domenica 28 settembre 2014
Marito e moglie, non malati terminali, dopo 63 anni di matrimonio hanno deciso di morire insieme per "paura del futuro". Li ha aiutati uno dei figli.
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L’applicazione della legge su eutanasia e suicidio assistito in Belgio si arricchisce di un nuovo capitolo alla voce “abusi”. La storia è quella di François e Anne Schiedts, 89 anni il primo, 86 la seconda, che, dopo 63 anni di matrimonio, hanno deciso di morire insieme per «paura del futuro». Queste le parole consegnate dai due sposi al sito Internet Moustique, magazine di cronaca belga che ha pubblicato pochi giorni fa un’intervista a François e Anne, rilasciata prima del 17 giugno scorso, data della loro morte. François soffriva di cancro alla prostata, mentre la moglie era quasi completamente cieca dall’occhio sinistro, sorda e affetta da osteoporosi. Ad aiutarli ad organizzare la loro morte è stato uno dei loro tre figli, Jean-Paul, che, una volta venuto a conoscenza della volontà dei genitori di suicidarsi, ha curato tutti gli aspetti legati alla richiesta di eutanasia. «Capisco perfettamente l’atteggiamento dei miei genitori. Li sostengo, sia per loro che per noi, loro figli, questa è la soluzione migliore. Se uno di loro dovesse morire, chi resta sarebbe così triste e totalmente dipendente da noi»: queste le parole con cui Jean-Paul ha giustificato e incoraggiato i genitori che chiedevano la morte. Il caso dei due coniugi ultraottantenni ricorda molto da vicino quello di Marc e Eddy Verbessem, due gemelli belgi di 45 anni, sordi dalla nascita, che ottennero di essere uccisi nel dicembre 2012 una volta saputo che sarebbero diventati ciechi. Nessuno dei due era prossimo alla morte o affetto da dolori insopportabili, ma dichiararono di non poter tollerare l’idea di non vedersi più l’un l’altro.
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