sabato 24 ottobre 2020
In vigore dal 26 ottobre. Coprifuoco e centri commerciali, decidono le Regioni. Chiuse palestre, piscine, calcetto, cinema, teatri. Superiori, Dad al 75%. La "raccomandazione": no spostamenti inutili
Tamponi drive in alla Cecchignola a Roma

Tamponi drive in alla Cecchignola a Roma - Ansa

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Giuseppe Conte ha firmato stamattina il nuovo Dpcm che prevede pesanti restrizioni dal 26 ottobre al 24 novembre. In giornata è prevista una conferenza stampa del premier, probabilmente insieme al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, poiché adesso i riflettori si spostano sui "ristori economici" da mettere a disposizione delle attività penalizzate: bar, ristoranti, palestre, piscine, cinema, teatri, sale-scommesse. Si ipotizza una cifra iniziale di "ristori" pari a 2 miliardi. C'è l'ipotesi che il Consiglio dei ministri sul decreto-ristoro si svolga già nel pomeriggio di modo che restrizioni e aiuti entrino in vigore contemporaneamente.

QUI IL TESTO DEL DPCM DEFINITIVO, IN VIGORE DAL 26 OTTOBRE

Il Dpcm non prevede un vero e proprio coprifuoco, ma una chiusura generale delle attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) fissata dalle 18 alle 5 del mattino per tutta la settimana, compresa la domenica. Inizialmente, era previso un blocco totale di domenica e nei festivi, poi saltato nella stesura definitiva. La misura su bar e ristoranti è stata oggetto di un duro scontro sia con le Regioni sia, nella notte, nel confronto interno al governo. I governatori chiedevano provvedimenti meno drastici e ristori immediati per le categorie penalizzate e premevano per spostare la chiusura alle 23 con servizio al tavolo e alle 20 al banco. Il governo, però, tira dritto. Unica concessione, l'apertura 5-18 anche di domenica. Mentre i centri commerciali resterebbero per il momento aperti, anche nei weekend, a meno che a disporre la serrata del fine settimana non siano le ordinanze regionali.

È in ogni caso questa la misura più drastica che il governo mette in campo per frenare il contagio e provare ad evitare quel "lockdown" che già alcune Regioni, Campania e Puglia in testa, hanno iniziato a chiedere - salvo retrocedere, stesso ieri, alla luce dell'imminente stretta nazionale -.

BAR E RISTORANTI, STRETTA PESANTE (MA ASPORTO E CONSEGNE SALVE)

A decorrere dal 26 ottobre 2020 e sino al 24 novembre le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle18.00; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi; dopo le ore 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico; resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi limitatamente ai propri clienti; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nonché, fino alle ore 24,00, la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Nessuno stop invece per mense e catering aziendali. Salvo il commercio che seguirà gli orari normali, ma i negozi dovranno indicare e far rispettare il numero di presenze interno ai locali. Nessuna norma specifica per i centri commerciali: sceglieranno le Regioni.

NEGOZI, BARBIERI, PARRUCCHIERI, ESTETISTE: PER ORA NESSUNA SERRATA

Il Dpcm non prevede la chiusura dei servizi alla persona, ma delega alle Regioni la possibilità di varare restrizioni in base all'andamento dell'epidemia. Per i negozi, norme preventive rafforzate: deve essere esposto all'esterno il numero massimo di persone che possono entrare nel locale e il rispetto dei limiti deve essere scrupoloso.

NO COPRIFUOCO MA FORTE RACCOMANDAZIONE SULLA MOBILITA'

Nella bozza non è prevista invece una norma che blocchi ufficialmente la mobilità: piuttosto, è "fortemente raccomandato" a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune. Definitivamente vietate le feste e i banchetti a seguito di cerimonie religiose. Nella bozza c'era l'invito esplicito a non spostarsi in comuni diversi da quello di residenze. Il riferimento è espulso dal testo, resta l'appello generico ad evitare spostamenti inutili.

CHIUSE PISCINE, PALESTRE, CINEMA, TEATRI E SALE SLOT. STRETTA DEFINITIVA AL CALCETTO

Il prezzo più pesante, nella bozza di Dpcm, lo pagano piscine, palestre, centri benessere, centri termali, cinema, teatri e sale-scommesse, sale-giochi, Bingo, casinò: tutto chiuso sino al 24 novembre. Il ministro dello Sport Spadafora sino a ieri ha provato a difendere i nuovi protocolli di piscine e palestre, ma ha dovuto cedere. Confermato lo stop al calcetto amatoriale, nel nuovo Dpcm sembra ora vietata anche la possibilità di svolgere gli allenamenti nelle società sportive per adolescenti, ragazzi e bambini. Confermato anche lo stop alle discoteche. Non incorrono in uno stop, per ora, i musei. Sospesa la convegnistica in presenza, non l'attività fieristica nazionale e internazionale. Le piscine restano aperte per le attività di tipo terapeutico. Chiusi anche centri culturali, centri sociali, centri ricreativi. Le feste dopo le cerimone religiose sono definitivamente vietate.

SCUOLA, DAD PER LE SUPERIORI PUÒ SALIRE AL 75%

Adeguandosi a diverse ordinanze regionali, il Dpcm cambia anche il quadro di riferimento per la scuola: fermo restando, si spiega, che l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza, per contrastare la diffusione del contagio, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, per una quota pari al 75 per cento delle attività, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l'ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9,00. Alle Università è lasciata autonomia organizzativa tra presenza e teledidattica. Le Regioni hanno chiesto di alzare la soglia del Dpcm al 100%, ma nei fatti i governatori, con le loro ordinanze più restrittive, possono comunque arrivare a vietare la didattica in presenza. Nel testo definitivo salta l'obbligo di comunicare al ministero dell'Istruzione la quota di Dad che si adotterà: si procederà attraverso le decisioni delle Regioni e attraverso i poteri dell'autonomia scolastica.

ANCORA CONSENTITI GLI SPOSTAMENTI TRA LE REGIONI

Sabato, nel confronto con i capigruppo di maggioranza e opposizione, Conte aveva anche ipotizzato il ritorno al divieto di mobilità tra le Regioni salvo motivi di lavoro e salute. La misura al momento non è contenuta nel Dpcm di cui si attende il varo.

RISTORI, PER ORA DISPONIBILI 2 MILIARDI

Quanto al tema dei ristori economici a chi subirà chiusure o restrizioni di orari, la riunione dei ministri capodelegazione con Conte ha indicato una cifra disponibile di 2 miliardi, per il momento. Il decreto-ristoro dovrebbe arrivare, secondo quanto annunciato, entro i prossimi giorni.

POTERI DEI SINDACI

Confermata la norma anti-Movida che consegna ai sindaci la possibilità di chiudere piazze e strade a partire dalle 21 e di chiudere parchi pubblici. Serrata invece per parchi tematici e di divertimento.

MESSE E ACCESSO AI LUOGHI DI CULTO, NON CAMBIA NULLA

Nessuna modifica per quanto riguarda lo svolgimento delle funzioni religiose e l'accesso ai luoghi di culto: valgono i Protocolli in essere.
Resta valido l'obbligo di portare sempre con sé la mascherina e indossarla sempre, a meno che non ci si trovi in una situazione di comprovato isolamento. I concorsi pubblici programmati, che in una prima stesura risultavano sospesi salvo quelli già in itinere, a quanto pare sono invece confermati.
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