martedì 13 dicembre 2016
Ricostruzione delle zone terremotate, ripresa economica e Mezzogiorno le priorità indicate dal premier. M5s, Lega e Ala scelgono l'Aventino.
Gentiloni ottiene la fiducia alla Camera. E va al Senato
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Paolo Gentiloni ottiene la sua prima fiducia, con 368 sì e 105 no, in un'aula della Camera semi deserta per l'Aventino di M5S e Lega e l'assenza nel voto dei verdiniani. Dall'incarico al voto di fiducia in sole 48 ore. Domani si replica al Senato.

Comincia dove aveva finito Paolo Gentiloni, "rivendicando" la continuità con il governo Renzi e presentando il suo come di "responsabilità" finchè avrà la fiducia del Parlamento. Come prevede la Costituzione.

L'esecutivo mette in cima all'agenda la ricostruzione dopo i terremoti, il lavoro, il disagio del ceto medio, il rilancio per un'Ue meno austera. Ma non la legge elettorale, per la quale il governo non avrà un ruolo di "attore protagonista" ma di facilitatore di un'intesa tra i partiti che venga in tempi rapidi perché, avverte il Pd, "non accetteremo pantani" per allungare la legislatura.

Da parlamentare navigato, Gentiloni sa come rivolgersi alle Camere per evitare, sin dall'inizio del mandato, il Vietnam parlamentare. L'unica citazione è per rispondere in modo garbato all'accusa di non aver riconosciuto la sconfitta al referendum: "La canzone diceva 'se stasera sono qui' - afferma citando Tenco- Ecco, se stasera sono qui è perché abbiamo riconosciuto le ragioni della sconfitta e il premier si è dimesso".

L'unico attacco è per mettere all'indice l'incoerenza dei grillini, che chiedono la sovranità del popolo e non riconoscono le istituzioni: "I super Paladini del Parlamento non sono qui, facciamola finita con l'escalation di violenza nel dibattito. Le Camere non sono un social network", chiede tenendo fede all'impegno con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a rasserenare il clima dopo la battaglia referendaria.


La lunga giornata alla Camera
è iniziata con il tradizionale discorso programmatico. Nel quale Gentiloni ha affrontato i temi che il nuovo esecutivo si troverà a dover affrontare: dalla ripresa economica ai migranti, dalla ricostruzione delle zone terremotate alla delicatissima questione della legge elettorale.


Le opposizioni scelgono l'Aventino. Ampi spazi vuoti tra i banchi delle opposizioni mentre Gentiloni parla tra i suoi ministri. Fuori dall'aula, come annunciato, i deputati di M5s e Lega che non parteciperanno al voto. Ma defezioni si registrano anche nel resto del centrodestra, cioè tra i deputati di Fi, Fratelli d'Italia e i fittiani dei Conservatori e riformisti. Per protesta, per il mancato ingresso nel governo anche il gruppo Ala, ha disertato la Camera.

Alle 18,45 il voto di fiducia alla Camera. Alle 12,30 sono iniziate dichiarazioni di voto (mentre il testo del discorso di Gentiloni è stato portato in Senato dove il dibattito e la relativa fiducia si terranno domani), alle 16 la replica di Gentiloni e alle 18,45 l'inizio del voto di fiducia che si è concluso positivamente per il neo premier.

Bagnasco fa gli auguri al nuovo governo
. "Auguri al nuovo governo. Come sempre avrà tanto lavoro da fare". Così il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, a Palazzo Ducale a Genova durante l'assemblea pubblica "Vado o resto" organizzata da Confindustria con la partecipazione del presidente nazionale Vincenzo Boccia il quale a sua volta ha salutato con soddisfazione la riconferma di molti ministri auspicando che il governo Gentiloni continui "la spinta riformatrice" intrapresa da Renzi.

L'omaggio al governo Renzi e a Mattarella.
La premessa di Gentioloni è che il suo governo si muove nel solco di quello precedente. "Nasce con la stessa maggioranza, che non è venuta meno. Per qualcuno è un limite, io rivendico il grande lavoro fatto, i risultati ottenuti". Poi un ringraziamento diretto al suo predecessore e alla sua scelta di dimettersi: un atto di "coerenza che tutti gli italiani dovrebbero salutare con rispetto" e al ruolo svolto da Mattarella che ha gestito la crisi in maniera esemplare.

La ricostruzione delle zone terremotate è la priorità. Tra le priorità "la prima è senz'altro l'intervento nelle zone colpite dal terremoto" dice Gentiloni confermando le promesse del governo Renzi. "Abbiamo avuto - sottolinea - una risposta straordinaria ma siamo ancora in emergenza e dalla qualità della ricostruzione dipende la qualità del futuro di una parte rilevante del territorio dell'Italia centrale e da questi passi che faremo dipende anche la forza che avremo nel programma a lungo termine su Casa Italia, che interviene sugli elementi più profondi dei danni che vengono provocati dagli eventi sismici nel Paese".

Larghe intese su singoli provvedimenti a partire da legge elettorale. Anche se le consultazioni hanno evidenziato l'impossibilità di creare maggioranze trasversali da Gentiloni arriva un appello alle larghe intese rivolto alle opposizioni. "Ci auguriamo possano maturare apporti e convergenze più larghe sui singoli provvedimenti". Ovviamente la questione più spinosa riguarda la legge elettorale che tocca al Parlamento e sulla quale il governo "non sarà attore-protagonista". Il premier sottolinea la"necessaria armonizzazione della legge tra Camera e Senato" e aggiunge che il governo non starà alla finestra, ma "cercherà di accompagnare, sollecitare. Una sollecitudine che non deriva dalle considerazioni sulla durata dell'esecutivo ma dalla consapevolezza che il sistema ha bisogno di regole certe".

Incentivare la ripresa e sostenere le classi disagiate. La premessa è che l'economia italiana è solida e che il no al referendum non ha prodotto particolari effetti. Certo il lavoro da fare è ancora molto. "I problemi che riguardano la parte più disagiata della nostra classe media, partite Iva e lavoro dipendente, devono essere al centro dei nostri sforzi per far ripartire la nostra economia" dice ancora Gentiloni sottolineando che sul terreno dell'economia il governo intende accompagnare e rafforzare la ripresa che gradualmente si sta manifestando con misure quali "le grandi infrastrutture, il piano industria 4.0 e la green economy con le decisioni sul clima che l'Italia difenderà". Poi la precisazione sulle banche: il sistema bancario è "nel suo complesso solido", ma il governo è comunque "pronto a intervenire per garantire gli istituti bancari e i risparmiatori" laddove necessario.

Dal Mezzogiorno una spinta per la crescita economica.
"Dobbiamo fare molto di più per il Mezzogiorno. La decisione di formare un ministero esplicitamente dedicato al Sud non deve far pensare a vecchie logiche del passato, al contrario noi abbiamo fatto molte cose per il Mezzogiorno ma credo che sia insufficiente la consapevolezza che proprio dal Sud possa venire la spinta forte per la crescita economia" spiega Gentiloni.


Sui migranti confermata la linea Renzi
. In Europa "l'Italia avrà una posizione molto netta nel sostenere le nostre ragioni" sull'immigrazione, sottolinea il premier. "Non è accettabile che passi di fatto un principio di un'Europa troppo severa su alcuni aspetti delle sue politiche di austerity e troppo tollerante nei confronti di Paesi che non accettano di condividere le responsabilità comuni sull'immigrazione".

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