sabato 18 luglio 2020
L'ex-sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, ha scritto alla ministra Lucia Azzolina, sollecitandola a vigilare sull’effettiva e celere messa a disposizione di queste risorse
Una scuola paritaria

Una scuola paritaria - Immagine d'archivio / Boato

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«Il 14 settembre la scuola riapre e riapre per tutti. Gli organici e le risorse ci sono. È stato approvato il decreto Rilancio, ci sono 1,6 miliardi, un altro miliardo lo stiamo trovando. Voglio rassicurare non solo le famiglie e gli studenti ma anche tutto il personale scolastico».

Il giorno dopo l’allarme dei sindacati («In queste condizioni, la scuola non può riaprire»), la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è tornata a promettere che, invece, le lezioni ripartiranno in presenza e in sicurezza, dicendosi «pronta a collaborare coi sindacati». E lo ha fatto a margine di un incontro con il tavolo regionale proprio sulla riapertura in Piemonte, che si è tenuto ieri al Liceo “D’Azeglio” di Torino. «Siamo una grande squadra, una grande comunità e la scuola a settembre riparte – ha ribadito –. La data è il 14 e spero che su questa data non ci siano più dubbi perché non si può più sentire che non si sa quando la scuola riapre. Il 14 è la riapertura per tutti e dal primo settembre ci sarà il recupero per gli studenti che sono stati un po’ più in difficoltà».

La ministra ha parlato anche del reclutamento dei nuovi insegnanti. Alla ripresa, sempre secondo i sindacati, saranno almeno 200mila i docenti precari chiamati in cattedra. «Quanto al reperimento di personale docente – ha aggiunto Azzolina – abbiamo ancora le graduatorie del 2016. Ci sono inoltre ancora le graduatorie a esaurimento, in più io sono stata l’ideatrice della cosiddetta call veloce, che permetterà anche di potersi trasferire volontariamente di Regione per prendere ruoli. E poi c’è il concorso straordinario che dovrà partire e permetterà la retrodatazione dei ruoli al primo settembre 2020».

L’aumento a 300 milioni di euro, nel decreto Rilancio, del sostegno alle scuole paritarie, messe a dura prova dall’emergenza Covid, è stata una scelta lungimirante del Parlamento, che ora la burocrazia rischia, però, di compromettere. È questo il senso della lettera che, in questi giorni, il deputato di Italia Viva ed ex-sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, ha scritto alla ministra Lucia Azzolina, sollecitandola a vigilare sull’effettiva e celere messa a disposizione delle scuole di queste risorse. Il rischio vero, scrive Toccafondi, è che questi soldi siano accreditati quando ormai alcuni di questi istituti avranno ormai chiuso i battenti. La pandemia, infatti, sta picchiando duro su questo settore, soprattutto sul segmento dei servizi alla fascia 0-6 anni, come nidi e materne, che da quattro mesi non ricevono più le rette delle famiglie.

Come documenta il sito www.noisiamoinvisibili.it, sono già 70 le scuole paritarie che hanno dichiarato fallimento (l’ultima ieri a Roma) e 3.082 gli alunni ai quali dovrà essere trovata una collocazione nelle scuole statali, per la ripresa di settembre, con un costo, a carico della collettività, di oltre 26 milioni di euro.

«Incontrando i gestori delle scuole sento molta preoccupazione – sottolinea Toccafondi –. Ci sono insegnanti in cassa integrazione da marzo, che non riescono quasi più a fare la spesa. C’è una sofferenza nascosta che non possiamo ignorare».

Anche a sostenere queste situazioni, dovranno essere dedicati i 300 milioni del decreto Rilancio, di cui 180 milioni per l’infanzia e gli asili privati e 120 milioni per le scuole dalla primaria alla secondaria di secondo grado, fino ai 18 anni e non più fino ai 16, come nella prima versione della norma. «Questi soldi ora devono arrivare alle scuole il più velocemente possibile», ricorda Toccafondi. Preoccupato perché l’iter di riparto è lo stesso dei contributi annuali statali alle paritarie, pari a 512 milioni, più 24 per la disabilità e altri 12 per il sostegno dei bambini disabili della scuola dell’infanzia. «Lo scorso 16 marzo – scrive nella lettera l’ex-sottosegretario – il Ministero ha definito i criteri e i parametri per l’assegnazione, ma, a quattro mesi di distanza, non tutte le scuole hanno ricevuto i finanziamenti».

Ad oggi, elenca Toccafondi, la situazione è questa. Il saldo dell’anno scolastico 2019-2020 non è stato ancora versato dagli Uffici scolastici regionali di Lazio, Liguria e Marche, oltre che dalla provincia di Torino (mentre nel resto del Piemonte i contributi sono arrivati). Per quanto riguarda l’acconto dell’anno scolastico 2020/2021, è stato ricevuto soltanto dalle scuole della Lombardia, mentre nel resto d’Italia non è ancora arrivato. Situazione opposta, invece, per il contributo per la disabilità: in Lombardia non è stato versato, mentre è arrivato alle scuole paritarie di Sicilia, Toscana, Piemonte, Umbria, Puglia, Abruzzo, Sardegna e Campania (in fase di pagamento).

Altro capitolo, quello del contributo per le pulizie e la sanificazione delle scuole in vista della Maturità 2020. Nonostante, tra l’altro, l’esame sia già terminato da giorni e, di conseguenza, le scuole siano state, ancora una volta, costrette ad anticipare somme che chissà quando saranno saldate, il contributo previsto per l’acquisto del materiale per le pulizie (39 milioni complessivi, sia per le scuole statali che per le paritarie sede d’esame), non è ancora arrivato in Lombardia, Sicilia e Piemonte, mentre è stato versato in Toscana, Umbria, Puglia, Abruzzo, Sardegna e Campania (dove è stato firmato e protocollato il decreto di riparto).

«Come si vede – commenta Toccafondi – la situazione non è uniforme sul territorio nazionale. Ad alcune scuole il contributo è arrivato e ad altre no. Uno scenario che non deve assolutamente essere riproposto per l’assegnazione dei 300 milioni del decreto Rilancio. Non è ammissibile che ci vogliano altri quattro mesi affinché queste risorse arrivino davvero sui conti correnti delle scuole. I soldi ci sono, sono soldi “veri” e non soltanto sulla carta e non devono restare bloccati. Altrimenti sarà stato tutto inutile. Le scuole paritarie sono in grave sofferenza e hanno necessità, quanto prima, di risorse fresche. La politica, per una volta, ha cambiato passo, si è dimostrata unita e concorde nel rilevare un’emergenza e porvi rimedio. La burocrazia ministeriale non vanifichi il lavoro fatto».

Intanto, in vista della ripresa di settembre, la Fidae, la Federazione che rappresenta le scuole paritarie, ha pubblicato la Prassi di riferimento per la didattica a distanza e mista - per le scuole di ogni ordine e grado, sia gestite da enti pubblici che da enti privati - messa a punto con Uni, l’Ente Italiano di Normazione. Un modello di riferimento per lo sviluppo di metodologie didattiche innovative, basate sull’utilizzo delle nuove tecnologie.

«Questa prassi di riferimento – commenta la presidente della Fidae, Virginia Kaladich – rappresenta una tappa fondamentale per la nuova didattica. Dopo l’emergenza, mettiamo le basi per un sistema univoco e per dei criteri operativi standard per tutti gli istituti di ogni ordine e grado. È stato un lavoro enorme, portato avanti dalla Fidae e da esperti, di cui andiamo particolarmente orgogliosi perché crediamo che la nuova scuola, quella che vogliamo per i nostri studenti, la possiamo e la dobbiamo fare tutti insieme».

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