venerdì 29 maggio 2020
Report settimanale dell'Iss: "Si raccomanda cautela, specialmente nel momento in cui dovesse aumentare per frequenza ed entità il movimento di persone sul territorio nazionale"
Mascherina anche per riposarsi su una panchina

Mascherina anche per riposarsi su una panchina - Pino Ciociola

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L’aumento dei contagi finora non sembra risentire della fine del lockdown, lo scorso 18 maggio (siamo al dodicesimo giorno), anzi continua a calare lievemente. Però resta il problema Lombardia, visto che fra i nuovi casi di oggi (516), quasi sette su dieci sono in Lombardia (354) e che la Regione da giorni non scende sotto il 60% del totale. Le morti aumentano leggermente rispetto a ieri, rimanendo però sotto le cento. Per il resto, in Abruzzo è il primo giorno senza contagi, in Umbria il terzo consecutivo, in Basilicata il quarto degli ultimi cinque. E non si segnalano nuovi casi neanche in Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Molise, Sicilia, Sardegna. A Roma città, infine, si registrano 3 nuovi casi (compreso 1 nel Comune di Fiumicino) ed è l'aumento più basso dall’inizio della pandemia.

A proposito. Il report dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute relativo alla settimana dal 18 al 24 maggio, appunto la prima post lockdown, svela che “nella pressoché totalità delle Regioni e Province autonome il trend settimanale dei nuovi casi diagnosticati per data di diagnosi/prelievo è in diminuzione e gli indici di trasmissibilità sono al di sotto di 1”. Fra l’altro, “per quanto riguarda la stima dell’indice di trasmissibilità, si sottolinea che quando il numero di casi è molto piccolo, alcune Regioni possono averlo temporaneamente a 1 a causa di piccoli focolai locali, che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo rappresenti un elemento preoccupante”. Conclusione e morale del report? "Si raccomanda cautela specialmente nel momento in cui dovesse aumentare per frequenza ed entità il movimento di persone sul territorio nazionale".

Equilibrio insomma buono, eppure ancora precario. Quanto meno in quattro o cinque Regioni. Basterebbe cioè un nulla per fare il balzo decisivo in avanti e altrettanto per farne di nuovo indietro. E nelle ultime due settimane la situazione preoccupa un po’ in Lombardia, poco in Piemonte e Liguria, decisamente meno nel Lazio, in Veneto e in Emilia Romagna, quasi nulla nelle altre Regioni (con cinque o sei che hanno già almeno un giorno toccato quota zero contagi). Non a caso stamane il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha parlato delle “diminuzioni dappertutto”, ma anche di “Italia a tre velocità”.

In tutto questo, c’è poi lo strano caso del Lazio, che si trova all’ottavo posto nazionale per numero complessivo di decessi, al settimo posto per numero di casi totali dall’inizio della pandemia, al quarto per numero di attualmente positivi, addirittura al secondo insieme al Piemonte per numero di ricoverati nelle terapie intensive e al terzo per numero di ricoverati nei reparti ospedalieri Covid, praticamente insieme sempre al Piemonte. Però in Piemonte gli attuali positivi (5.658) sono un po’ meno del doppio di quelli nel Lazio (3.163).

A volerla tradurre in percentuali, in Lombardia risulta ospedalizzato oltre il 16% degli attuali positivi al Covid e in Piemonte il 19%, il 15% è la media nazionale, che invece nel Lazio sale quasi al 28%. Significa che in Regione finiscono in una struttura sanitaria poco meno di tre persone ogni nove che contraggono il coronavirus.

Vediamo l’aggiornamento quotidiano dei numeri dalla Protezione civile.

Nuovi contagi. Sono 516 (venerdì 652, sabato 669, domenica 531, lunedì 300, martedì 397, mercoledì 584 e ieri 593) e 354 di questi si registrano in Lombardia (venerdì 293, sabato 441, domenica 285, lunedì 148, martedì 159, mercoledì 186+198 e ieri 382), cioè oltre il 68%. I tamponi effettuati sono 72.135 (venerdì 75.380, sabato 72.410, domenica 55.824, lunedì 35.241, martedì 57.674, mercoledì 67.324 e ieri 75.893), con un rapporto di positività che riscende quasi al minimo, a 0,7% (ieri allo 0,8%).

Morti. Sono 87 (venerdì 130, sabato 119, domenica 53, lunedì 92, martedì 78, mercoledì 117 e ieri 70) e 38 di questi sono in Lombardia (venerdì 57, sabato 56, domenica 3, lunedì 34, martedì 22, mercoledì 58 e ieri 20), dove si superano i 16mila morti. Va segnalato che la Regione Marche “ha effettuato un ricalcolo del numero dei deceduti, decurtandone 11 che non risultano classificabili come Covid-19”. Così il totale nazionale sale a 33.239 dall’inizio della pandemia.

Totale dei casi. Sono 232.248 le persone che hanno contratto il Covid-19 (compresi guariti e deceduti) dall’inizio della pandemia, cioè i contagiati accertati finora.

Attuali positivi. Sono 46.175 (venerdì 59.322, sabato 57.752, domenica 56.594, lunedì 55.300, martedì 52.942, mercoledì 50.966 e ieri 47.986), 1.811 in meno rispetto a ieri (venerdì meno 1.638, sabato meno 1.570, domenica meno 1.158, lunedì 1.294,martedì 2.358, mercoledì meno 1.976 e ieri meno 2.980).

Ricoverati nelle terapie intensive. Sono 475 (venerdì 595, sabato 572, domenica 553, lunedì 541, martedì 521, mercoledì 505 e ieri 489).

Ricoverati in reparti ospedalieri ordinari. Sono 7.094 persone (venerdì 8.957, sabato 8.695, domenica 8.613, lunedì 8.185, martedì 7.917, mercoledì 7.729 e ieri 7.379), 285 meno di ieri.

In isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Sono 38.606 persone (venerdì 49.770, sabato 48.485, domenica 47.428, lunedì 46.574, martedì 44.504, mercoledì 42.732 e ieri 40.188), cioè sempre l’84% degli attuali positivi.

Guariti e dimessi. Sono complessivamente 2.240 (venerdì 2.160, sabato 2.120, domenica 1.639, lunedì 1.502, martedì 2.677, mercoledì 2.443 e ieri 3.503), portando il numero totale dall’inizio della pandemia a 152.844.

Le Regioni. I casi attualmente positivi sono 22.683 in Lombardia, 5.658 in Piemonte, 3.564 in Emilia-Romagna, 3.163 nel Lazio, 1.849 in Veneto, 1.352 nelle Marche, 1.283 in Puglia, 1.255 in Toscana, 1.137 in Sicilia, 994 in Liguria, 986 in Campania, 770 in Abruzzo, 410 nella Provincia autonoma di Trento, 323 in Friuli Venezia Giulia, 190 in Sardegna, 154 nella Provincia autonoma di Bolzano, 162 in Molise, 159 in Calabria, 33 in Basilicata, 31 in Umbria e 19 in Valle d’Aosta.

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