mercoledì 9 settembre 2009
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Occorre indagare per verificare se dietro l’aggressione a mezzo stampa subita da Dino Boffo ci sia la "manina" di qualche appartenente ai servizi segreti. È la richiesta che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) rivolge al governo e ai vertici dello stesso apparato d’intelligence, le cui audizioni sono in programma per la prossima settimana.Esclusa, infatti, l’esistenza di qualsiasi dossier sull’ex-direttore di Avvenire, l’attenzione del Copasir è stata richiamata, in particolare dal deputato del Pd Emanuele Fiano, sul certificato del casellario giudiziario che il Giornale pubblicò (corredato da una lettera anonima) per sollevare il caso. «Ritengo utile chiedere al ministro della Giustizia Alfano la possibilità di verificare quando e da chi sia stata estratta la scheda del casellario giudiziario riguardante il dottor Boffo – ha dichiarato Fiano – e anche, eventualmente, a chi sia stata consegnata. A tal proposito, presenterò un’interrogazione parlamentare».L’accesso informatico al casellario giudiziario, infatti, può avvenire soltanto da parte di chi è in possesso di una parola chiave: personale autorizzato della pubblica amministrazione, forze dell’ordine, servizi di sicurezza. Non certo giornali, in ogni caso.Nella nota diffusa al termine della seduta di ieri, il Comitato bicamerale presieduto dal senatore Francesco Rutelli (Pd) ha sottolineato di «non disporre, allo stato attuale, di elementi specifici» che facciano pensare a «un possibile coinvolgimento di appartenenti o ex-appartenenti ai servizi di sicurezza», ma di giudicare «comunque necessario che da parte dell’autorità politica e dei responsabili degli organismi siano svolti gli opportuni accertamenti utili a escludere ogni possibile coinvolgimento». Il Copasir, inoltre, ha rinnovato l’invito a tenere «elevato il grado di vigilanza sul corretto funzionamento dei servizi d’informazione per la sicurezza».Le audizioni previste sono quelle del sottosegretario Gianni Letta, in quanto delegato da Berlusconi ai servizi segreti (più di una volta Rutelli ha rilevato che il premier, pur richiesto, non si è ancora presentato al Copasir), del direttore del Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza) Gianni De Gennaro, dei capi delle Agenzie per la sicurezza esterna e interna, Bruno Branciforte e Giorgio Piccirillo.Già la scorsa settimana il presidente del Comitato aveva avuto un incontro con De Gennaro sulla vicenda di Boffo. «Abbiamo ascoltato la relazione del presidente Rutelli e l’abbiamo tutti condivisa – ha spiegato ieri il senatore Gaetano Quagliariello del Pdl –.Il suo incontro con il prefetto De Gennaro è stato doveroso dal punto di vista istituzionale, anche se non c’erano elementi che potevano portare il Comitato a intervenire». Allo stesso modo, ha aggiunto il vicecapogruppo "azzurro" a Palazzo Madama – le audizioni fissate per i prossimi giorni serviranno «per escludere al di là di ogni dubbio» una qualche deviazione nell’attività dei servizi. E in quella sede «ogni membro del Comitato avrà modo di porre le domande che ritiene più opportune», ha osservato Fiano del Pd, parimenti curioso di avere chiarimenti dal guardasigilli Alfano sull’iter del certificato prelevato da ignoti (su il Giornale appariva accuratamente cancellato con un pennarello nero ogni possibile elemento identificativo) dal casellario giudiziario.Giuseppe Caforio, unico esponente dell’Italia dei valori nell’organismo parlamentare, è invece uscito piuttosto deluso dalla seduta di ieri, perché non si è discusso dell’esposto presentato dal suo partito allo stesso Copasir e alle procure di Monza e di Terni. «Il fascicolo non era ancora arrivato», ha fatto sapere. Così ha consegnato personalmente il documento, ribadendo la sollecitazione ad «andare fino in fondo per capire se ci sia stato o meno il coinvolgimento dei servizi» e a «indagare su tutti i fronti al fine di fare chiarezza sulla vicenda, anche alla luce di tutte le devianze che in questi anni hanno colpito questo settore».
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