mercoledì 5 dicembre 2018
La denuncia della docente indiana: la maternità surrogata accentua le discriminazioni e alimenta il razzismo. E il mercato globale del materiale umano basato sullo sfruttamento della povertà
La studiosa Saravanan: «Così l'utero in affitto spegne l'adozione»
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Una forma intollerabile di subalternità femminile. Un macroscopico (e classico) esempio di sfruttamento del Nord verso il Sud del mondo. Una pratica che grazie alla scelta dei gameti esalta i pregiudizi di razza, genere, abilità... È un’autostrada spianata verso un modello di filiazione on demand che privilegia il ruolo del legame genetico (i gameti appartenenti alla coppia o a uno solo dei due), svalutando il ruolo della gestazione e dunque della madre. E che sta già svuotando l’istituto dell’adozione. È catastrofica la visione della Gestazione per altri (Gpa) che emerge dalle ricerche di Sheela Saravanan, tra le massime studiose al mondo di maternità surrogata, intervistata in questa pagina. La studiosa insegna Antropologia all’Università di Heidelberg (Germania), Istituto Asia meridionale. Il suo libro, appena pubblicato da Springer (A Transnational Feminist View of Surrogacy Biomarkets in India), è il più completo affresco sul mercato della Gpa nel suo Paese d’origine, tracciato grazie alle visite a decine di cliniche della fertilità e a centinaia di interviste a donne portatrici, coppie committenti e medici. La conclusione dello studio è che la Gravidanza per altri – compresa quella «altruistica» – sconfessa i princìpi di giustizia riproduttiva e le istanze fondamentali del femminismo.

È il meccanismo classico del liberismo: si sfrutta una risorsa finché si può, poi ci si sposta altrove, dove è più conveniente. È quanto sta accadendo nel «biomercato», il mercato della vita, secondo Sheela Saravanan, tra le più autorevoli studiose di Gestazione per altri (Gpa), femminista dichiarata.

In numerosi Paesi dell’Asia meridionale sono state approvate leggi restrittive. Ma emergono nuovi mercati, mentre sono poche le voci che cercano di fermare questa pratica. Come vede lo scenario tra 10 o 20 anni?
Il mercato della maternità surrogata segue una logica ben precisa: persone che si spostano dalle zone ricche del pianeta alle zone più povere, per esempio dall’Europa occidentale a quella orientale. È un chiaro modello classista: i benestanti che usano i servizi delle persone più povere. Mentre il Nepal, l’India, la Thailandia, il Messico e la Cambogia hanno limitato la Gpa o proposto un divieto di Gpa commerciale (a pagamento, in contrapposizione a quella «altruistica», ndr), la pratica si è spostata e probabilmente si diffonderà in altri Paesi poveri. Una delle mie preoccupazione è proprio questa: che diventino appetibile le donne di altri Paesi a basso reddito come Laos, Malaysia, Kenya, Nigeria, Ghana, Sud Africa, Argentina e Guatemala. Questo modello di mercato che si muove globalmente ed è basato sullo sfruttamento e sul controllo del biomateriale riproduttivo umano da parte delle persone ricche, sfruttando disuguaglianze e vulnerabilità, è una forma di colonizzazione del corpo e del lavoro delle donne. Ed è una chiara indicazione che nel biomercato le disuguaglianze globali svolgono un ruolo importante.

Perché i Paesi europei sono così timidi nel prendere una posizione sulla Gpa?
Perché prevale una prospettiva individualistica rispetto a quella globale. Il desiderio di un figlio è diventato rapidamente un bisogno, poi un diritto e infine un diritto che esclude l’interferenza dello Stato. Si tratta di un diritto consumistico, accessibile principalmente alle persone ricche. La prospettiva individualistica però trascura lo schema di disuguaglianze strutturali all’interno e tra le nazioni che sottosta alla pratica della maternità surrogata. Tuttavia non tutti i Paesi europei sono «timidi»; la Svezia ad esempio ha preso una forte posizione contro la maternità surrogata. Il mondo dovrebbe seguire questa strada, riconoscendo la Gpa come una violazione dei diritti umani e proibendola ovunque.

Lo sviluppo delle tecnologie riproduttive ha favorito una mentalità consumistica nei confronti del bambino. Crede che l’istituto dell’adozione sopravviverà?
La fecondazione assistita è fondamentalmente costruita intorno alla filiazione genetica. In India molti genitori benestanti si affidano alla maternità surrogata nonostante abbiano già adottato, soddisfacendo così il desiderio di figli geneticamente legati a loro. La maternità surrogata infatti esalta i legami genetici e svaluta il ruolo della gestazione e della madre che partorisce. In India c’è stato già un impatto negativo sui numeri dell’adozione, diminuiti dalle 5.964 nel 2010-11 alle 3.210 nel 2016-17. Ciò sta avvenendo anche in Colombia. Le tecnologie riproduttive rovesciano lo schema, cercando di ottenere un bambino adatto ai desideri dei genitori, e non viceversa.

La Gpa rafforza le discriminazioni: si può scegliere la razza, il sesso, il quoziente intellettivo dei donatori di gameti e delle madri portatrici, ci si può sbarazzare di embrioni o feti non perfetti... Si può dire che la Gpa è un pericolo per gli stessi valori umani?
La surrogazione è una pratica che fornisce un’ampia scelta riproduttiva solo per le persone ricche, a scapito della salute, della libertà e della vita di altre, in generale meno abbienti. Ma se si giudica indesiderabile l’alterazione dei genomi, come possiamo considerare normale la raccolta di gameti, la scelta di madri surrogate e l’acquisto di bambini sulla base di pregiudizi classisti, razzisti, sociali? È noto che le coppie indiane comprano a prezzi elevati attraverso le cliniche per la fertilità gameti ed embrioni provenienti dalla Spagna e dall’Europa orientale, per avere bambini dalla pelle chiara. Sono preoccupata per il rafforzamento dei pregiudizi, la supremazia di alcuni su altri e la sistematica sottomissione dei corpi. Tutto ciò segue gli schemi storici dell’oppressione. Per soddisfare i desideri dei genitori committenti la maternità surrogata sottopone una donna a uno stigma sociale, a sofferenze psicologiche, alla violazione della sua integrità fisica, mettendo a rischio la sua salute, la sua libertà e persino la sua vita. Il contratto di maternità surrogata supera chiaramente la soglia della giustizia riproduttiva, che significa "procreazione per se stessi ma senza causare alcun danno agli altri".

I difensori della Gpa ne enfatizzano l’aspetto altruistico. L’ha incontrata spesso nella sua ricerca?
La maternità surrogata altruista significa che la madre portatrice fornisce tutti i servizi come in una surrogata commerciale, ma senza una remunerazione. Tuttavia, nella pratica esistono prove di trasferimenti di denaro sotto diverse forme. Inoltre molti genitori intenzionali che sono andati in India per la Gpa provenivano da Paesi come il Canada e il Regno Unito, dov’è consentita la maternità surrogata altruistica. In India un medico di una della clinica che ho visitato mi ha detto che «nessuna donna si presterebbe alla maternità surrogata per qualcun altro senza soldi; tra i 1.120 bambini nati nella mia clinica attraverso Gpa solo 25 erano all’interno della famiglia, e nessuno di questi contratti era gratuito: c’era sempre il trasferimento di quantità significative di denaro e regali». Oggi in India la maternità surrogata commerciale è vietata, ma è consentita la maternità surrogata altruistica all’interno di una famiglia ristretta. È stato osservato che famiglie benestanti hanno costretto parenti o domestiche a sottoporsi a Gpa altruistica. La surrogazione altruistica in India sta rinforzando le disuguaglianze intra-familiari e può sottomettere le donne ad altri membri della famiglia.

Stiamo andando verso un modello di filiazione "su misura"?
La tecnologia Crispr-Cas9, che secondo un ricercatore cinese ha fatto nascere due gemelline geneticamente modificate, apre le porte ai bambini su misura. Riguardo alla maternità surrogata, in questi anni si sono sottovalutati dubbi etici come la selezione dei gameti con le caratteristiche desiderate, compreso il sesso, o come la violazione dei diritti umani causata dalla mercificazione delle donne e dei bambini e l’alienazione del ruolo gestazionale delle madri surrogate. In definitiva: l’uso non regolamentato della diagnosi preimpianto, lo screening genetico prenatale non invasivo e la tecnica Crispr-Cas9 stanno portando pericolosamente oltre la soglia della giustizia sociale.

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