venerdì 11 novembre 2022
La Francia accoglie la nave della ong Sos Mediterranée con 230 naufraghi, di cui 57 bambini, ma protesta per il "comportamento inaccettabile" dell'Italia. Tajani: da Parigi reazione sproporzionata
Dalla Ocean Viking tutti a terra. Parigi blocca gli accordi di redistribuzione

Ansa

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Si conclude l'odissea umanitaria della nave Ocean Viking che, con 230 migranti a bordo, ha potuto attraccare venerdì alle 8.30 nel porto di Tolone, scortata da navi francesi e da un elicottero. Le persone sono potute scendere a terra. Tra loro anche 57 minori.

Tolone, in Francia, è il porto sicuro assegnato giovedì dopo una scia di polemiche politiche tra Parigi e Roma ai 230 naufraghi sopravvissuti rimasti a bordo della nave umanitaria, dopo l'evacuazione medica a Catania di tre pazienti e un accompagnatore.

La notizia dell'assegnazione del porto sicuro è stata data dalla stessa Ong francese Sos Mediterranée che gestisce la nave umanitaria Ocean Viking. «Siamo sollevati dal fatto che sia stato assegnato un porto sicuro, ponendo fine a una situazione critica. Ma questa soluzione ha un sapore amaro: 230 donne, bambini e uomini hanno attraversato un terribile calvario - aveva spiegato già giovedì Alessandro Porro, presidente di Sos Mediterranee Italia -. Lo sbarco a quasi tre settimane dal primo soccorso, così lontano dal Mediterraneo centrale è il risultato di un drammatico fallimento di tutti gli Stati europei, che hanno violato il diritto marittimo come mai prima d'ora».

Se a Catania si è assistito agli sbarchi selettivi subiti dalle navi delle Ong di Medici senza Frontiere e di Sos Humanity, una sorte ancora peggiore è toccata alle persone soccorse dalla nave della Ong francese Sos Mediterranée che dal 27 ottobre aveva inviato richieste di assistenza a ripetizione a Italia, e poi in seguito, a Grecia, Spagna e Francia per trovare un porto sicuro ai 234 naufraghi soccorsi nel Mediterraneo centrale. L'opposizione del Governo italiano all'assegnazione di un porto sicuro alle navi delle Ong aveva provocato una crisi politica-umanitaria, nella quale la nave Ocean Viking ha pagato un prezzo ancora più alto, a causa dei toni che si sono alzati tra l'esecutivo italiano e francese.

Withub

La Francia, dunque, ha deciso di accogliere "a titolo eccezionale" la nave Ocean Viking nel porto di Tolone, dopo essere stata respinta dall'Italia. Un terzo dei passeggeri saranno "ricollocati" in Francia, un altro terzo in Germania e "altri Paesi europei hanno espresso la loro volontà di contribuire", aveva spiegato il ministro degli Interni francese, Gerald Darmarin il giorno prima dello sbarco a Tolone, denunciando la "scelta incomprensibile" dell'Italia che si è rifiutata di "rispondere alle molteplici richieste di assistenza da parte della nave mentre era in acque italiane". "La situazione a bordo della nave richiede una azione immediata, ogni ora in più di navigazione pone rischi per i passeggeri" aveva aggiunto il ministro francese.

Le conseguenze sulle relazioni bilaterali tra Francia e Italia

A fronte di questo "comportamento inaccettabile", la Francia ha sospeso l'accoglimento di 3.500 rifugiati al momento in Italia attraverso il meccanismo volontario di redistribuzione.

Nello specifico va ricordato che il meccanismo volontario di solidarietà per la redistribuzione dei migranti fa seguito alla dichiarazione politica adottata lo scorso 10 giugno a Lussemburgo dal Consiglio europeo affari interni, sotto la presidenza di turno francese. Prevede il ricollocamento annuo di circa 10mila migranti individuati principalmente tra le persone salvate in mare a seguito di operazioni Sar nel Mediterraneo centrale e lungo la rotta atlantica occidentale.

La Dichiarazione è stata condivisa da 19 Stati membri e da 4 associati all'Unione europea che quindi partecipano al meccanismo: Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Spagna, Finlandia, Francia, Croazia, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Romania, Danimarca, Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.

L'Italia, come ha ricordato oggi il ministro dell'Interno francese, è il primo beneficiario dei trasferimenti, con 3.500 ricollocazioni di rifugiati previste entro l'estate 2023, sulla base degli arrivi registrati nel nostro paese. Proprio la Francia è stato il primo Paese a partecipare al meccanismo accogliendo, lo scorso 25 agosto, 38 richiedenti asilo che erano sbarcati in Italia. L'operazione è stata preceduta dalle attività di pre-identificazione, foto-segnalamento e controlli sanitari da parte delle autorità italiane e dall'analisi dei dossier individuali e dalle interviste da parte della delegazione francese arrivata appositamente nei centri di accoglienza italiani. Successivamente, a ottobre, con le stesse modalità è stata la Germania ad accogliere 74 rifugiati che erano arrivati in Italia. Una nuova delegazione francese era attesa a breve per farsi carico di ulteriori 50 migranti, ma da ora in avanti c'è lo stop di Parigi. Seppur la Francia sia il Paese che partecipa più "generosamente" al meccanismo, avendo dato la disponibilità ad accogliere 3.500 richiedenti asilo sui 10mila complessivi previsti dall'accordo. Segue la Germania con 3mila.

La Francia aveva anche invitato "tutti gli altri partecipanti" al meccanismo di ricollocamento europeo dei migranti, "in particolare la Germania", a sospendere l'accoglienza dei profughi attualmente in Italia. Così si è espresso il ministro dell'Interno francese Darmanin.

I ministri degli Esteri e dell'Interno: reazione sproporzionata

Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani si tratta di una "reazione sproporzionata" da parte di Parigi. Il titolare della Farnesina aveva quindi aggiunto che "ci sono persone che vogliono venire in Italia. Noi siamo pronti a curarle ma non tutti possono venire in Italia. Sulla redistribuzione non è stato fatto molto per cui bisogna trovare soluzioni con determinazione. Le polemiche non servono a molto, ma una soluzione va trovata in Africa".

Anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi aveva parlato di "reazione incomprensibile". "La reazione che la Francia sta avendo di fronte alla richiesta di dare accoglienza a 234 migranti - quando l'Italia ne ha accolti 90mila solo quest' anno - è totalmente incomprensibile di fronte ai continui richiami alla solidarietà dovuta a queste persone. Ma dimostra anche quanto la postura delle altre nazioni di fronte all'immigrazione illegale sia ferma e determinata. Quello che non capiamo è in ragione di cosa l'Italia dovrebbe accettare di buon grado qualcosa che gli altri non sono disposti ad accettare''.

''In Italia - aveva continuato Piantedosi - quest'anno sono sbarcate quasi 90.000 persone. Tredici Paesi europei si sono impegnati a ricollocare complessivamente circa 8.000 persone, meno di un decimo. Finora ne sono state ricollocate in tutto 117 (lo 0,13% degli arrivati), di cui in Francia 38 (lo 0,04%). A fronte di questi ricollocamenti assolutamente insufficienti, si vuole imporre il principio che l'Italia sia l'unico approdo d'Europa possibile per gli immigrati illegali, determinando così un flusso di ingressi in notevole crescita in questi ultimi tre anni. La solidarietà europea viene sbandierata ma l'Italia ha affrontato finora questo problema da sola e il nostro sistema di accoglienza è in gravissima difficoltà''.

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