martedì 27 novembre 2012
​L'azienda chiude lo stabilimento dopo gli ultimi sviluppi giudiziari, gli operai occupano la direzione. Presentato ricorso al riesame: badge riattivati, ma impianti fermi fino al pronunciamento dei giudici. Proteste anche a Genova. Altri 5 indagati: ci sono anche il sindaco e un sacerdote. Il ministro Cancellieri: «Rischi per l'ordine pubblico». Il governo pensa a un decreto per uscire dall'impasse.
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Lavoratori in sciopero all'Ilva di Taranto contro la decisione dell'azienda di chiudere gli impianti.Centinaia di operai hanno prima forzato i varchi della portineria D dello stabilimento e poi sono entrati anche nella Direzione del siderurgico occupandola. I manifestanti hanno poi convinto anche gli impiegati dell'Ufficio personale a lasciare gli uffici.

IL RICORSO

L'Ilva ha avviato al Tribunale del Riesame il ricorso contro l'ultimo intervento della magistratura: fino al suo pronunciamento gli impianti di Taranto rimarranno chiusi. Lo ha deciso il Cda della società. "Spero in un pronunciamento rapido, entro pochi giorni", spiega il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante. Mercoledì si terrà l'incontro tra azienda e sindacati, già programmato per discutere della cassa integrazione annunciata per 1.942 dipendenti, prima della nuova bufera giudiziaria. Per giovedì è fissato un incontro tra governo, sindacati ed enti locali a Palazzo Chigi.Sono stati intanto riattivati i badge ai lavoratori dell'area a freddo, disattivati ieri contestualmente all'annuncio che gli impianti sarebbero stati chiusi. Per ora, a quanto si è saputo, continueranno a lavorare i dipendenti dell'area Servizi e manutenzione, con una riduzione del personale al 50 per cento.

MONTI PENSA AL DECRETO

Il premier Monti ha incontrato al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per fare il punto sulla delicata situazione: nel prossimo consiglio dei minsitri potrebbe essere presentato un decreto legge per sbloccare la vicenda.

CANCELLIERI PREOCCUPATA

Il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri si dice preoccupata dalla situazione. "C'è un rischio notevole per l'ordine pubblico" ha spiegato.

CLINI: LAVORIAMO PER SOLUZIONE

Il governo lavora per trovare una soluzione sull'Ilva entro giovedì quando ci sarà un incontro a Palazzo Chigi con azienda e sindacali. Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. "Stiamo lavorando per risolvere questa situazione in tempi molto rapidi e credo che avremo una soluzione pronta per quando ci incontreremo giovedì. Sarà una riunione operativa, non solo uno scambio di idee, con un provvedimento che consente di superare questa situazione", ha detto il ministro.

CORTEO A GENOVA

È partito il corteo dei lavoratori dell'Ilva di Genova. Dopo pochi minuti di assemblea, le tute blu si sono mosse dallo stabilimento di Cornigliano in direzione ponente, verso la rampa autostradale dell'uscita di Genova Aeroporto. Secondo i sindacati, gli operai in manifestazione sarebbero circa 1500. Il corteo ha bloccato il casello di Genova Ovest, poi anche la sopraelevata: il traffico è andato in tilt. Il blocco al casello è stato tolto poco prima delle 14.

SEVERINO: CONIUGARE DIRITTO AL LAVORO E DIRITTO ALLA SALUTE

"Quello dell'Ilva è un caso estremamente difficile e complesso, bisogna coniugare diritto al lavoro e diritto alla salute" ma in Italia "l'adeguamento alle normative ambientali è assolutamente da fare". Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino a margine di un convegno.

ALTRI 5 INDAGATI

Sono almeno cinque, oltre a quelle indicate nelle ordinanze di custodia cautelare eseguite ieri, le persone indagate nell'inchiesta sull'Ilva di Taranto. Lo si è appreso da fonti giudiziarie. Tra queste ci sono don Marco Gerardo***, il segretario dell'ex arcivescovo di Taranto monsignor Benigno Luigi Papa, e il sindaco di Taranto Ippazio Stefano. ll sacerdote è accusato di false dichiarazioni al pm in relazione ad una presunta tangente di 10mila euro che l'ex responsabile dei rapporti istituzionali dell'Ilva Girolamo Archinà, arrestato ieri, avrebbe consegnato al consulente del Tribunale nonchè ex preside del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti per addomesticare una perizia sulle fonti di inquinamento. Archinà aveva riferito agli inquirenti che quella somma, prelevata da cassa aziendale, non era destinata a Liberti ma si trattava di una elargizione alla curia tarantina. Il sindaco di Taranto è indagato per omissioni in atti d'ufficio in relazione alle prescrizioni a tutela dell'ambiente cittadino. La sua iscrizione nel registro degli indagati sarebbe un atto dovuto derivante da una denuncia di un consigliere comunale.

*** aggiornamento del 1 dicembre 2017

Il Consiglio pastorale parrocchiale del Carmine di Taranto comunica che monsignor Marco Gerardo è stato assolto con formula piena nell'ambito del processo sull'Ilva di Taranto.

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