venerdì 29 maggio 2020
Attenzione massima a nuovi eventuali focolai. L'Oms, "Prepariamoci a nuove ondate che si diffonderanno molto velocemente"
In attesa di capire se e quando ci si potrà muovere anche fra Regioni

In attesa di capire se e quando ci si potrà muovere anche fra Regioni - Pino Ciociola

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Chissà se è un’anticipazione o un’ipotesi: "Ci avviamo nella prossima settimana a una sfida ancora più importante, data dal fatto che sarà liberalizzata la mobilità tra le regioni e anche quella internazionale”, fa sapere Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, in audizione poco fa davanti alla Commissione Bilancio di Montecitorio. Una sfida alla quale serve “capacità ancora più attenta e più precisa di monitorare i fenomeni e di rispondere laddove si dovessero verificare casi o piccoli focolai". Negli stessi momenti, l’Organizzazione mondiale della Sanità, attraverso le parole del suo inviato David Nabarro, mostra su scala mondiale allarmato realismo: il coronavirus "non è sparito" e con l’allentamento delle restrizioni dobbiamo prepararci all’arrivo "di nuove ondate che si diffonderanno molto velocemente".

Torniamo in casa nostra: il passato è pessimo, il presente abbastanza buono, il futuro lo sa Dio. “Possiamo individuare un’Italia a tre velocità - continua Brusaferro -, ma in tutte le regioni c’è un decremento". Insomma, "Abbiamo superato la curva di picco dell’infezione e siamo nella discesa, in una fase di controllo della situazione, che richiede però attenzione particolare”. Detto questo, appunto “Il virus è ancora presente e i comportamenti adottati sono la misura più efficace per ridurre la sua diffusione”. Quindi "l’obiettivo della sanità pubblica è controllare i focolai”. Anche perché è pacifico che gran parte del "serbatoio della diffusione" sia costituito dai positivi asintomatici.

Ancora sul futuro, quello poco più lontano: "Ottobre è il mese in cui cominciano le patologie respiratorie, non a caso consigliamo il vaccino”. Così, avvisa il presidente dell’Iss “tanto più ci si avvicina a questo periodo, all’autunno, tanto più ci si avvicina a una seconda ondata. Sappiamo che in autunno aumenta la possibilità di trasmissione, anche perché non stiamo più all’aperto". Sarebbe a dire che “una patologia come il Sars-Cov-2, che è trasmessa da droplet (le minuoscole goccioline di saliva che emettiamo anche solo parlando, ndr), si può maggiormente diffondere e si può confondere con altre sintomatologie di tipo respiratorio" e "la famosa ipotesi della seconda ondata è collegata a questo, che, dal punto di vista tecnico scientifico è un dato obiettivo”.

Riaprire intanto adesso le Regioni, tutte, sì o no? “I virus non vedono i confini amministrativi - annota Brusaferro -. E’ chiaro che viaggia per focolai e per connessioni, ovvero per trasporti. Per controllare la diffusione c’è la necessità di misure che superino i concetti regionali". Come se ne esce? "Dovendo affrontare una fase così delicata come quella della riapertura - replica Brusaferro -, è chiaro che dal punto di vista tecnico scientifico si prendono in considerazione tutte le variabili” e si incrociano. Non c’è allora solamente “il famoso R0 uguale a 1 che è diventato un mantra” e con il quale “purtroppo si danno pagelle”. Morale, “il Comitato tecnico scientifico non ha detto ‘scegli tra 92 scenari’, ma in realtà profila scenari verosimili. Sceglie poi il decisore”. Quello politico.

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