giovedì 10 novembre 2022
Scoppia la polemica per il porto (non assegnato dall'Italia) alla nave Ong Ocean Viking invitata da Parigi a sbarcare le persone soccorse in Corsica o a Marsiglia
Migranti in attesa sul ponte della nave Ocean Viking

Migranti in attesa sul ponte della nave Ocean Viking - Sos Mediterranee

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Scontro aperto sui migranti in Europa. Roma è contro tutti. Contro Parigi, che ha attaccato la decisione di non far sbarcare per giorni i profughi arrivati a Catania. E contro Bruxelles che ieri in una nota ufficiale ha preso posizione sul tema. Il tutto è avvenuto nelle stesse ore in cui Giorgia Meloni, parlando al suo partito, tornava sulla vicenda della Humanity 1. «Erano migranti, non naufraghi» ha detto la premier. Mentre l’imbarcazione battente bandiera tedesca lasciava il porto di Catania, restava dunque lunga la scia delle polemiche politiche.
Di fronte al nuovo stallo tra Italia e Francia, la Commissione Europea, che già si era più volte espressa per l’approdo di tutti i migranti, ha deciso intanto di intervenire con più decisione. Non più con le parole di una portavoce, ma con una vera e propria dichiarazione formale «sulla situazione nel Mediterraneo centrale». Che è un pressante appello rivolto evidentemente anzitutto a Roma - di più non può, visto che l’esecutivo Ue non ha competenze in materia. «La Commissione - si legge – chiede lo sbarco immediato, nel più vicino luogo sicuro, di tutte le persone salvate ora a bordo della Ocean Viking». Il che vuol dire ovviamente in Italia, visto che la nave si trova in acque territoriali italiane. Questo perché, si legge nel testo, «la situazione a bordo ha raggiunto un livello critico e deve essere affrontata urgentemente per evitare una tragedia umanitaria». Il tutto ricordando che «l’obbligo legale di salvare e assicurare la sicurezza alle vite in mare è chiaro e inequivocabile, a prescindere dalle circostanze».
Bruxelles però non manca di spendere una buona parola anche a favore dell’Italia. «E’ importante – si dichiara – fornire sostegno agli Stati membri oggetto di regolari arrivi via mare». Non solo: si «chiede a tutti gli Stati membri di lavorare insieme per una risposta comune». Con una promessa. «La Commissione darà nuovo slancio al lavoro per rafforzare la cooperazione tra Stati membri nelle operazioni di ricerca e salvataggio». A breve, ha fatto sapere Bruxelles, convocherà rappresentanti delle capitali per cercare «soluzioni comuni».
Si complica quindi la faccenda delle navi umanitarie respinte. Meloni se l’è presa anche con «la scelta dell’autorità sanitaria (di far sbarcare i migranti rimasti a bordo nave, ndr), che abbiamo trovato bizzarra». Dichiarazione che non è piaciuta sia al presidente dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli perché «bisogna rispettare l’operato dei medici, che hanno agito in scienza e coscienza» ma anche all’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, che ha osservato come il personale sanitario abbia «rispettato il giuramento di Ippocrate». Ed è proprio un medico della Ong Sos Humanity ad accusare l’Italia: «La selezione mi ha fatto vergognare del mio lavoro» ha detto Silvia, lasciando la banchina del porto di Catania. Con l’ok di martedì sera allo sbarco degli ultimi, la vicenda di questa piccola imbarcazione battente bandiera tedesca si è chiusa, così come il caso della Geo Barents. Intanto c’è una nuova tragedia: una ragazza di circa 20 anni è morta a Lampedusa dopo essere stata soccorsa su un barchino stracarico di migranti. Presentava segni di ipotermia: è morta per il freddo. «Si ritorni a rimettere al centro del nostro agire democratico il principio di umanità verso chi è in difficoltà> chiede padre Camillo Ripamonti (Centro Astalli) di fronte all’ennesima tragedia .

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