
Dalla Sardegna alla Lombardia, passando per Basilicata Calabria, Campania e Puglia, il fenomeno dello spopolamento è trasversale. La perdita di abitanti delle aree interne e dei piccoli comuni rappresenta una delle sfide più complesse e urgenti per lo sviluppo di aree lontane dai grandi centri urbani italiani.
Questo fenomeno, che interessa principalmente le zone montane e rurali, ma anche quelle di confine, è il risultato di un intreccio di fattori economici, demografici e sociali che creano un circolo vizioso di declino. Questo, per lo più, porta i giovani e i professionisti qualificati a cercare opportunità altrove, spostandosi verso centri urbani più dinamici. Il tutto, anche e spesso a causa di una carenza di infrastrutture adeguate a collegare le aree con meno opportunità a quelle con maggiori possibilità. Allo scopo, si studiano da tempo soluzioni che per lo più passano da una serie di incentivi economici. A muoversi sono spesso gli enti locali, ma anche le Camere di commercio come quelle di Sassari, Cagliari, Oristano e Nuoro. E da ultima, a onor di cronaca, quella di Varese.
Il Comune che si trova a metà strada tra la ricca Milano e la Svizzera, terra di opportunità professionali ad alto reddito, ha lanciato un’iniziativa anti-spopolamento abbastanza rara nel Nord Italia. La Camera di Commercio di Varese ha messo a punto un bando offrendo un voucher del valore netto di 2mila euro annui, per un totale di tre annualità, di cui potranno beneficiare persone under 40 che trasferiscano la propria residenza in provincia di Varese a seguito di un nuovo contratto di lavoro con un’impresa del territorio. «Siamo alle prese, noi come del resto molte altre aree geografiche – spiega il presidente, Mauro Vitiello – con fenomeni che rischiano di diventare sempre più preoccupanti. Con questa misura, vogliamo allora contrastare lo spopolamento, ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e contenere il fenomeno della fuga dei talenti che colpisce noi come il resto d’Italia». E che, in provincia di Varese, deve affrontare anche la “concorrenza” di Milano e della vicina Svizzera: un mercato, quest’ultimo che offre stipendi due-tre volte quelli italiani, a parità di impiego.
Per questo «nell'ambito del progetto Vieni a Vivere a Varese, in collaborazione con gli enti locali e le realtà economiche del territorio, abbiamo voluto dar vita a questo bando» spiega la Camera di Commercio. I voucher messi a disposizione saranno spendibili in beni e servizi commerciali e attività artigianali di prossimità. «Siamo ben consapevoli che questa misura, da sola, non sia in grado di risolvere i problemi – ha ammesso Vitiello –. Abbiamo però la convinzione che possa dar vita a un circolo virtuoso che mobiliti il territorio a dare il meglio e a creare le condizioni per continuare a crescere sul piano socioeconomico. Anche i Comuni potrebbero entrare in gioco dando un contributo nel migliorare, per esempio, la capacità di accoglienza, implementando i servizi a sostegno di chi già lavora sul territorio».
Varese non è comunque la prima e non sarà l’ultima ad adottare queste politiche. In Sardegna, quest’anno, siamo alla terza edizione del “Bando incentivi per l’insediamento di nuove attività nei piccoli Comuni”, in collaborazione con le Camere di commercio e avente il fine di contrastare lo spopolamento dei Comuni di piccola dimensione della Sardegna favorendone lo sviluppo imprenditoriale. Imprenditori e liberi professionisti che dal 1 Gennaio 2022 al 31 dicembre 2024 hanno aperto un’attività o un’unità locale o trasferito la sede d’azienda in uno dei Comuni sardi aventi una popolazione inferiore ai 3 mila abitanti, possono presentare domanda per l’ottenimento di un voucher. Il contributo a fondo perduto, erogato in base all’ordine cronologico di arrivo delle domande (numero e data di protocollo), è quantificato in 15 mila euro per l’apertura di un’attività o unità locale o per il trasferimento dell’azienda o dell’attività nel territorio oggetto dell’agevolazione; 20mila euro nel caso in cui l’avvio o il trasferimento d’azienda o dell’attività, o l’apertura di un’unità locale abbia determinato un incremento dell’occupazione, secondo le modalità espresse nel bando.
Anche la Regione Basilicata ha attivato il bando “Sottomisura 6.2 – Aiuto all’avviamento di attività non agricole in aree rurali”, con un finanziamento di 5,6 milioni di euro nell’ambito del Psr Feasr 2014-2020. Prevede il riconoscimento di un sostegno pari a 40mila euro per start-up e avvio dell’attività extra-agricola, a condizione che la partita Iva sia stata aperta da non oltre 6 mesi al momento della presentazione del piano di sviluppo aziendale. Il bando è aperto ad una vasta gamma di settori.
Entro il 16 luglio, poi, ci sono diverse iniziative lanciate alla Fondazione con il Sud per i piccoli comuni e organizzazioni di Terzo Settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia: 8 milioni di euro a disposizione per sostenere almeno 4 territori in cui avviare interventi di sviluppo locale. Ogni progetto dovrà fare riferimento ad un’area di almeno tre comuni tra loro confinanti, in cui risiede una popolazione non superiore a 20.000 abitanti e in cui sia attivo un SAI (sistema accoglienza e integrazione). Le proposte dovranno essere inviate esclusivamente on line, entro il 16 luglio 2025 attraverso il portale Chàiros, raggiungibile dal sito della Fondazione. Alcuni esempi? La valorizzazione di beni comuni (es. scuole non utilizzate, spazi urbani, immobili storici, ecc.); di risorse ambientali (es. creazione di comunità energetiche sociali; recupero e utilizzo di terreni abbandonati, di parchi naturali, ecc); l’attivazione di servizi per la mobilità sostenibile; il miglioramento e l’innovazione dei servizi socioassistenziali.
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