martedì 3 giugno 2025
Contro l’eventualità che sia introdotto per legge regionale nella sanità siciliana il servizio di morte medicalmente assistita la Chiesa dice che la priorità è curare chi soffre, non aiutarlo a morire
I vescovi: no al suicidio assistito, servono hospice e cure palliative
COMMENTA E CONDIVIDI

«Forte preoccupazione» viene espressa dai vescovi della Sicilia «per le aperture al suicidio medicalmente assistito» contenute nei disegni di legge presentati all’Assemblea regionale siciliana: si tratta del ddl a firma Luigi Sunseri (M5s), incardinato in Commissione Salute e scelto come testo base sul quale avviare il confronto tra le forze politiche, e di quello presentato dal Pd sullo stesso tema. Il disegno di legge – ha spiegato il deputato di M5s – punta a concedere «a chi si trova vittima di indicibili e insopportabili sofferenze, a causa di patologie irreversibili la possibilità di porre fine alla propria vita con l’ausilio dell’assistenza di una struttura pubblica sanitaria», e questo a prescindere dal fatto che esista o meno una legge nazionale.

La contrarietà dei vescovi della Conferenza episcopale siciliana si radica nella convinzione che «tale prospettiva contrasti con il principio fondamentale della tutela della vita umana in ogni sua fase». Per rendere più chiare le loro priorità vescovi siciliani richiamano «la Nota sul fine vita emanata dalla Presidenza della Cei lo scorso 19 febbraio» nella quale si diceva tra l’altro che «la legge sulle cure palliative non ha trovato ancora completa attuazione: queste devono essere garantite a tutti, in modo efficace ed uniforme in ogni Regione, perché rappresentano un modo concreto per alleviare la sofferenza e per assicurare dignità fino alla fine, oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo». Per questo la Conferenza episcopale siciliana «auspica interventi legislativi che tutelino la vita e incoraggia la promozione di strutture idonee, come gli hospice, e di percorsi formativi per gli operatori sanitari, capaci di accompagnare con competenza e umanità le persone affette da gravi patologie e le loro famiglie. La Chiesa – conclude la nota della Cesi –, nel ribadire la contrarietà ad ogni forma di accanimento terapeutico, riafferma con decisione la sua opposizione all’eutanasia e al suicidio assistito».

Pochi giorni fa il Parlamento regionale aveva approvato una misura per introdurre concorsi nella sanità pubblica aperti a soli medici non obiettori.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: