venerdì 19 settembre 2014
Il ministro: "Serve una legge, e mi aspetto dalle parlamentari che la smettano di avanzare eccezioni burocratiche". Criticata la Regione Lazio: 21 centri sono troppi.
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Per la fecondazione eterologa "serve una legge, e mi aspetto dalle donne di questo Parlamento che la smettano di avanzare eccezioni burocratiche. Mi aspetterei dal presidente della commissione Salute del Senato il recepimento almeno della normativa Ue sulla tracciabilità dei donatori. Forse non lo fanno perché hanno paura di portarlo avanti scaricando tutto sul ministro? Troppo facile". Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è intervenuta al convegno "Insieme verso il futuro", organizzato dal Pd a Viterbo. Sull'eterologa in Italia rischiamo "il far west più totale" e di ritornare "a prima della legge 40", ha aggiunto Beatrice Lorenzin, dal palco del convegno, e ha spronato la politica a varare una legge che regolamenti in maniera certa e definitiva la fecondazione eterologa, avvertendo: "Questa vicenda non può essere gestita come un business. Ho combattuto contro Stamina e voglio che le donne italiane che affronteranno questa questione possano farlo in centri sicuri". Il ministro ha criticato anche la decisione della Regione Lazio di autorizzare 21 centri: "Ma come gli è venuto in mente? In tutta la Francia ce ne sono trenta... Come si fa a controllare una cosa così?". Il meeting, dedicato a salute e bioetica, ha visto anche la presenza del deputato Pd Beppe Fioroni. "il Parlamento farà una legge sulla fecondazione eterologa - ha detto Fioroni -, ma secondo me sarebbe dovuto intervenire anche il governo. Un governo è autorevole quando, anche su temi spinosi, ci mette la faccia, sennò si affrontano temi spinosi solo quando portano voti. La coscienza non si baratta con i voti. Altrimenti si fa anche la figura dello struzzo". Fioroni il 10 settembre ha presentato un ddl alla Camera che dà una regolamentazione nazionale alla fecondazione eterologa.
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