Dal Quirinale un lessico di pace lungo tutto il 2025
Il bilancio dell'undicesimo anno di presidenza di Sergio Mattarella attraverso i suoi discorsi

Solidarietà, coesione, dialogo sono parole alla base di un senso della comunità nazionale che impone alla politica la nobile arte della ricerca del bene comune. Ma sono anche il cuore del ruolo di arbitro e custode della Costituzione che rendono popolare, al di sopra delle parti, la figura del capo dello Stato. Perché il popolo più di tutto ha a cuore la parola pace e Sergio Mattarella se ne fa interprete nel suo ruolo di garante della continuità dei trattati internazionali e del multilateralismo che li sorregge. Lo dimostra una serie di interventi che spesso hanno trovato eco oltre i confini nazionali e che qui ricomponiamo in un “lessico del Colle” che aiuta a capire e rileggere il 2025.
Tra i discorsi più forti quello del 5 febbraio all’Università di Aix-Marsiglia in cui ha ricordato che la pace non è un dono gratuito della storia. Una pace che è anche memoria condivisa, ha rimarcato il 10 febbraio, al Quirinale, per la Giornata del Ricordo in memoria delle Foibe e dell’esodo dei giuliano-dalmati. Una pace che è anche coraggiosa intrapresa, come ha richiamato all’iniziativa della comunità di Sant’Egidio “Osare la pace”, il 26 ottobre. Ed è anche affermazione del diritto internazionale, come ha detto il 16 novembre a Berlino, Giornata del lutto nazionale. Come è possibile che gli orrori della Seconda guerra mondiale pretendano di ripresentarsi? Mattarella si è dato la risposta con le parole, forti, di Robert Jackson, procuratore del Tribunale di Norimberga. «Se riusciremo a imporre l’idea che la guerra di aggressione è la via più diretta per la cella di una prigione e non per la gloria, avremo fatto un passo per rendere la pace più sicura». Ma, come ha detto a 8mila studenti a Rondine, la pace non è affare solo di diplomatici, ognuno è chiamato a dar vita a pezzi di mondo pacificato, dove diverse culture e opinioni dialogano e si arricchiscono reciprocamente. E questo vale pure per la politica. Perché un confronto “guerreggiato” – ha ricordato Mattarella qualche giorno fa a tutti i leader presenti per gli auguri alle alte cariche al Quirinale – allontana i cittadini dalle urne, e di fronte a una affluenza scesa al 40 per cento, nessuno può far finta di niente.
Solidarietà
Una società che «paradossalmente» vive di eccessive connessioni e sviluppa solitudini, ma vive anche di una «ricchezza di valori e comportamenti» solidali. Così si è espresso Mattarella nella cerimonia per le onorificenze a 31 “eroi del quotidiano”: «Non sono eroi, bensì persone che vivono della normale quotidianità, nel senso di comunità e nel bisogno di non isolarsi. Non sono eccezioni, tante altre si ispirano a questi valori, per rendere la società più accogliente e voi li rappresentate tutti. È importante sottolineare quanto ossigeno queste iniziative recano alla vita comune».
Premiazione a 31 “eroi della porta accanto”
Dialogo
Davanti a 8mila studenti alla cittadella della Pace di Rondine, sulle colline aretine, per la festa di fine anno, rispondendo a Chiara, di quarta liceo, Mattarella indica un “modello Rondine” per il «dialogo internazionale nella Comunità del mondo». Perché «il rapporto personale è indispensabile per il tessuto della pace che si costruisce nella vita quotidiana della società e nei rapporti tra gli Stati. Nella storia, quando gli Stati si sono guardati con diffidenza, con sospetto, con chiusura reciproca, si è giunti quasi sempre alla guerra». Bisogna aprirsi alla «collaborazione di ogni genere», che «crea contatti, rapporti, conoscenza, lavoro, obiettivi comuni».
Youtopic fest a Rondine, Cittadella della pace
Comunità
«Ogni persona, non può realizzare se stessa se condannata alla solitudine di una dimensione soltanto virtuale. Si riafferma un basilare valore della scuola. Costruire una comunità. I giovani hanno bisogno di amicizia, guardandosi negli occhi nascono idee, sgorgano sentimenti, si sperimenta la vita. L’assenza di questi elementi, fa crescere disagio ed emarginazione». Inaugurando l’anno scolastico all’istituto penale per minori di Nisida (Napoli)insieme a Jovanotti, il presidente richiama l’esempio di Carlo Acutis che propone un «approccio nuovo».
Inizio anno scolastico all’istituto penale per minorenni di Nisida
Multilateralismo
Nella cerimonia del Ventaglio Mattarella parla della tendenza ad «accantonare la centralità del multilateralismo. Anche attraverso il tentativo di screditare il ruolo dell’Onu, facendo perno su lacune della sua azione, che derivano da egoismi di singoli stati». A 80 anni dall’approvazione della Carta delle Nazioni Unite si chiede: «Il mondo sarebbe stato migliore senza l’Onu?». Ma purtroppo «vi è chi si dedica a guerre di conquista, a prove di forza, a perseguire il dominio sui propri vicini. Come avveniva 132 anni fa»: un clima che originò due guerre mondiali.
Cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare
Disinformazione
«La tentazione della frammentazione si insinua nelle relazioni internazionali con la ripresa di un metodo di ostilità che misura i rapporti internazionali». Così il capo dello stato, parlando alla XVIII Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia. Attraverso «pericolose attività di disinformazione» si attenta alle «opinioni pubbliche dei Paesi democratici, cercando di affermare inediti ma opachi centri di potere sottratti alla capacità normativa degli Stati sovrani e degli organismi sovranazionali. Centri di potere dotati di influenza sui cittadini e sulle scelte politiche».
Conferenza degli ambasciatori italiani
Europa
Ripensare all’Europa, e lavorare per renderla sempre più vicina ai popoli e alle persone. Il presidente della Repubblica si rivolge all’intera Commissione europea e alla sua presidente, Ursula von der Leyen, nel secondo giorno della sua visita alle istituzioni Ue, e li sprona a essere «efficaci nel fornire risposte rapide e razionali alle esigenze e alle fondate preoccupazioni dei nostri cittadini dell’Unione». Quello che stiamo vivendo è «un momento storico davvero decisivo per la nostra Unione», rimarca, che «induce a ripercorre la strada compiuta in questi decenni, e pur consapevoli di lacune e ritardi, avvertire l’orgoglio della costruzione europea che tutti abbiamo contribuito a edificare».
Intervento davanti al Collegio dei commissari della Ue
Costruttori
Nel suo messaggio per 46a edizione del Meeting di Rimini dal titolo: “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, Mattarella dice che «abbiamo bisogno di costruttori di comunità. Costruttori di convivenza, di pace, di partecipazione, di solidarietà. Costruttori di una società capace di governare i mutamenti restando umana nelle fondamenta e nella civiltà. Non possiamo dare per scontate - aggiunge - le conquiste che le precedenti generazioni ci hanno trasmesso. Libertà, democrazia, pace, modello sociale, vanno continuamente rigenerati nella fedeltà ai loro presupposti valoriali. Rigenerati e condivisi».
Messaggio per l’apertura del Meeting di Rimini
Isolamento
Nel messaggio di fine anno scorso Mattarella, partendo dal dato drammatico dei suicidi in carcere, aveva sostenuto che «i detenuti devono respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti al crimine». Per il Giubileo dei detenuti nel braccio femminile del carcere di Rebibbia, ribadisce che i reclusi non devono essere «isolati dal mondo esterno», essendo «parte della nostra Repubblica». Occorre garantire «prospettive, futuro, ripresa rinascita». Loda l’impegno degli operatori e dei volontari, ma sottolinea che permane «una condizione totalmente inaccettabile».
Al braccio femminile di Rebibbia per il Giubileo dei detenuti
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