martedì 6 febbraio 2024
La bozza prevede che contro i rapporti sessuali senza consenso esplicito verrà sviluppata una campagna di sensibilizzazione a livello comunitario. La campagna di Amnesty
Violenza sulle donne

Violenza sulle donne - ANSA

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Non diventerà (ancora) un reato definito in tutti i Paesi europei, ma contro i rapporti sessuali senza consenso esplicito verrà sviluppata una campagna di sensibilizzazione a livello comunitario. È quanto prevede la bozza di direttiva su cui il cosiddetto trilogo - il negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio Ue – ha trovato un accordo di compromesso. Il Consiglio, infatti, per l’opposizione di alcuni Stati Ue ha bloccato l’ipotesi di definire sempre come reato di stupro gli atti sessuali in «mancanza di consenso».
L'accordo informale raggiunto martedì dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio comprende misure per prevenire le violenze sessuali, norme più severe sulla violenza informatica e un migliore sostegno alle vittime. Per la prima volta ci saranno norme a livello europeo sulla criminalizzazione di alcune forme di violenza di genere e un migliore accesso alla giustizia, alla protezione e alla prevenzione. Gli Stati membri mireranno a sensibilizzare l'opinione pubblica sul fatto che il sesso non consensuale è considerato un reato penale. La nuova normativa comprenderà inoltre un elenco più lungo di circostanze aggravanti per i reati, compresi i crimini contro una figura pubblica, un giornalista o un difensore dei diritti umani, l'intento di punire le vittime per il loro orientamento sessuale, genere, colore della pelle, religione, origine sociale o convinzioni politiche e l'intento di preservare o ripristinare "onore", norme contro le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati, norme specifiche per i reati online, compreso il rilascio di materiale intimo e il cyber flashing (l’invio di immagini pornografiche o dei genitali senza consenso del ricevente), procedure migliorate per la sicurezza e la salute delle vittime, tenendo conto della discriminazione intersettoriale e dell'accesso all'assistenza sanitaria, compresi i servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, e una migliore segnalazione e raccolta di prove da parte delle autorità. Su richiesta del Parlamento, la Commissione riferirà ogni cinque anni sull'opportunità di rivedere le norme.

«Questa non è la fine di questa campagna, ma solo l'inizio: la direttiva fungerà da trampolino di lancio per i legislatori per rendere il reato di stupro basato sulla mancanza di consenso un reato nel prossimo Parlamento europeo. La lotta continua», ha commentato la relatrice del Ppe Frances Fitzgerald per il negoziato tra Parlamento e Consiglio Ue sulla direttiva contro la violenza sulle donne dopo l'accordo al trilogo. «Siamo riusciti a ottenere un articolo che riconosce per la prima volta a livello europeo che lo stupro è definito dalla mancanza di consenso facendo riferimento all'importanza di prevenire lo stupro e a nuove campagne di sensibilizzazione obbligatorie», spiega Fitzgerald. «Con questo accordo, i reati di mutilazione genitale femminile, matrimonio forzato, condivisione non consensuale di materiale intimo o manipolato, cyber stalking, molestie informatiche, ricezione non richiesta di materiale sessuale materiale esplicito, l'incitamento informatico alla violenza o all'odio annunceranno una nuova era nella lotta contro la violenza per oltre 450 milioni di cittadini nell'Ue».

Su questo tema, Amnesty international Italia ha lanciato l’autunno scorso la campagna #iolochiedo. «Senza consenso è sempre stupro» chiedendo la modifica del Codice penale italiano. Attualmente, infatti, nel nostro ordinamento l’articolo 609-bis punisce solo chi «con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali». E invece nei casi di stupro non sempre viene esercitata un’esplicita violenza fisica. «Ma va ribaltato il piano – ha spiegato ad Avvenire Tina Marinari, coordinatrice della campagna #Iolochiedo di Amnesty International Italia -. Per gli atti sessuali deve esserci sempre un consenso. Esplicito o almeno ben desumibile da un’attiva partecipazione. Se invece una donna dice “no” o resta paralizzata o mostra di non gradire è evidente che il consenso non c’è. E quindi chi continua in quell’atto sessuale sta compiendo uno stupro che deve essere punito come tale».

Alcuni Paesi hanno già modificato le loro normative in questo senso, come ad esempio la Spagna con la legge «Solo sí es sí» nel 2022. Altrettanto hanno fatto la Svizzera e i Paesi Bassi la scorsa estate. Più in generale il consenso esplicito è previsto in 17 nazioni sulle 46 che fanno parte del Consiglio d’Europa. Non ancora, però, in Italia.

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