venerdì 20 maggio 2016
​La decisione del parlamento dello Stato deve essere ratificata dalla governatrice. Gli oppositori chiameranno in causa la Corte suprema, che legalizzò l'interrruzione volontaria della gravidanza nel 1973.
L'Oklahoma vota legge contro l'aborto
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L'aborto continua a dividere la società americana e gli Stati Uniti, dove venne legalizzato nel 1973 da una sentenza della Corte suprema Usa. L'Oklahoma, a maggioranza repubblicana, ha approvato una legge che rende illegale la pratica dell'interruzione volontaria della gravidanza. E che prevede azioni contro i medici che la praticano, compresa la possibilità della revoca della licenza medica per chiunque vi prenda parte. Inoltre è stato introdotto un disegno di legge anti transgender sul modello della North Carolina e la decisione, clamorosa, di proclamare lo stato di emergenza finchè non entrerà in vigore, respingendo così la direttiva del governo federale secondo cui nelle scuole pubbliche americane si potrà scegliere tra toilette maschili e femminili in base all'identità di genere e non a quella di nascita. La legge che rende illegale l'aborto è stata approvata dal parlamento locale con 33 voti a favore e 12 contro. "Credo che sia una funzione fondamentale del governo statale difendere la vita dall'inizio del concepimento", ha spiegato il senatore repubblicano Natham Dah, promotore della legge. L'ultima parola adesso spetta alla governatrice, Mary Fallin, anche lei repubblicana e anti abortista. Ha tempo sino a mercoledì prossimo per firmare la legge o mettere il veto. Gli oppositori ritengono che si tratti di un provvedimento incostituzionale e l'Associazione dei medici dell'Oklahoma ha dato parere negativo. Non è la prima volta che l'Oklahoma approva leggi restrittive sull'aborto, ma finora molte di esse non erano entrate in vigore, respinte dalla Corte suprema. La nuova iniziativa è senza precedenti. Altri Stati dell'Unione, infatti, hanno tentato di vietare l'aborto ma senza prevedere sanzioni. In questo caso, invece, il provvedimento prevede pene da uno a tre anni di detenzione. Facile prevedere che la legge, come pure quella contro i transgender, approderà alla Corte suprema, che finora è intervenuta diverse volte in materia, confermando sempre la posizione del 1973.
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