mercoledì 21 ottobre 2020
Circolare del ministero dell'Interno ai prefetti sul coordinamento con sindaci e asl
Movida romana a Campo dei Fiori

Movida romana a Campo dei Fiori - Ansa

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Strade o piazze interdette solo in determinati giorni o fasce orarie, oppure "a numero chiuso", ossia con ingressi contingentati. E il possibile ricorso ai militari come rinforzo di agenti e vigili urbani per presidiare le zone urbane ad accesso limitato. Sono alcune delle indicazioni fornite dalla circolare inviata ieri ai prefetti dal capo di gabinetto del ministero dell’Interno Bruno Frattasi. Nelle 6 pagine del documento, visionate da Avvenire è contenuta una serie di chiarimenti e declinazioni concrete in riferimento alle restrizioni introdotte dal nuovo Dpcm varato domenica dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Lunedì, su oltre 77mila controlli, le forze dell’ordine hanno sanzionato o denunciato 235 persone e 79 attività.

Strade chiuse "a tempo". Rispetto alle frizioni di lunedì fra l’Anci e il governo, la circolare del Viminale puntualizza che la chiusura di strade e piazze nei centri urbani «richiederà la più ampia concertazione e collaborazione tra sindaco e prefetto» all’interno del «Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica», da estendere «eventualmente» ai responsabili delle Asl. Inoltre, le chiusure potrebbero scattare anche «solo in determinati giorni della settimana» caratterizzati «da un più intenso afflusso di persone». Oppure, il provvedimento potrà disporre una chiusura parziale delle strade o delle piazze, «restringendo cioè l’accesso senza interdirlo totalmente, col contingentamento degli ingressi».

A stabilire quanti agenti debbano presidiare la zona interdetta e quelle limitrofe sarà una «riunione tecnica di coordinamento» fra il questore della città, le forze dell’ordine e «gli altri attori della sicurezza territoriale» e il dispositivo potrà essere integrato dalla polizia locale e dal «concorso di unità militari» prelevate da quelle impiegate nell’operazione Strade Sicure, attraverso una «rimodulazione» del loro d’impiego.

In ogni caso, siccome nelle vie chiuse dovrà essere «consentito comunque il libero accesso a esercizi commerciali e ad abitazioni private e il conseguente deflusso», la notizia dell’ordinanza dovrà essere «tempestivamente anticipata» dal sindaco, che dovrà informare con «adeguati mezzi comunicativi» cittadini e associazioni di categoria. E se alcune Regioni, in considerazione dell’andamento epidemiologico, dovessero adottare proprie ordinanze con «un regime più severo, si procederà a fornire indicazioni specifiche per i Prefetti delle province interessate».

Stop a sport di contatto. Ancora, la circolare ribadisce lo stop deciso dal Dpcm alle attività sportive di contatto (calcetto fra amici compreso), ma lasciando la possibilità di allenamenti «individuali», purché nel rispetto del distanziamento e delle altre misure di sicurezza: «Solo a titolo di esempio, per il calcio, potrà essere svolto il lavoro individuale con la palla; per le arti marziali, l’allenamento con manichini; per la danza, le figure singole, eccetera».

Riunioni "a distanza". Sale giochi, scommesse e sale bingo potranno restare aperte fra le 8 e le 21. Sagre e fiere (eccetto quelle di rilevanza internazionale) sono vietate, così come i convegni, ammessi solo in modalità «a distanza». Nella Pa, le riunioni dovranno essere obbligatoriamente da remoto, mentre le «riunioni private sono ancora consentite in presenza», ma «il loro svolgimento da remoto» è «oggetto di una forte raccomandazione».




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