martedì 20 settembre 2016
Tre «istanze» su cinque approvate, anche se di stretta misura. Il Consiglio grande di San Marino ha così depenalizzato l’aborto nella gran parte dei casi.
Anche San Marino cede all’aborto di Stato
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Anche San Marino cede all'aborto di Stato. Nella sessione del Consiglio grande e generale sono passate tre delle cinque Istanze d'Arengo sulla depenalizzazione dell'aborto. Da una parte Dc, Ns, Ap e Upr in difesa della vita dal suo concepimento; dall'altra Psd, Su-Labdem, Civico 10, Rete e Denise Bronzetti per un approccio più laico e la libera scelta. L'aula, con 29 voti favorevoli e 23 contrari ha approvato la prima istanza che chiede la depenalizzazione dell'interruzione di gravidanza in caso di gravi rischi di salute per la donna. Passa con 28 voti favorevoli e 25 contrari anche la seconda Istanza legata ai casi di gravidanza di donne vittima di violenza sessuale. Anche l'Istanza sulla depenalizzazione in caso sussistano rischi di patologie e malformazioni gravi per il feto è passata con 27 voti favorevoli e 25 contrari. Non sono state approvate, invece, la terza Istanza, che riguarda le minorenni, e l'ultima sulle donne che versano in condizioni di emarginazione e disagio sociale. Passa anche l'odg della Dc, presentata dal Consigliere Manuel Ciavatta, che impegna il Governo ad aggiornare la normativa attuale partendo però dalla tutela della vita del figlio. Sarà il prossimo esecutivo a riprendere in mano la problematica per cercare di fare chiarezza su tutta la materia. Va ricordato quanto questa sia delicatissima perché investe più aspetti della vita sammarinese, quelli  etici, culturali, sociali e religiosi. Non pochi hanno pensato che sull'esito del voto abbia pesato anche l'esigenza di "coprirsi" in vista delle prossime elezioni, previste il 20 novembre, per il rinnovo del Consiglio grande e generale. Le associazioni e aggregazioni laicali della diocesi di San Marino-Montefeltro hanno diffuso un comunicato nel quale si afferma di aver «accolto con vivo rammarico l'accoglimento di tre di esse. La speranza era di celebrare un salto in avanti verso una forma di civiltà più alta e più rispettosa della identità di San Marino, piuttosto che l'omologazione a modelli imposti da altri Stati. Questo risultato ci spinge con ancora maggiore determinazione per una presenza costante e attiva nel dibattito pubblico in San Marino, al fine di portare un contributo teso a riaffermare la dignità e l'inviolabilità della vita dal concepimento fino al suo termine, per la promozione di una cultura della vita alternativa alla cultura dello scarto. Le aggregazioni e associazioni laicali in questo loro impegno sono disponibili al confronto con ogni uomo di buona volontà che sente la responsabilità di condividere il progetto di eliminare dal nostro Paese ogni possibile causa che possa spingere una madre a pensare a una scelta drammatica come quella dell'aborto».

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