Binotto sfida la Formula 1: «Il futuro è Audi»
L’ex team principal della Ferrari racconta la nuova avventura con il marchio tedesco: guiderà la scuderia svizzera Sauber pronta a diventare Audi nel 2026

Ha trascorso oltre metà della sua vita fra gli studi in ingegneria e le corse di F1. Mattia Binotto, 56 anni compiuti il 3 novembre, ne ha trascorsi 28 alla Ferrari, dove da responsabile dei motori all’epoca di Michael Schumacher nel 1995, a Team Principal, ruolo fortemente voluto da Sergio Marchionne, ha percorso tutti i gradini della carriera. Prima di essere estromesso da Maranello, nel 2023, a favore di Fred Vasseur, che era alla Sauber. Nel percorso di destini incrociati, è stato lo stesso Mattia Binotto a rilevare il posto del manager francese, conducendo per mano la Sauber verso la fine della propria storia agonistica, cominciata 55 anni fa dal fondatore Peter Sauber. E a guardare i risultati, la sfida a distanza è stata vinta da Binotto. Anche se in maniera diversa. Perché Vasseur ha ereditato una Ferrari che aveva fatto il record di vittorie negli ultimi anni grazie a Binotto e ha concluso il mondiale 2025 al quarto posto senza nemmeno una vittoria. Mentre Mattia Binotto, nella Sauber ereditata da Vasseur, è riuscito nell’impresa di risalire la classifica iridata, lasciando l’ultimo posto e portando pure sul podio Nico Hulkenberg, il pilota tedesco che mai, prima di Silverstone 2025, su quel podio ci era salito. Chiude la Sauber, apre Audi, un marchio storico, importante nel mondo dell’auto, che dal 2026 affronta la sfida della F1 con tante incognite, partendo proprio da quella squadra Sauber, unica in Svizzera, capace di attirare l’attenzione di tanti.
Binotto, Abu Dhabi è stato l’ultimo atto della Sauber e dal lunedì successivo è cominciata l’avventura Audi in F1: cosa significa per lei questo passaggio di consegne?
«Mi ha fatto piacere lavorare un anno e mezzo in Sauber, sono svizzero (è nato a Losanna il 3 novembre 1969, ndr) e ho vissuto in Svizzera, per cui c’era un legame con questa squadra. Finita l’università la prima domanda di assunzione l’ho fatta proprio alla Sauber, ma non ho mai avuto una risposta… Dopo 28 anni mi ci sono ritrovato a lavorarci con il ruolo di responsabile del team. In qualche modo mi ha fatto piacere lavorare in Sauber per un anno e mezzo, preparando il terreno al futuro, infatti sapevamo già che il progetto era più ampio e ambizioso, come l’arrivo in F1 di Audi. Dopo 28 anni di Ferrari, Audi era l’unico team con cui avrei accettato di lavorare per la sfida che rappresenta, perché è un marchio che nel motorsport ha sempre vinto in tutte le categorie in cui si è cimentata. Per quello che rappresenta, direi che questa sfida è epocale. Sono contento, sto molto bene oggi e sono molto curioso di vedere la prossima stagione e gli anni successivi come evolveranno».
«Mi ha fatto piacere lavorare un anno e mezzo in Sauber, sono svizzero (è nato a Losanna il 3 novembre 1969, ndr) e ho vissuto in Svizzera, per cui c’era un legame con questa squadra. Finita l’università la prima domanda di assunzione l’ho fatta proprio alla Sauber, ma non ho mai avuto una risposta… Dopo 28 anni mi ci sono ritrovato a lavorarci con il ruolo di responsabile del team. In qualche modo mi ha fatto piacere lavorare in Sauber per un anno e mezzo, preparando il terreno al futuro, infatti sapevamo già che il progetto era più ampio e ambizioso, come l’arrivo in F1 di Audi. Dopo 28 anni di Ferrari, Audi era l’unico team con cui avrei accettato di lavorare per la sfida che rappresenta, perché è un marchio che nel motorsport ha sempre vinto in tutte le categorie in cui si è cimentata. Per quello che rappresenta, direi che questa sfida è epocale. Sono contento, sto molto bene oggi e sono molto curioso di vedere la prossima stagione e gli anni successivi come evolveranno».
Dal prossimo anno comincia tutto di nuovo, soprattutto per i nuovi regolamenti tecnici mancano dei riferimenti: la vede come una cosa positiva o la notte è costellata da dubbi?
«È un grosso punto interrogativo per tutti perché il cambio regolamentare è il più grande degli ultimi 30 anni e non è solo un semplice cambio di norme tecniche: cambia il telaio, il motore, l’aerodinamica. Cambia radicalmente il modo in cui le vetture verranno utilizzate e il modo cui farle andare più veloci. Se fino ad oggi abbiamo sempre immaginato un circuito veloce come Monza con pochi alettoni per andare forte in rettilineo, in futuro si avranno anche lì alettoni al massimo dell’incidenza per sfruttare al massimo l’aderenza in curva, ma con gli alettoni mobili è come avere un Drs (il sistema che apre e chiude l’ala in vigore fino al 2025, ndr) che si attiva durante tutto il giro. Cambia completamente il modo di intendere la vettura. È un punto interrogativo per tutti, certo non da perderci il sonno, ma rappresenta una bella sfida per tutte le squadre, siamo tutti affascinati da questi nuovi regolamenti cercando di fare il meglio».
«È un grosso punto interrogativo per tutti perché il cambio regolamentare è il più grande degli ultimi 30 anni e non è solo un semplice cambio di norme tecniche: cambia il telaio, il motore, l’aerodinamica. Cambia radicalmente il modo in cui le vetture verranno utilizzate e il modo cui farle andare più veloci. Se fino ad oggi abbiamo sempre immaginato un circuito veloce come Monza con pochi alettoni per andare forte in rettilineo, in futuro si avranno anche lì alettoni al massimo dell’incidenza per sfruttare al massimo l’aderenza in curva, ma con gli alettoni mobili è come avere un Drs (il sistema che apre e chiude l’ala in vigore fino al 2025, ndr) che si attiva durante tutto il giro. Cambia completamente il modo di intendere la vettura. È un punto interrogativo per tutti, certo non da perderci il sonno, ma rappresenta una bella sfida per tutte le squadre, siamo tutti affascinati da questi nuovi regolamenti cercando di fare il meglio».
Sauber in Svizzera ha rappresentato la storia della F1, resterà qualcosa a Hinwil, sede della squadra, o verrà tutto trasferito in Germania e in Inghilterra?
«Le storie non si concludono mai, come squadra Audi di F1 manterremo il passato Sauber attraverso le macchine e chissà mai, attraverso un museo, la tradizione e la storia non si può e non si deve cancellare. Stiamo costruendo su quella che era la Sauber, con la sede e le persone, alcune rimarranno. È importante costruire su qualche base solida e la Sauber in passato, oltre ad aver vinto anche delle gare, rappresenta un punto importante della storia della F1, non solo in Svizzera ma nel panorama mondiale. È una bella storia che va mantenuta».
«Le storie non si concludono mai, come squadra Audi di F1 manterremo il passato Sauber attraverso le macchine e chissà mai, attraverso un museo, la tradizione e la storia non si può e non si deve cancellare. Stiamo costruendo su quella che era la Sauber, con la sede e le persone, alcune rimarranno. È importante costruire su qualche base solida e la Sauber in passato, oltre ad aver vinto anche delle gare, rappresenta un punto importante della storia della F1, non solo in Svizzera ma nel panorama mondiale. È una bella storia che va mantenuta».
C’è poi l’aspetto sportivo del 2025, perché da Cenerentola della F1, ultima in classifica nel 2024, c’è stato un passo in avanti con piazzamenti importanti, con un podio per Hulkenberg nel GP di Gran Bretagna.
«Siamo molto contenti dei nostri due piloti, di Nico Hulkenberg, il più esperto con 250 GP all’attivo, e di Gabriel Bortoleto, il brasiliano di origini italiane debuttante, ma molto sostanzioso durante l’anno; credo non sia più una sorpresa visto la sua crescita, ha vinto il titolo mondiale di F3 e di F2 al primo anno di partecipazione. Per noi è stata una stagione importante, era dal 2012 che la Sauber non faceva tutti questi punti, l’abbiamo fatto sviluppando la macchina e abbiamo fatto un grosso passo in avanti significativo».
«Siamo molto contenti dei nostri due piloti, di Nico Hulkenberg, il più esperto con 250 GP all’attivo, e di Gabriel Bortoleto, il brasiliano di origini italiane debuttante, ma molto sostanzioso durante l’anno; credo non sia più una sorpresa visto la sua crescita, ha vinto il titolo mondiale di F3 e di F2 al primo anno di partecipazione. Per noi è stata una stagione importante, era dal 2012 che la Sauber non faceva tutti questi punti, l’abbiamo fatto sviluppando la macchina e abbiamo fatto un grosso passo in avanti significativo».
Come uomo, guardando al passato Ferrari, cosa ne dice?
«Guardare al passato Ferrari per me è molto difficile. Non sono più dentro la squadra, non conosco le dinamiche, non so cosa stia succedendo e non posso giudicare. Resto un tifoso della Ferrari, sono nato come tifoso e continuo ad essere un tifoso della rossa, anche se lavoro con un altro progetto targato Audi. Mi spiace per i tifosi, per la situazione attuale, mi spiace soprattutto per tutte quelle persone che conosco, con le quali ho lavorato insieme negli anni, conosco il loro valore all’interno della squadra, poi mi auguro che la Ferrari sappia fare un passo in avanti e che possa tornare ad essere competitiva, soprattutto per le persone che vi lavorano e per i tifosi della Ferrari che trovi in giro per il mondo e sono tanti».
«Guardare al passato Ferrari per me è molto difficile. Non sono più dentro la squadra, non conosco le dinamiche, non so cosa stia succedendo e non posso giudicare. Resto un tifoso della Ferrari, sono nato come tifoso e continuo ad essere un tifoso della rossa, anche se lavoro con un altro progetto targato Audi. Mi spiace per i tifosi, per la situazione attuale, mi spiace soprattutto per tutte quelle persone che conosco, con le quali ho lavorato insieme negli anni, conosco il loro valore all’interno della squadra, poi mi auguro che la Ferrari sappia fare un passo in avanti e che possa tornare ad essere competitiva, soprattutto per le persone che vi lavorano e per i tifosi della Ferrari che trovi in giro per il mondo e sono tanti».
Quindi un saluto al passato, Ferrari o Sauber che siano, e uno sguardo al futuro.
«Un grosso saluto al passato, ma più che un saluto al passato, uno sguardo al futuro che è quello cui più teniamo, un futuro Audi, un futuro ambizioso in cui vogliamo riuscire a vincere».
«Un grosso saluto al passato, ma più che un saluto al passato, uno sguardo al futuro che è quello cui più teniamo, un futuro Audi, un futuro ambizioso in cui vogliamo riuscire a vincere».
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