mercoledì 21 novembre 2018
Terremoto in Centro Italia: 300 morti. Gentiloni diventa premier. Egitto, assassinato Regeni. L’«Amoris laetitia» di Francesco. Si afferma il populismo
La distruzione del terremoto ad Amatrice (Ansa)

La distruzione del terremoto ad Amatrice (Ansa)

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Brivido. Il 2016 è un altro anno da brivido per gli accadimenti tragici che si susseguono con monotona cadenza, quasi una mano tanto feroce quanto invisibile li provocasse con criminale determinazione. Parliamo di accadimenti di matrice terroristica ma non solo: per l’Italia il 2016 significa ad esempio terremoto di Amatrice, la scossa di magnitudo 6.0 che ha fatto tremare il suolo prima dell’alba del 24 agosto nell’area tra Lazio, Marche e Abruzzo provocando oltre 300 vittime, 11 mila sfollati e danni difficilmente calcolabili perché la ricostruzione continua ad essere problematica.

E che dire delle repliche del 30 ottobre (magnitudo 6.5) tra Norcia e Preci con altre distruzioni e nuova desolazione? Nel centro della penisola il 2016 non sarà mai dimenticato; al sud, in Puglia, resisterà a lungo la memoria dell’incidente ferroviario del 12 luglio tra Andria e Corato, con i suoi 25 morti.

Per altri paesi la cifra di lettura di quest’anno è quella del terrorismo, dal Bangladesh alla Turchia, dalla Francia alla Germania e al Belgio passando per la martoriata Siria dove gli attentati del 31 gennaio a Damasco fanno una sessantina di vittime. A pagare sono sempre gli innocenti, come nel caso delle quattro suore Missionarie della Carità di madre Teresa di Calcutta trucidate nello Yemen (4 marzo) assieme ad una dozzina di persone che ospitavano nella loro struttura di accoglienza. Hanno raggiunto in cielo la loro fondatrice che esattamente sei mesi dopo, il 4 settembre, sarà proclamata santa. Sangue scorrerà anche poco prima di Natale, stavolta a Berlino: il 19 dicembre un camion irrompe nell’area di un mercatino e uccide 12 persone.

Di altro tipo di terrorismo, quello delle istituzioni, è invece vittima un giovane ricercatore italiano che studia in Egitto, Giulio Regeni, il cui corpo martoriato viene rinvenuto il 3 febbraio ad una decina di giorni dalla scomparsa. Ancora oggi le nostre autorità chiedono agli egiziani chiarezza e giustizia, ma nulla sembra muoversi.

La cronaca si è occupata anche di altro. Dell’intensa attività apostolica di Papa Francesco, in primo luogo. Il 25 gennaio il Pontefice ha ricevuto in Vaticano il presidente iraniano Rohani. Il 12 febbraio Francesco a Cuba ha incontrato il patriarca di tutte le Russie Kirill, evento storico, primo contatto diretto tra il Papa di Roma e il capo della Chiesa di Mosca dopo lo scisma del 1054. Due mesi più tardi, il 16 aprile, Bergoglio è tra gli immigrati accolti sull’isola greca di Lesbo di fronte alle coste turche, e intanto ha pubblicato, otto giorni prima, l’esortazione apostolica Amoris laetitia sull’amore nella famiglia. Dal 26 al 31 luglio c’è a Cracovia la Giornata mondiale della gioventù, il Papa vi si reca dopo aver visitato il campo di sterminio di Auschwitz. Altro appuntamento importante quello del 4 ottobre con i terremotati dell’Italia centrale.

Politica internazionale. Il disgelo tra Washington e l’Avana si concretizza con la visita di Barack Obama a Cuba il 21 marzo e con il colloquio con Raul Castro che ha preso il posto e i poteri del fratello Fidel, il lìder maximo seriamente malato che si spegnerà il 26 novembre. Ottima notizia questo incontro, ma gli Stati Uniti (e il resto del mondo, in verità) sono vivamente preoccupati per quello che accade in Corea del Nord, la corsa al nucleare, la bomba H fatta esplodere il 6 gennaio. Alle elezioni di novembre per la Casa Bianca vince Donald Trump che sconfigge i democratici e annuncia che con Cuba non sarà tenero. Al di qua dell’Atlantico gli inglesi hanno nel frattempo deciso (23 giugno) di avviare la procedura per abbandonare l’Unione europea. Si aprono, con questo voto e Trump alla Casa Bianca, gli anni del populismo.

Veniamo all’Italia. La nostra repubblica spegne il 2 giugno 70 candeline, essendo nata dal referendum tenutosi proprio quel giorno nel lontano 1946. Un referendum importante si effettua il 4 dicembre in materia di Costituzione: il governo di Matteo Renzi chiede ai cittadini di approvare corpose modifiche alla carta del 1948, ma i cittadini dicono no e non se ne fa nulla. Renzi annuncia le dimissioni da presidente del consiglio. È il 7 dicembre. Cinque giorni dopo Paolo Gentiloni prende il suo posto a Palazzo Chigi. Il 22 dicembre l’Italia si accorcia un pochino: viene (finalmente!) inaugurato il completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, la grande incompiuta del Meridione. Si chiamerà Autostrada del Mediterraneo.

Nell’anno che sta per chiudersi gli italiani hanno pianto la scomparsa del cardinale Loris Capovilla, il segretario di Papa Giovanni che si è spento centenario a Bergamo il 26 maggio, e dell’ex presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi, mancato 95enne a Roma il 16 settembre. Grave lutto anche per noi di Avvenire: il 15 novembre si spegne Tiziano Resca. Ottimo collega, era stato nostro vicedirettore. Il vuoto che lascia è grande.

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