lunedì 25 giugno 2018
Al via la seconda edizione della festa di Avvenire. Il nunzio in Siria: per i cristiani vita sempre più difficile. Il presidente dell'Europarlamento: così usciremo dalla crisi.
A Matera il dramma dei migranti, dialogo con Zenari e Tajani
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Sono giorni e mesi tragici e decisivi. È in gioco l’anima stessa della civiltà, quella che accoglie i profughi e quella che tenta di fermare uno dei conflitti più catastrofici degli ultimi decenni. Su questo sono stati concordi il Nunzio apostolico in Siria, cardinale Mario Zenari, e il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, chiamati questa sera ad aprire con un dialogo serrato l’edizione 2018 della Festa di “Avvenire” a Matera. Al centro della prima serata il dramma dei migranti, che spacca la Ue, i combattimenti ripresi nelle ultime ore a Daraa sullo sfondo di una guerra infinita. Troppi egoismi e troppe timidezze hanno caratterizzato gli ultimi anni, facendo aggravare problemi e tensioni che sono poi scoppiati drammaticamente.

Introdotti dall’arcivescovo di Matera-Irsina, Antonio Giuseppe Caiazzo, e dal direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio, nella suggestiva cornice della piazza San Francesco nella città dei sassi, i due illustri ospiti hanno approfondito gli scenari che caratterizzano l’Europa e il Medio Oriente in questo difficile tornante di inizio XXI secolo.

Stimolati dalle domande di Andrea Lavazza, caporedattore centrale di "Avvenire”, il nunzio, unico tra i diplomatici sul campo della Santa Sede a ricevere la porpora, ha tracciato il raggelante bilancio di un conflitto che ha fatto 12 milioni di sfollati e ha scavato ferite inimmaginabili in un Paese che vantava una società civile ricca di valori e capace di convivenza, precipitata infine in una spirale di odio, complice l’intervento diretto o indiretto di potenze interessate a dividere la Siria.

Il sogno dei siriani è di tornare nelle proprie terre e nelle proprie case, ha ripetuto Zenari, Anche i cristiani vorrebbero potere vivere in pace come prima, ma molti sanno che sarà sempre più difficile e con dolore se ne vanno verso terre più ospitali; quelli che rimangono si impegnano per aiutare tutti, senza distinzione di fede, un segno che i musulmani di buona volontà colgono e apprezzano.

Il numero uno dell’Europarlamento ha spiegato quale può essere una via di uscita in tre fasi dalla crisi dei profughi che sta mettendo a dura prova la tenuta dell’Europa sia a livello istituzionale sia a livello di fratellanza di popoli. In prima battuta, si tratta di rallentare il flusso di migranti dall’Africa, sulla scia di quanto fatto nell’ultimo anno, in particolare grazie a un’azione concordata con Niger e Libia, dove lo stesso Tajani si recherà nei primi giorni di luglio. In secondo luogo, sul medio periodo, è necessario rivedere gli accordi di Dublino (che impediscono di fatto la condivisione dell’accoglienza) e creare i cosiddetti hotspot sulla riva sud del Mediterraneo. Infine, con tempi necessariamente più lunghi, serve un vero Piano Marshall per l’Africa, al fine di portare sviluppo e lavoro nelle nazioni di migrazione.

Davanti a un pubblico attento e alla platea della diretta streaming sul sito avvenire.it, Tajani e Zenari hanno ribadito che non si tratta di trovare alchimie politiche o compromessi di basso profilo. È davvero il momento di salvare l’anima della civiltà, di non voltare la testa e di trovare risorse umane e spirituali per un cambio di passo.

Dal cuore di Matera un focus sul mondo che ha inaugurato nel mondo migliore la festa del cinquantennale di “Avvenire”. Martedì sera si prosegue con un cambio di argomento, ma sempre all’insegna di ospiti di qualità. A parlare di sanità d’eccellenza saranno il presidente del Gruppo ospedaliero San Donato, Paolo Rotelli, e il direttore generale dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, Domenico Crupi, moderati dal giornalista Vito Salinaro.



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