mercoledì 14 dicembre 2016
Con 169 voti a favore, poco più della maggioranza necessaria il Governo ha ottenuto la fiducia a Palazzo Madama. Mercoledì aveva ottenuto quella della Camera.
Governo: il Senato ha votato la fiducia
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Il governo Gentiloni, dopo aver ottenuto la fiducia alla Camera con 368 sì e 105 contrari, oggi si è trovato alla prova dei numeri al Senato dove c'è stata la discussione sulle dichiarazioni programmatiche.

Il Senato ha approvato la fiducia con 169 voti favorevoli e 99 contrari. I presenti erano 269, i votanti 268.

Paolo Gentiloni, a Palazzo Madama, è intervenuto nella replica della discussione sulla fiducia. "Voi - ha detto Gentiloni - sapete che io ho condiviso pienamente la riforma costituzionale che è stata approvata ripetutamente in quest'aula, ma sapete altrettanto bene che i cittadini italiani hanno deciso, il popolo ha deciso con un referendum dal risultato netto. Quindi potrei dire che la fiducia che chiedo a nome del governo al Senato è una fiducia un po' particolare: chiedo la vostra fiducia ed esprimo la mia fiducia nei confronti del Senato e delle sue prerogative".

"Non siamo innamorati della continuità - ha detto ancora il presidente del Consiglio - abbiamo anzi rivolto una proposta all'insieme delle forze parlamentari per individuare una convergenza più larga. C'è stata una indisponibilità: non un amore della continuità ma la presa d'atto di questa situazione ha spinto le forze che hanno sostenuto questa maggioranza a dar vita a questo governo, per responsabilità". Non è un governo di inizio legislatura ma innanzitutto deve completare la eccezionale opera di riforma, innovazione, modernizzazione di questi ultimi anni. Sul fatto che ci sia una mole di innovazione portata avanti credo non ci sia alcun dubbio: ci viene riconosciuto dai cittadini italiani e in sede internazionale. Sarebbe assurdo che un governo che molti critici accusano di eccesso di continuità, immaginare che completare le riforme avviate non sia il suo compito principale".

Il premier ha sottolineato la necessità di una riforma della legge elettorale "a prescindere da quanto durerà la legislatura". Nella conclusione del suo intervento citando Carlo Azeglio Ciampi, Gentiloni ha ribadito la sua intenzione "per quanto durerà questa delicata transizione" di "servire con umiltà il Paese".

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