mercoledì 14 novembre 2018
Il Giubileo straordinario si apre in Africa. Attentati a Parigi: 90 morti solo al teatro Bataclan. Expo, Milano protagonista. Mattarella sale al Colle
2015 - Con Francesco la misericordia al centro
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Sono passati tre anni ma il 2015 non lo abbiamo dimenticato. Come avremmo potuto? Come archiviare la memoria di una stagione segnata come poche altre, in epoca recente, dalla violenza e dal sangue? Attentati, esplosioni, stragi un po’ ovunque, non solo nella Francia sotto choc dopo il massacro nella sede di Charlie Hebdo e l’irruzione il giorno dopo (9 gennaio) del terrorista Amady Coulibaly in un supermercato dove uccide quattro persone prima di essere a sua volta colpito a morte. Si muore in Nigeria: gli estremisti sanguinari di Boko Haram distruggono proprio il 9 una quindicina di villaggi e provocano un numero di morti imprecisato, forse duemila. Si muore in Tunisia: il 18 marzo è strage di visitatori al Museo del Bardo, nel cuore della capitale, 22 morti. Altre 37 vittime, tunisini e turisti, aggraveranno il bilancio del terrore dopo l’attentato del 26 giugno nella città costiera di Susa. E di nuovo a Parigi in novembre, il 13, con una serie di attentati: nei pressi dello stadio tre esplosioni e sei sparatorie in diversi luoghi della capitale, tra cui la più sanguinosa al teatro Bataclan, dove rimangono uccise 90 persone.

Il terrorismo non conosce frontiere: colpisce in Siria, in Turchia, in Iraq, in Afghanistan, in Bangladesh, nello Yemen. Addebitabile al terrorismo jihadista, stando ai risultati dell’inchiesta, è l’incidente aereo del 31 ottobre nei cieli del Sinai: un velivolo russo proveniente da Sharm el Sheik esplode in volo, nessuno dei 224 a bordo si salva. Un’altra sciagura dell’aria, frutto stavolta della follia umana, si era avuta nella Francia meridionale il 24 marzo, con l’aereo della Germanwings in servizio tra Barcellona e Duesseldorf schiantatosi contro una montagna nei pressi di Barcelonnette a seguito di una deliberata manovra suicida del secondo che aveva approfittato della momentanea assenza del comandante dalla cabina di pilotaggio. Una pazzia costata 150 vite umane innocenti.

La lista nera delle tragedie targate 2015 non è finita, non si possono dimenticare gli 800 morti del naufragio di migranti al largo delle coste libiche. Succede il 18 aprile quando una imbarcazione di disperati si scontra con un mercantile ed è la più pesante perdita di vite registrata fino a quale momento nel doloroso capitolo dell’emigrazione dall’Africa all’Europa, cioè all’Italia.
È ora di cambiare registro, di buttare giù una sintetica scaletta degli altri avvenimenti dell’anno in esame. Vediamoli, dunque. Il 1 gennaio la Lituania aderisce alla moneta unica europea. Il giorno 14 il presidente della repubblica italiana Giorgio Napolitano si dimette; il 31 Sergio Mattarella è designato suo successore al Qurinale. Intanto il 25 gennaio Alexis Tsipras, leader del partito Syriza, ha vinto le elezioni politiche in Grecia ma non avrà vita facile. Il 19 aprile ha luogo a Torino la solenne cerimonia per l’ostensione della Sindone. Il sacro lino sarà esposto alla venerazione dei fedeli fino al 24 giugno.

Trema la terra in Nepal il 25 aprile. Il sisma è di violenza impressionante; si calcola che i morti possano essere 9 mila. Si mette in moto la solidarietà internazionale che in Italia si manifesta anche con la generosa collaborazione al lavoro di completamento del padiglione del paese asiatico all’Expo di Milano che si inaugura il 1 maggio e resterà aperta fino al 31 ottobre.

L’11 giugno rientra dallo spazio Samantha Cristoforetti dopo 200 giorni (record femminile mondiale) di permanenza in orbita. Il 14 luglio viene firmato dalle principali potenze interessate l’accordo che ferma il nucleare iraniano. Il giorno 20 gli Stati Uniti decretano la fine dell’embargo verso Cuba. Durava da 54 anni. L’Avana e Washington ristabiliscono finalmente le relazioni diplomatiche. Festa grande in Egitto il 6 agosto: viene inaugurato il raddoppio del canale di Suez, l’Europa e l’Estremo Oriente sono più vicini.

A novembre, tra il 9 e il 13, la Chiesa italiana celebra i suoi "stati generali" con il quinto Convegno nazionale che si tiene a Firenze, presente il Papa, sul tema "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo". L’8 dicembre Papa Francesco apre il Giubileo straordinario della misericordia annunciato il precedente 13 marzo. L’occasione è data dai 50 anni dalla chiusura del Concilio ecumenico Vaticano II.

Il 12 dicembre annuncio a sorpresa dal Medio Oriente: l’Arabia Saudita concede il diritto di voto alle donne.

Abbiamo accennato a Papa Francesco, che con l’avvio solenne dell’anno giubilare conclude una fase di intensa attività apostolica caratterizzata da numerosi interventi, incontri e viaggi. Il 17 maggio ha ricevuto il presidente palestinese Abu Mazen. Il 7 giugno è stato a Sarajevo e il 18 ha pubblicato l’enciclica Laudato si’ sulla cura dell’ambiente inteso quale casa comune. Poi è andato a Cuba, alla Casa Bianca e all’Onu tra il 20 e il 26 settembre. Il 4 ottobre ha partecipato alla veglia di preghiera per l’apertura del sinodo dei vescovi sulla famiglia. Il 27 novembre, pellegrino in Africa, è stato accolto dai vescovi e dai fedeli della giovane Chiesa del Kenya.

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