.jpg?width=1024)
Una gara di velocità alle Paralimpiadi di Parigi 2024 - Ansa
Nell’inverno appena trascorso in alcune località piemontesi (Torino, Bardonecchia, Pragelato e Sestriere) hanno avuto luogo gli “World Winter Games Turin 2025”, i giochi invernali organizzati da Special Olympics con la partecipazione di oltre 1500 atleti con e senza disabilità intellettive provenienti da tutto il mondo. Special Olympics è un movimento globale che, attraverso lo sport unificato, sta cercando di creare un mondo nuovo e migliore fatto di inclusione e rispetto, dove ogni singola persona viene accettata e accolta indipendentemente dalla sua capacità o dalla sua disabilità.
Un’idea che amplia e amplifica la dimensione paralimpica, perché il programma di “unified sport” (sport unificato) pone le basi per il superamento di ogni pregiudizio e di ogni stereotipo. Atleti con e senza disabilità intellettive hanno l’opportunità di giocare insieme nella stessa squadra. Sono più che mai attuali le parole di Bebe Vio: «Nessuno è disabile mentre gareggia», perchè «a una persona con disabilità lo sport offre grandi opportunità: annulla tutte le differenze. Nel momento in cui tu gareggi, nessuna delle caratteristiche individuali conta più».
Mettere insieme, sullo stesso piano, atleti con e senza disabilità intellettive apre una prospettiva ancora più grande. Lo sport infatti unisce, aiuta la comprensione e la conoscenza, favorendo una cultura del rispetto alla quale educare le persone, soprattutto i giovani. Proprio questa è la direzione verso cui guarda e si muove Special Olympics, per un futuro che non guardi alle differenze, ma alle persone, che non parli solo di integrazione, ma che miri a una vera inclusione. Questo vale soprattutto nel caso di soggetti con “disabilità intellettive”, termine usato per descrivere persone con alcune limitazioni cognitive (e di conseguenza anche spesso in altre attività). Una condizione che sovente è una “disabilità invisibile” perché non immediatamente percepita, che porta un bambino a imparare più lentamente o in modo diverso rispetto ai suoi coetanei, condizionando in modo importante il suo sviluppo cognitivo. Questa forma è la più comune disabilità dello sviluppo, che coinvolge il 3 per cento della popolazione mondiale, anche se in oltre l’80 per cento dei casi è lieve.
La disabilità intellettiva è una condizione e non una malattia. Tra le forme più comuni vi sono i disturbi dello spettro autistico, la sindrome di Down, la sindrome X fragile o altre condizioni come conseguenze di traumi cranici, ictus o infezioni del sistema nervoso centrale.
Quando la società fraintende e sottovaluta le capacità delle persone con disabilità intellettiva si perdono le opportunità che questi individui possano stringere amicizie, stabilire rapporti con i coetanei, ricevere il rispetto che meritano. Special Olympics, attraverso lo sport, si assume il compito di mettere in luce l’abilità e la dignità di questi atleti unendo insieme sullo stesso campo sportivo persone con e senza disabilità intellettive per far vivere la potenza trasformatrice dello sport.
Questo “sport unificato” crea squadre miste per disputare gare e “giocare insieme”: atleti con e senza (atleti partner) disabilità intellettive. In competizioni invernali come accaduto durante il “World Winter Games Turin 2025”, ma in altre gare sportive tradizionali (calcio, pallacanestro, pallavolo, bocce e altri sport di squadra) nelle competizioni “olimpiche” estive.
L’obiettivo di Special Olympics è creare programmi di allenamenti sportivi e realizzare competizioni atletiche durante tutto l’anno in una varietà di sport di tipo olimpico per bambini e adulti con disabilità intellettive. In tal modo si offrono loro continue opportunità per sviluppare la forma fisica, mostrare coraggio, provare gioia e condividere i propri talenti, le proprie abilità con gli altri atleti, con la famiglia, con la comunità in spirito di amicizia e di sana competizione.
Le persone con disabilità intellettive sono state relegate e nascoste per un lungo periodo di tempo. Oggi, grazie ad organizzazioni come Special Olympics, questo atteggiamento sta cambiando. Incontrare e parlare con persone con disabilità intellettive consente di eliminare i timori e i disagi che pregiudizialmente vi sono (ancora oggi) nei confronti di questi soggetti. Molti atleti di Special Olympics vivono autonomamente, hanno solide amicizie, esercitano un lavoro.
Una buona salute, un positivo spirito sportivo, un’intensa capacità di emulazione atletica sono elementi che migliorano la vita di queste persone con disabilità intellettive, rendendo in tal modo più inclusiva e comunitaria tutta la società.