sabato 2 settembre 2023
All’indomani dell’arrivo di Shabbar Abbas in Italia parla Barbara Iannuccelli, avvocata del fidanzato della giovane uccisa a Novellara: «Si è lavorato duramente per arrivare a questo risultato»
L'avvocata Barbara Iannuccelli

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Con la consegna all’Italia del padre Shabbar Abbas, sono stati tutti presi i quattro familiari uomini accusati di aver ucciso la giovane Saman che rifiutava un matrimonio combinato in Pakistan di cui era stato già celebrato il fidanzamento. Manca all'appello l'unica donna, la madre, Nazia Shaheen, latitante da 28 mesi, presumibilmente nella regione del Punjab dove è stato trovato a metà novembre il marito fuggito con lei il primo maggio 2021, la mattina dopo l'omicidio. È la prima volta che una estradizione attiva viene concessa dal Pakistan. Il 47enne è stato trasferito nel carcere di Modena, così da non avere contatti con gli altri tre imputati detenuti a Reggio Emilia: il fratello e zio di Saman Danish Hasnain e i nipoti Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz. Nell'aula della Corte di assise l’8 settembre testimonierà il fratello della vittima, all'epoca dei fatti minorenne: una voce chiave nel costruire l’accusa contro i familiari. Un’altra udienza è fissata per il 15, quando in aula ci sarà il fidanzato di Saman Saqib Ayb. L’ultima udienza è programmata per il 20 ottobre.

«Per te, piccola Saman, e i tuoi sogni sotterrati insieme al tuo giubbottino di jeans. Per te», sono le parole con le quali l’avvocata Barbara Iannuccelli accoglie l’arrivo in Italia di Shabbar Abbas, baffi folti, tunica beige, sorriso beffardo. Iannuccelli rappresenta il fidanzato di Saman, il 22enne Saqib Ayub, che nel processo per omicidio si è costituito parte civile.

Avvocata Iannuccelli, in che stato d’animo il suo assistito ha accolto la notizia dell’estradizione di Shabbar?

Saqib aveva conosciuto Saman su TikTok, per poi scoprire che era la persona con la quale condividere progetti per il futuro. E gliel’hanno ammazzata. Ha 22 anni, “estradizione” per lui è una parola che non significa nulla, lui vuole solo giustizia per sé e per la sua ragazza.

Sarà difficile per lui guardarlo negli occhi?

Penso di sì. Shabbar, saputo della storia d’amore di Saman con Saqib, organizzò spedizioni punitive in Pakistan a casa dei suoi genitori, si presentò sparando in aria per spaventarli e indurre il figlio a interrompere la relazione. Io e il collega Claudio Falletti abbiamo chiesto per loro un permesso di soggiorno in Italia, in modo da garantire protezione. Solo recentemente, grazie all’intervento del governo italiano, i genitori di Saqib sono riusciti a mettersi in salvo nel nostro Paese. Al contrario, la moglie di Hasnain Danish, considerato l’esecutore materiale dell’omicidio, ha avuto il permesso di soggiorno per motivi di giustizia in tempi rapidissimi.

E lei, avvocata, cosa pensa ora che si avvicina la fine del processo?

Ho lavorato tantissimo perché la verità venisse fuori. Questo è un delitto familiare, tutti lo volevano e tutti ne erano a conoscenza. Ho provato un dolore infinito quando ho visto Saman sul lettino dell’obitorio e davanti a lei, come avvocata, mi sono ripromessa di portare a casa un risultato di giustizia. Ma come mamma so bene che la morte non può essere riparata.

L’estradizione di Shabbar è un grande risultato per la giustizia italiana, non crede?

Si è lavorato duramente per arrivare a questo risultato, ma il passo più straordinario l’ha compiuto il Pakistan. L’estradizione di Shabbar è per il Paese asiatico un segnale di civiltà, di grande riconoscimento dei diritti umani, se si considera che casi come quello di Saman nel Paese sono frequentissimi.

Manca all’appello solo la madre di Saman, Nazia. Lei sembra svanita nel nulla. Ci sono speranze di averla in aula?

Penso che sarà difficile. Shabbar dice che la moglie è in Inghilterra, ma non sono stati riscontrati spostamenti. Credo che nessuno si prenderà la briga di cercarla sul serio. Eppure io sono certa che lei ha avuto un ruolo centrale. Nel video che documenta gli ultimi istanti di vita di Saman, si vede Nazia che scosta la mano del marito e conduce la figlia sullo sterrato, dove vengono inghiottite dal buio. Poi torna da sola. Infine, il padre esce e rincasa con lo zaino di Saman. Questo per me è la certificazione della natura familiare del delitto.

Lei è entrata nella casa di Novellara da cui Saman era fuggita. Ha avvertito la sua presenza?

La casa era un tugurio sporco e squallido. Ma c’erano cuoricini e quadrifogli glitterati ovunque. L’unico segno di bellezza in tanta bruttura è quello che aveva lasciato la povera Saman.

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