giovedì 29 luglio 2021
La riunione di governo inizia con due ore di ritardo. Conte e i ministri 5s contrari alla prima bozza di mediazione, poi l'accordo con nuove integrazioni
Giustizia, intesa in extremis nel governo. Verso la fiducia alla Camera
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L'intesa è arrivata giusto in tempo per non rinviare alla settimana prossima il voto della Camera alla riforma penale della ministra Cartabia.

Dopo il duro tira e molla con Conte ed M5s da una parte, Draghi e Cartabia dall'altra, il punto di caduta si è trovato intorno ad alcune modifiche non di poco impatto sull'impianto generale: una norma ponte per rendere graduale il meccanismo dell'improcedibilità - dopo due anni - dei processi in secondo grado; un meccanismo che consente di derogare sine die all'istituto dell'improcedibilità in secondo grado per i procedimenti connessi a mafia, terrorismo, traffico di droga e violenza sessuale; un limite di 6 anni per l'improcedibilità di secondo grado per i reati connessi alla mafia di cui all'articolo "416 bis 1".

Un accordo accolto con sollievo dalle parti politiche e da tutti i leader di maggioranza, dato che per tutta la giornata si è corso il serio rischio di una crisi nel governo.

Con l'accordo all'ultimo secondo utile, invece, si riuscirà a procedere al voto di fiducia alla Camera domenica 1 agosto. Con Bruxelles, era stato preso l'impegno di definire il pacchetto-penale entro il 31 luglio: ci è voluto un giorno in più.

GIORNATA AD ALTA TENSIONE

Si è trattato infatti di una giornata ad altissima tensione a Palazzo Chigi. Il Consiglio dei ministri, previsto alle 11.30, è iniziato con oltre due ore di ritardo dopo aver atteso la bozza di mediazione della ministra della Giustizia Marta Cartabia sulla riforma del processo penale.

Lungo la mattinata girandola di colloqui e telefonate tra i leader di partito, il premier Mario Draghi e la Guardasigilli. Il Cdm è iniziato quando sembrava si fosse arrivati al punto di incontro: una norma-ponte per non far scattare subito l'improcedibilità in secondo grado e una "griglia" per tenere fuori dall'istituto dell'improcedibilità processi per mafia (come richiesto da M5s) e per reati come droga e stupro, come richiesto dalla Lega.

Ma ad un certo punto il giallo. I ministri M5s si riuniscono in videoconferenza con il capo in pectore del Movimento Giuseppe Conte e rientrano in Consiglio dei ministri, con i colleghi già riuniti da alcuni minuti, per comunicare che la loro parte politica non è ancora pronta a siglare l'intesa. Mancano, tra i processi "esclusi" dall'improcedibilità, quelli per il "416 bis 1", circostanze aggravanti e attenuanti per reati connessi ad attività mafiose.

Trapela anche l'ipotesi che i ministri 5s si sarebbero astenuti in Consiglio dei ministri. Intanto in mattinata il Csm aveva licenziato un parere molto critico sulla riforma-Cartabia.

La mediazione politica, tuttavia, è proseguita ed è sfociata nell'accordo serale.

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