sabato 21 aprile 2018
La decisione del Consiglio di istituto dell'Itc Carrara. Altri tre alunni sono stati sospesi. Le loro abitazioni sono state perquisite e verranno interrogati. Su di loro pende una denuncia penale.
L'ingresso dell'Itc Carrara (Ansa)

L'ingresso dell'Itc Carrara (Ansa)

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Saranno bocciati tre dei sei studenti quindicenni dell'istituto tecnico commerciale "Francesco Carrara" di Lucca, coinvolti nella vicenda delle offese e minacce al professore di italiano, filmate e poi diffuse in rete. Lo ha deciso il consiglio di istituto riunitosi oggi. Per altri due studenti è stata confermata la sospensione fino al 19 maggio, ammettendoli però agli scrutini finali. Per un sesto studente, il consiglio di classe ieri aveva disposto la sospensione per 15 giorni.

Nel pomeriggio le case dei sei adolescenti sono state perquisite e verranno tutti interrogati nei prossimi giorni. I 15enni indagati sono i quattro ripresi nel video e i due studenti autori dei filmati diventati virali sul web. Tutti sono accusati di concorso nei reati di violenza privata e minacce, perché ritenuti - fanno sapere gli agenti - responsabili di "un'azione complessivamente volta e preordinata a umiliare e dileggiare il professore, anche attraverso la videoripresa e la successiva diffusione dei filmati mediante WhatsApp".



Gli indagati dovranno rispondere anche del tentato furto del tablet contenente i dati scolastici e del registro di classe, che uno di loro ha provato a sottrarre al docente che si rifiutava di dargli un voto superiore al suo rendimento ("Metta 6 - urlava il 15enne nel video - chi è che comanda? si inginocchi!"). Durante le perquisizioni, la polizia di Lucca ha sequestrato gli indumenti indossati dagli indagati nei video e il casco integrale da moto, giallo fluo, usato da uno dei ragazzi per colpire il professore. Ma anche i telefoni cellulari, i cui contenuti sono al vaglio degli investigatori.

I fatti: le minacce, l'umiliazione

Lo studente si avvicina alla cattedra e intima al professore: «Mi metta 6». Poi, non contento, gli punta il dito gridando: «Chi comanda? Si metta in ginocchio». E tutti che ridono. È sconvolgente, il video dell’aggressione a un docente 64enne di italiano e storia dell’Istituto tecnico commerciale “Carrara” di Lucca, girato dai ragazzi e finito in rete. Per questo episodio di bullismo e di prepotenza, sei studenti, tutti minorenni, sono stati iscritti nel registro degli indagati. Nell’individuare i sei, polizia postale e Digos hanno proceduto d’ufficio e il preside della scuola ha anche presentato formalmente una denuncia. Nel frattempo il protagonista della vicenda si è scusato con il prof.

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Avvenire ha scelto di non pubblicare il filmato, che coinvolge minorenni e nel rispetto dovuto all'insegnante.

Ci sarebbero altri tre video

Intanto, ci sarebbero altri tre video, forse registrati in momenti diversi, ma sempre nella stessa classe. con lo stesso professore fatto oggetto di atti di bullismo. E i protagonisti delle angherie verso l'insegnante sarebbero più di uno. Anche queste immagini vengono passate al setaccio dagli investigatori. Non tutti gli alunni della classe sarebbero stati accondiscendenti nei confronti dei compagni che insultavano il professore. Nei video, in sottofondo, si sentirebbero reazioni di sdegno da parte di qualcuno degli studenti. Domani si riunirà il consiglio di classe che dovrebbe adottare le prime azioni disciplinari nei confronti degli alunni coinvolti.

«Non si può più stare a guardare. Le istituzioni devono farsi carico di un profondo problema sociale che riguarda tutti: Stato, istituzioni, settore scolastico, famiglie e ragazzi», dice la parlamentare del M5S, Gloria Vizzini, che sul fatto presenterà un’interrogazione. Di «emergenza educativa», parla il sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, che per i responsabili dell’aggressione al docente chiede una «punizione giusta e ferma». «Spero arrivi anche una punizione socialmente utile – aggiunge –. Andare a fare volontariato nei centri che aiutano concretamente la comunità locale siano essi bambini, anziani, disabili. Un’azione educativa che farà crescere e aiutare a capire che siamo persone e che ci dobbiamo trattare come tali e rispettarci».

Intanto ha superato le 58mila firme, la petizione su "Change.org" dell’associazione Professione insegnante, che chiede una legge contro la violenza sugli insegnanti.

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