazioni di crisi. «Lo stop ai licenziamenti annunciato da Trasnova e il rinnovo della commessa di Stellantis rappresentano un segnale concreto di responsabilità in un momento cruciale per il settore automobilistico. La nostra bussola è la tutela del lavoro e della produzione italiana, gestendo nel modo più condiviso possibile la transizione in atto. Mi auguro che sia l'inizio di un nuovo e fattivo percorso anche con Stellantis», ha evidenziato ad accordo chiuso il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. L’intesa «nasce nel solco del senso di responsabilità di Stellantis che, nei giorni scorsi, aveva dato la propria disponibilità a supportare Trasnova per risolvere questa delicata situazione», fa notare il gruppo. In realtà, il comparto della movimentazione auto è composta per gran parte di lavoratori che erano in passato a tutti gli effetti lavoratori Fiat, poi vittime della cosiddetta “terziarizzazione”.

Il buon esito parziale della battaglia condotta negli ultimi giorni dai lavoratori Trasnova, in particolare davanti ai cancelli dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, rappresenta - questo l’auspicio non solo dei sindacati, ma anche del governo - l’inizio di una nuova fase dei rapporti con Stellantis, sia per quanto riguarda la tutela dell’indotto sia per quanto riguarda le produzioni di vetture in Italia. Sciolto il primo nodo, il governo ora è pronto a immettere liquidità in manovra. «Credo che arriveremo a trovare circa 1 miliardo per sostenere l’industria dell’auto», annuncia il vicepremier Antonio Tajani.

Soddisfatte, ma ancora guardinghe, Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, che nei giorni scorsi hanno individuato nella battaglia dei lavoratori di Trasnova una sorta di argine contro l’eventuale tentativo di Stellantis di “rottamare” l’indotto. Soddisfazione anche dai leader politici, accorsi nei giorni scorsi a Pomigliano. «È una buona notizia, ma la battaglia non si ferma», avverte la segretaria del Pd Elly Schlein. «Il Movimento è stato al loro fianco dal primo minuto», sottolinea il presidente del M5s, Giuseppe Conte. Lato maggioranza, invece, si rivendicano i meriti del ministro Urso e della premier Giorgia Meloni, che nei giorni scorsi si è espressa pubblicamente contro i licenziamenti.

Ora occhi al 17 dicembre: al Mimit verrà il numero uno di Stellantis per l'Europa allargata, Jean Philippe Imparato. Il manager ha già reso noto che saranno date indicazioni concrete su ogni stabilimento. Tra i capitoli ancora aperti c'è però quello della gigafactory di Termoli. Stellantis ha annunciato un investimento in Spagna con il gruppo Catl fino a 4,1 miliardi di euro per costruire un impianto europeo di batterie al litio a Saragozza, ma ha chiarito che il progetto integra quello di Termoli.

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