venerdì 14 febbraio 2020
Da Vittorio Veneto a Castellammare del Golfo, da Cogliate Brianza a Cupramontana. Sono tanti i parroci che hanno deciso di coinvolgere così le loro comunità ogni volta che viene alla luce un bambino
Le campane suonano a festa anche per i nuovi nati

Le campane suonano a festa anche per i nuovi nati - Pixabay

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È un annuncio dato con le campane a un mondo dove i figli sono sempre meno. Così, la gioia di una vita che nasce viene condivisa da una famiglia con l’intera comunità. Sono tanti i parroci d’Italia che hanno deciso di far suonare a festa per ogni nuovo nato le campane delle loro chiese, stanchi di far muovere il battaglio solo “a morto”. Il fenomeno è diffuso, da Nord a Sud, soprattutto nei piccoli centri dove i lieti eventi sono sempre più rari e i rapporti umani meno complicati da vivere.

Da Cupramontana, 4.800 anime nel cuore delle Marche, dove sin dal 2014 don Giovanni Rossi fa scattare per due minuti le dieci campane della chiesa a ogni nascita (l’ultima volta 15 giorni fa, per festeggiare Sofia), a Castellammare del Golfo, nel Trapanese, dove il parroco di Santa Rita e Santissimo Crocifisso, don Salvo Morgese, commenta: «La vita è un dono che va accolto e festeggiato». Dal 2017 le campane suonano a festa alle 13 in punto del giorno del lieto evento (su richiesta dei genitori, dei nonni o degli zii del neonato) nella parrocchia di San Giuseppe a Cogliate (Monza) guidata da don Mauro Belloni: un gesto definito «rivoluzionario» di fronte al drammatico calo delle nascite e alla dilagante “cultura dello scarto”.

La campana della parrocchia di Cupramontana che don Giovanni Rossi fa suonare ad ogni nascita

La campana della parrocchia di Cupramontana che don Giovanni Rossi fa suonare ad ogni nascita - Sito parrocchia

A Taviano, in provincia di Lecce, invece, è stato il sindaco Giuseppe Tanisi a proporre, nel gennaio scorso, il felice scampanìo per i nuovi nati: e i tre parroci del paese (don Lucio Borgia, don Francesco Marulli e don Franco Francioso), d’accordo col vescovo di Nardò-Gallipoli, monsignor Fernando Filograna, hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa. Ma il Comune salentino fa la sua parte facendo piantumare ogni volta un albero e donando alla famiglia del pargolo un “bonus” di 100 euro da spendere in farmacia per prodotti per la prima infanzia.

A San Martino Valle Caudina, nell’Avellinese, le campane di San Martino Vescovo, accese da don Salvatore Picca, hanno suonato in armonia per salutare Patrizia, la prima nata del 2020, arrivata subito dopo l’incubo vissuto dal paese il 21 dicembre per l’alluvione che l’aveva messo in ginocchio. In un anno, da quando è arrivato il parroco don Andrea De Foglio, le campane della chiesa di San Pietro e Paolo a Pescasseroli, 1.200 metri di quota nel Parco nazionale d’Abruzzo, hanno scandito i cento rintocchi a festa in 25 occasioni: l’ultima proprio ieri per il piccolo Alex figlio di un cattolico e di una cristiana ortodossa.

Nel lungo (e incompleto) elenco ci sono anche le due parrocchie di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, rette da don Ermanno Crestani. Due anni fa la comunità di Verderio , vicino a Lecco, ha cominciato a sentire per la prima volta l’allegra melodia per fare memoria di un lieto evento. «Quando viene al mondo un nuovo figlio di Dio bisognerebbe avvisare la comunità a prescindere dal fatto che il battesimo verrà o meno celebrato – ha spiegato il parroco don Rino Valente –. Così è stato fatto per 17 anni nella comunità dalla quale provengo, Cesana Brianza, dove anche i musulmani venivano a suonare le campane e le registravano per mandare nel loro paese la comunicazione. Spesso i papà erano così commossi fino al pianto e le signore del paese venivano a chiedere chi fosse nato. Così il sorriso contaminava tutti».

A Cesana il Comune informa il parroco dell’avvenuta registrazione all’anagrafe di un pargoletto. Nel Natale di tre anni fa, la decisione del parroco di Lenno e Isola-Ossuccio, monsignor Italo Mazzoni: «È un segno di vicinanza alle famiglie che va oltre le congratulazioni inviate sui telefonini ». Qui, le nascite possono essere annunciate con una telefonata o un sms in parrocchia: poi partirà dal campanile il suono del carillon. A Levico Terme, in provincia di Trento, l’idea è sorta nel 2014 su richiesta dei genitori: da allora suona la campana più piccola, quella dalla voce più dolce, all’insegna della tenerezza.

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