venerdì 29 gennaio 2021
In un Paese piegato dalla pandemia, con la moratoria sulle eutanasie, sembra essersi arrestata la crescita del numero di chi si toglie la vita, un fenomeno che - anzi - è in calo del 20%. Proprio ora
Un centro commerciale all'Aja deserto per il coprifuoco anti-Covid

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Negli ultimi mesi in Olanda i suicidi sono diminuiti del 20%. Questa confortante notizia, in un momento tanto buio, è il risultato di un’inchiesta condotta dallo psichiatra Bauke Koekkoek, docente universitario, insieme al Team Corona, gruppo di studio costituito da agenti di polizia, pronto intervento, vigili del fuoco, collaboratori del Ministero della Difesa e altri specialisti nel campo per valutare i danni e gli effetti sociali provocati dal Covid-19 fra i ragazzi, i senzatetto e i malati psichici. Notizia inaspettata in un Paese tra i primi nella lista dei Paesi europei con più contagi (in proporzione al numero degli abitanti), da 5 settimane e sino al 9 febbraio in totale lockdown e con coprifuoco dalle 21, eppure a rilento nelle vaccinazioni, a causa di non meglio identificati “problemi logistici.”
Ogni anno nel mondo i suicidi sono più di un milione, con un aumento del 6,7% dal 1990 al 2016. Nel 2018 in Olanda sono stati 1.829, al ritmo di 5 al giorno, con un incremento fra i giovani dai 10 ai 20 anni. Per questo motivo all’inizio del 2020 il Ministero della Salute ha varato un vasto piano di prevenzione con interventi previsti sino al 2021 sotto forma di sussidi ad associazioni e fondazioni, partendo da un investimento annuale di circa 5,4 milioni di euro per programmi di formazione e informazione a livello professionale e scolastico, nella convinzione che in questo modo si possono aiutare più persone a scegliere di vivere e non di morire, e non puntare – come richiesto dalla legge sull’eutanasia e il suicidio assistito – sull’adeguamento del Codice di Procedura penale atto ad accorpare e sistematizzare la materia giuridica esistente per semplificare il compito dei giuristi.

«Siamo felici di questa significativa diminuzione, ma bisogna attendere ancora per avere dei dati e una visione più completi» ha dichiarato Renske Gilissen, ricercatrice e coordinatrice dell’Associazione 113, che fa capo a una linea telefonica di ascolto e assistenza a chi vuole togliersi la vita. Tuttavia «dobbiamo tener conto che da noi non si parla ancora di recessione, come avvenne fra il 2007 e il 2013, quando i suicidi aumentarono del 5% all’anno – come ha ricordato Derek de Beurs dell’autorevole istituto di ricerca Trimbos –. In tal caso questi risultati potrebbero cambiare. L’importante è rimanere uniti, responsabili e in contatto fra di noi affinché nessuno si senta isolato, cadendo nello sconforto».

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