mercoledì 7 novembre 2018
Il 14 aprile un commando di Boko Haram sequestra 276 ragazze, per lo più cristiane,  in una scuola  di Chibok, in Nigeria. La loro sorte resta a lungo un mistero. L’immagine da un video diffuso dai terroristi

Il 14 aprile un commando di Boko Haram sequestra 276 ragazze, per lo più cristiane, in una scuola di Chibok, in Nigeria. La loro sorte resta a lungo un mistero. L’immagine da un video diffuso dai terroristi

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Il grande freddo che dal 7 gennaio attanaglia Stati Uniti e Canada e inchioda il termometro a -53 (avremo successivamente qualche conseguenza anche in Europa e in Italia) sembra anticipare un gelo di altra natura che si abbatte in questo 2014 sulle relazioni politiche internazionali.

Tira aria di guerra fredda? Magari non proprio, ma le preoccupazioni tra le cancellerie occidentali sono crescenti. I motivi ci sono. Ai primi di marzo i russi invadono la Crimea. Ricordano al mondo che la penisola era stata ceduta all’Ucraina da Kruscev negli anni Cinquanta (è vero) ma adesso vogliono riprendersela. L’intangibilità dei confini europei? Chi se ne importa. L’annessione è poi ratificata dal referendum del 17 marzo nel quale il 96,6 per cento dei votanti si esprime a favore di Mosca. L’Occidente strilla, propone sanzioni, sospende la Russia dal G8 (24 marzo) ma più di tanto non si espone. Al gas russo non si può rinunciare.

Non può rinunciarvi in primo luogo l’Italia che dal 1° luglio assume la presidenza di turno del Consiglio Ue. Intanto però deve risolvere la grana di Palazzo Chigi: il 14 febbraio il presidente del consiglio Enrico Letta si dimette e il 22 Matteo Renzi gli soffia la poltrona in barba ai precedenti inviti a stare sereno. Mica tutti hanno la fortuna di un seggio presidenziale a vita o quasi, come Kim Jong-un in Corea del Nord, che il 9 marzo si porta a casa il 100 per 100 dei voti. O come Assad, che nella Siria insanguinata dalla guerra civile deve accontentarsi (3 giugno) di un più modesto 88 per cento.

Erdogan, ad Ankara, avrà appena il 51,79 per cento alle presidenziali del 10 agosto. Nel mondo che rapidamente cambia neppure un re può essere certo di stare sul trono fino al termine dei suoi giorni: tra le polemiche e gli echi di qualche scandalo, il re di Spagna Juan Carlos il 19 giugno passa lo scettro al figlio: sarà Filippo VI.
Riprendiamo da capo adesso, dal principio dell’anno.
Il 1° gennaio vede l’ingresso della Lettonia nel club dell’euro. Il 13 febbraio arriva, non a sorpresa per la verità, una pessima notizia da Bruxelles: il Belgio, primo Paese al mondo, legalizza l’eutanasia a tutte le età. Dire roba da brivido è dire poco.
L’8 marzo è la festa della donna, ma in Estremo Oriente non si festeggia: l’aereo della Malaysia Airlines diretto a Pechino con 239 persone a bordo scompare misteriosamente e non si saprà mai che fine abbia fatto nonostante meticolose ricerche nell’Oceano Indiano. In Nigeria il 14 aprile un commando di Boko Haram rapisce in una scuola 276 ragazze, quasi tutte cristiane. Essere cristiane e studentesse sono colpe gravissime per i fanatici islamisti sequestratori.
La Libia è teatro di un colpo di Stato il 18 maggio, quando il generale Haftar scioglie il Parlamento, occupa Tripoli e fa bombardare Bengasi. Tra il 22 e il 25 maggio gli europei rinnovano il Parlamento dell’Unione: popolari e socialisti fanno la parte del leone, 29,43 per cento i primi, 25,43 i secondi. Il 29 giugno Al Baghdadi si autoproclama califfo della Siria e del Levante. Farà tragicamente parlare di sé a lungo.

A metà luglio, il giorno 13, la Germania vince in Brasile il suo quarto titolo ai Mondiali di calcio a spese dell’Argentina. Il 17 un aereo della Malaysia Airlines (ancora) viene abbattuto sui cieli dell’Ucraina. I morti sono 298, Kiev e Mosca si rimpallano le accuse. Nel medesimo giorno Netanyahu fa invadere la striscia di Gaza ed è il solito bagno di sangue. A settembre, il 18, la Scozia va al voto: restare o no nel Regno Unito? Vincono i sì con il 55 per cento. Il capitano dell’Aeronautica militare Samantha Cristoforettiinizia il suo viaggio nello spazio il 23 novembre, prima astronauta italiana. Cade un aereo indonesiano diretto a Singapore il 28 dicembre e in contemporanea prende fuoco un traghetto in servizio tra la Grecia e Ancona: 11 morti e 19 dispersi. Lo stesso giorno nel mare di Ravenna nella collisione tra due mercantili le vittime sono 2, i dispersi 4.

Il 2014 è l’anno secondo del ministero pontificio di papa Francesco. Il suo impegno e le sue ansie pastorali trovano espressione, tra l’altro, con l’accorato intervento a fine gennaio contro la piaga dell’usura e il 22 marzo con il severo monito contro i comportamenti mafiosi. Il 27 aprile Francesco canonizza i predecessori Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II; il 10 maggio incontra la scuola italiana, cattolica e non, una grande festa in una piazza San Pietro stracolma, fin quasi al Tevere; il 25 è pellegrino in Terrasanta. A metà agosto va a Seul, Corea del Sud, e al ritorno denuncia con forza la presenza di una «guerra mondiale a pezzi». La beatificazione di Paolo VI (18 ottobre), la visita alle istituzioni europee di Strasburgo (25 novembre) e l’incontro (29 novembre) con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo sono i principali appuntamenti che lo vedono protagonista nelle ultime settimane dell’anno.

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