sabato 13 gennaio 2024
Da scavi stratigrafici nella zona occidentale dell'antica città, che in epoca greca si chiamava Poseidonia, sono emersi due luoghi religiosi che rappresentavano il fulcro della vita della polis
Ritrovati a Paestum due templi dorici

Ritrovati a Paestum due templi dorici - Ansa/Ministero della cultura

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Nella zona occidentale dell'antica città di Poseidonia (ribattezzata poi dai romani come Paestum e oggi siti archeologico nel comune di Capaccio, in provincia di Salerno ), a ridosso della cinta muraria e a poche centinaia di metri dal mare, è in corso una campagna di scavo stratigrafico che ha portato alla luce due templi greci di stile dorico.

Questi edifici sacri consentono di fare nuova luce sulle origini e lo sviluppo urbanistico della polis magnogreca e forniscono dati cruciali per comprendere l'evoluzione dell'architettura dorica a Poseidonia e in Magna Grecia. Alla fine del VII secolo a.C. infatti, i cittadini della città magnogreca di Sibari (nell’attuale Calabria) vollero possedere un insediamento fortificato sul mare Tirreno, oltre che sullo Ionio, per commerciare con più tranquillità con gli Etruschi, evitando le pericolose vie terrestri. Inizialmente, presero possesso di un territorio sul promontorio di Agropoli dove dedicarono anche un sacello al dio del mare, ovvero a Poseidone che li aveva accompagnati e protetti durante questa missione di ricerca. Poi con l'arrivo dalla Calabria, ma anche dalla Grecia, di altri coloni, la comunità di origine ellenica decise di trasferirsi nella valle del Sele fondando la città di Poseidonia, poi diventata con i romani Paestum.

Uno scatto dall'alto della pianta del tempio dorico ritrovato nella valle del Sele

Uno scatto dall'alto della pianta del tempio dorico ritrovato nella valle del Sele - Ansa/Ministero della cultura

Il primo tempio, inizialmente intercettato nel giugno del 2019 e indagato a partire da settembre del 2022, si data ai primi decenni del V secolo a.C., e ad oggi costituisce, per caratteristiche architettoniche e dimensionali, un assoluto unicum dell'architettura templare di ordine dorico. È conservato nelle porzioni dello stilobate (basamento delle colonne) e del crepidoma (gradini dove veniva costruito il tempio) e misura 11.60x7.60 m., con una peristasi di 4x6 colonne. Da indagini svolte nelle ultime settimane, sottolinea il ministero, la storia del santuario sembra tuttavia essere ancora più antica. All'interno della struttura templare, al di sotto della peristasi, sono stati reimpiegati, probabilmente a scopo rituale, 14 capitelli dorici frammentari e altri materiali architettonici. I capitelli sono di dimensioni analoghe a quelli del tempietto finora esplorato. La tipologia è, invece, differente e confrontabile con quella dei capitelli del tempio di Hera I cosiddetto "Basilica", il più antico dei tre templi maggiori di Paestum. "Questi ultimi eccezionali rinvenimenti - affermano ancora dal Mic - dimostrano che siamo di fronte a un altro tempio, di modeste dimensioni ma con caratteristiche architettoniche simili a quelle dei primi grandi templi pestani e da datarsi al VI secolo a.C. Per motivi ancora da accertare, forse un crollo, all'inizio del secolo successivo questa struttura è stata sostituita, nella medesima area, da un nuovo tempio".

Un particolare di uno dei due templi dorici scoperti nell'antica città della Magna Grecia Poseidona, ribattezzata in epoca romana Paestum

Un particolare di uno dei due templi dorici scoperti nell'antica città della Magna Grecia Poseidona, ribattezzata in epoca romana Paestum - Ansa/Ministero della cultura

La portata della scoperta non si limita all'architettura e alla storia del santuario ma amplia notevolmente la conoscenza dell'impianto urbanistico della città. Alle spalle del tempio è stato smontato il crollo del paramento interno delle mura di cinta della città antica che aveva investito il tempio causandone un crollo parziale. Al di sotto di tale crollo è stato individuato il tracciato di una strada battuta, che corre parallela al tempio e ha, invece, un orientamento diverso rispetto alle mura. Si tratta di un rinvenimento di estremo interesse in quanto documenta che alla fine del VI secolo a.C., quando il tempio più antico fu eretto, la città di Poseidonia non era ancora dotata di mura difensive. Così in un periodo di forte crescita e monumentalizzazione della polis i coloni di Poseidonia edificarono un santuario in un luogo strategico, a protezione dello spazio urbano e visibile direttamente dal mare. L'importanza di questo spazio sacro è confermata dalle sue complesse fasi edilizie, che vedono la costruzione di ben due templi dorici, e dalla sua lunga e ininterrotta frequentazione, che per oltre mezzo millennio segna una fondamentale continuità di culto attraverso l'epoca greco-lucana e poi a quella successiva romana.

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